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Falsa dichiarazione redditi: inammissibile il ricorso

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato condannato per il reato di falsa dichiarazione redditi finalizzata all’ottenimento del patrocinio a spese dello Stato. L’imputato aveva dichiarato redditi inferiori al vero per sé e per il suo nucleo familiare. La Corte ha stabilito che il reato sussiste a prescindere dal fatto che l’istanza potesse essere comunque rigettata, e ha confermato la decisione di non applicare la causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto e di non concedere le attenuanti generiche, data la gravità della condotta e l’intensità del dolo.

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Pubblicato il 11 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Falsa dichiarazione redditi per il Gratuito Patrocinio: La Cassazione Conferma la Condanna

Presentare una falsa dichiarazione redditi per accedere al patrocinio a spese dello Stato è un reato grave, le cui conseguenze possono essere severe. Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione ha ribadito questo principio, dichiarando inammissibile il ricorso di un cittadino condannato per aver mentito sui propri redditi e su quelli del suo nucleo familiare. Analizziamo insieme i dettagli di questa importante decisione e le sue implicazioni.

I Fatti del Caso: Una Dichiarazione Infedele

Il caso riguarda un uomo che, per ottenere l’ammissione al gratuito patrocinio, aveva presentato una dichiarazione sostitutiva di certificazione contenente dati falsi. In particolare, per l’anno 2017 aveva dichiarato un reddito pari a zero, mentre il reddito del suo nucleo familiare superava la soglia di legge, attestandosi a oltre 17.000 euro.

Inoltre, per l’anno 2018, aveva indicato un reddito della madre notevolmente inferiore a quello reale (circa 11.700 euro contro oltre 17.300 euro effettivi). Infine, aveva falsamente attestato che i redditi familiari erano rimasti invariati nel 2019, inducendo in errore l’autorità competente sulla reale situazione economica.

Condannato nei primi due gradi di giudizio, l’imputato ha proposto ricorso in Cassazione, sollevando diverse questioni giuridiche.

I Motivi del Ricorso in Cassazione

La difesa del ricorrente si basava su tre argomentazioni principali:

1. Erronea applicazione della legge penale: Secondo la difesa, la dichiarazione di un reddito pari a zero era così palesemente inverosimile da dover rendere l’istanza immediatamente inammissibile, impedendo così la configurazione stessa del reato.
2. Mancata applicazione della particolare tenuità del fatto: Si sosteneva che il fatto, per la sua modesta gravità, dovesse essere considerato non punibile ai sensi dell’art. 131-bis del codice penale.
3. Diniego delle circostanze attenuanti generiche: La difesa lamentava la mancata concessione delle attenuanti generiche, che avrebbero potuto portare a una riduzione della pena.

La Decisione della Corte: il Ricorso è Inammissibile

La Corte di Cassazione ha rigettato tutte le argomentazioni della difesa, dichiarando il ricorso inammissibile e condannando il ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

Le motivazioni della Corte sulla falsa dichiarazione redditi

La Corte ha chiarito un punto fondamentale: il reato previsto dall’art. 95 del d.P.R. 115/2002 punisce la falsità della dichiarazione in sé, a prescindere dall’esito della domanda di ammissione al beneficio. Le falsità e le omissioni riscontrate sono di per sé sufficienti a integrare la fattispecie criminosa. L’argomento secondo cui la domanda avrebbe dovuto essere comunque respinta è stato ritenuto irrilevante ai fini della responsabilità penale. Il legislatore intende sanzionare la condotta di chi tenta di ingannare lo Stato, indipendentemente dal successo del tentativo.

Esclusione della Particolare Tenuità del Fatto

Anche la richiesta di applicare la causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto è stata respinta. I giudici hanno sottolineato l’elevato disvalore oggettivo della condotta e l’intensità del dolo dell’imputato. Le menzogne ripetute su più annualità e riguardanti diversi componenti del reddito familiare hanno dimostrato una chiara e persistente volontà di frodare il sistema, rendendo il fatto tutt’altro che “tenue”.

Il Bilanciamento delle Circostanze

Infine, per quanto riguarda le circostanze attenuanti generiche, la Cassazione ha ricordato che il loro bilanciamento è una valutazione discrezionale del giudice di merito. Tale valutazione può essere riesaminata in sede di legittimità solo se palesemente illogica o arbitraria. Nel caso di specie, la decisione dei giudici di merito di non concederle, a fronte dell’assenza di elementi positivi di valutazione a favore dell’imputato, è stata ritenuta correttamente motivata e incensurabile.

Le conclusioni: Implicazioni Pratiche della Pronuncia

Questa ordinanza della Corte di Cassazione rafforza un principio cardine del nostro ordinamento: la lealtà e la correttezza nei rapporti con la pubblica amministrazione sono valori tutelati penalmente. Chiunque presenti una falsa dichiarazione redditi per ottenere benefici non dovuti, come il patrocinio a spese dello Stato, commette un reato e non può sperare di sfuggire alle conseguenze legali invocando la potenziale inammissibilità della propria domanda o la presunta lieve entità del danno. La pronuncia serve da monito: la trasparenza è un dovere, e le scorciatoie basate sulla menzogna portano a sanzioni certe.

Commetto reato se presento una dichiarazione falsa per il gratuito patrocinio, anche se la mia domanda potrebbe essere comunque respinta per altri motivi?
Sì. La Corte di Cassazione ha chiarito che il reato di cui all’art. 95 d.P.R. 115/2002 si perfeziona con la semplice presentazione della dichiarazione contenente falsità o omissioni, poiché la norma punisce la condotta fraudolenta in sé, a prescindere dall’esito finale della richiesta.

Perché in questo caso non è stata riconosciuta la non punibilità per “particolare tenuità del fatto”?
La non punibilità è stata esclusa a causa dell’elevato disvalore oggettivo della condotta e dell’intensità del dolo. L’imputato aveva fornito dati falsi per più anni e su diverse voci di reddito, dimostrando una volontà persistente di ingannare lo Stato, comportamento ritenuto non compatibile con la tenuità del fatto.

È possibile ottenere le circostanze attenuanti generiche dopo aver commesso una falsa dichiarazione di redditi?
La concessione delle circostanze attenuanti generiche è una valutazione discrezionale del giudice di merito. In questo caso, la Corte ha ritenuto legittima la decisione di non concederle perché non sono emersi elementi positivi a favore dell’imputato che potessero giustificare una riduzione di pena, e la motivazione del giudice di merito era logica e coerente.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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