LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Falsa dichiarazione redditi: dolo e patrocinio Stato

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un’imputata condannata per una falsa dichiarazione redditi finalizzata a ottenere il patrocinio a spese dello Stato. La sentenza conferma la decisione della Corte d’appello in sede di rinvio, la quale aveva correttamente indagato e accertato l’elemento soggettivo del reato (dolo), ovvero la volontà cosciente di dichiarare il falso, operando nei limiti del mandato ricevuto dalla stessa Cassazione.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 11 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Falsa Dichiarazione dei Redditi per il Gratuito Patrocinio: La Cassazione sul Dolo e i Limiti del Giudizio di Rinvio

Una recente sentenza della Corte di Cassazione, la n. 13651 del 2024, torna a fare luce su un tema delicato: la falsa dichiarazione redditi presentata per ottenere il patrocinio a spese dello Stato. La decisione è fondamentale perché chiarisce non solo la necessità di provare l’intenzione di mentire (il dolo), ma anche i confini del potere del giudice in sede di rinvio. Analizziamo insieme questo caso complesso per comprenderne le implicazioni pratiche.

Il Caso in Analisi

La vicenda processuale riguarda una donna condannata in primo grado per il reato previsto dall’art. 95 del d.P.R. 115/2002. L’accusa era di aver dichiarato, al fine di essere ammessa al patrocinio a spese dello Stato, un reddito per l’anno 2014 di circa 6.753 euro, mentre il suo reddito familiare effettivo ammontava a 9.645 euro.

La condanna era stata confermata dalla Corte di Appello, ma la Corte di Cassazione, con una prima sentenza del 2022, aveva annullato tale decisione con rinvio. Il motivo? La Corte territoriale non aveva adeguatamente provato l’elemento soggettivo del reato, ovvero il dolo. In altre parole, i giudici si erano limitati a constatare la falsità materiale della dichiarazione, senza indagare se l’imputata avesse agito con la consapevole volontà di mentire per ottenere un beneficio a cui non aveva diritto.

La Corte di Appello, giudicando nuovamente in sede di rinvio, ha confermato la condanna. Contro questa nuova sentenza, l’imputata ha proposto un ulteriore ricorso in Cassazione, sostenendo che il giudice del rinvio avesse ecceduto i suoi poteri, riesaminando questioni già definite.

La Questione Giuridica: il Dolo nella Falsa Dichiarazione Redditi

Il cuore della controversia giuridica ruota attorno a due concetti chiave: l’elemento soggettivo del reato e i limiti del giudizio di rinvio.

1. L’Elemento Soggettivo (Dolo): Per la configurazione del reato di falsa dichiarazione redditi per il gratuito patrocinio, non basta che i dati indicati non siano corretti. È indispensabile dimostrare che il dichiarante abbia agito con la coscienza e la volontà di attestare il falso per trarre in inganno lo Stato e ottenere il beneficio. La prima sentenza di annullamento della Cassazione aveva insistito proprio su questo punto, ritenendo insufficiente la semplice constatazione della discrepanza tra il reddito dichiarato e quello effettivo.

2. I Limiti del Giudizio di Rinvio: L’imputata sosteneva che il giudice del rinvio, nel riesaminare il suo dolo, avesse violato l’art. 627 del codice di procedura penale, violando il principio del cosiddetto “giudicato progressivo”. Secondo la difesa, la Corte d’Appello avrebbe dovuto limitarsi a prendere atto delle censure della Cassazione senza poter rianalizzare nel merito la volontà dell’imputata.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha respinto il ricorso, dichiarandolo manifestamente infondato e quindi inammissibile. I giudici di legittimità hanno chiarito che la Corte di Appello, in sede di rinvio, non solo poteva, ma doveva procedere a una nuova e completa valutazione dell’elemento soggettivo del reato. Questo, infatti, era esattamente il compito (il thema decidendum) che la Cassazione le aveva affidato con la sentenza di annullamento.

Le Motivazioni della Sentenza

Le motivazioni della Corte sono state nette e precise. I giudici hanno spiegato che il principio del giudicato progressivo non era pertinente al caso di specie. Quando la Cassazione annulla una sentenza con rinvio per un vizio di motivazione su un punto specifico – in questo caso, la prova del dolo – il giudice del rinvio ha il pieno potere di riesaminare quel punto, utilizzando tutti gli elementi a sua disposizione.

Nel caso concreto, la Corte d’Appello ha correttamente adempiuto al suo compito, verificando se la condotta dell’imputata fosse sorretta dalla consapevole volontà di dichiarare il falso. Per farlo, ha considerato che il reddito familiare effettivo era superiore a quello dichiarato non solo per via del reddito personale dell’imputata, ma anche per la mancata inclusione del reddito fondiario derivante da un immobile in comproprietà e, soprattutto, del reddito del marito convivente. Questa analisi ha permesso di concludere che non si trattava di un semplice errore, ma di una scelta consapevole finalizzata a ottenere il beneficio.

Conclusioni e Implicazioni Pratiche

La sentenza n. 13651/2024 ribadisce un principio fondamentale: per la condanna per falsa dichiarazione redditi ai fini del gratuito patrocinio è necessaria una prova rigorosa dell’intenzione fraudolenta del dichiarante. Una mera discrepanza numerica non è sufficiente. Al tempo stesso, la decisione chiarisce che il giudizio di rinvio non è una formalità, ma una fase processuale in cui il giudice designato ha il potere e il dovere di riesaminare a fondo le questioni indicate dalla Cassazione, senza essere vincolato da preclusioni che non sussistono. Chi richiede il patrocinio a spese dello Stato deve quindi prestare la massima attenzione, poiché è tenuto a dichiarare la totalità dei redditi del nucleo familiare, e l’omissione consapevole di una qualsiasi fonte di reddito può integrare una responsabilità penale.

Per il reato di falsa dichiarazione per ottenere il patrocinio a spese dello Stato è sufficiente che la dichiarazione sia materialmente falsa?
No, non è sufficiente. La Corte di Cassazione ha chiarito che è necessario dimostrare l’elemento soggettivo del reato, ovvero la consapevole volontà di dichiarare il falso per ottenere il beneficio.

Cosa può decidere un giudice nel giudizio di rinvio dopo un annullamento della Cassazione?
Il giudice del rinvio deve attenersi strettamente alle questioni che la Corte di Cassazione gli ha demandato. In questo caso, il mandato era specificamente quello di verificare la sussistenza della volontà cosciente di compiere la falsa dichiarazione, e il giudice aveva piena facoltà di indagare su questo punto.

Quali redditi contano per il calcolo del limite per l’ammissione al patrocinio a spese dello Stato?
La sentenza evidenzia che si deve considerare il reddito familiare complessivo. Nel caso specifico, è stato rilevante non solo il reddito personale dell’imputata, ma anche quello derivante da un immobile in comproprietà e quello del marito convivente.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati