Falsa dichiarazione per il patrocinio gratuito: quando il ricorso è inammissibile
Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha ribadito principi fondamentali in materia di falsa dichiarazione per il patrocinio gratuito, sottolineando l’importanza della specificità dei motivi di ricorso e il ruolo della malafede dell’imputato. La Suprema Corte ha dichiarato inammissibile l’impugnazione di un uomo condannato per aver omesso i redditi della moglie convivente nella richiesta di accesso al beneficio, confermando così la decisione dei giudici di merito.
I Fatti del Processo
La vicenda processuale ha origine da una condanna emessa dal Tribunale di Crotone per il reato previsto dall’art. 95 del d.P.R. 115/2002 (Testo Unico sulle Spese di Giustizia), commesso nel 2016. L’imputato aveva presentato un’istanza per essere ammesso al patrocinio a spese dello Stato, omettendo di dichiarare i redditi, peraltro significativi, percepiti dalla moglie con cui conviveva.
La condanna veniva confermata dalla Corte d’Appello di Catanzaro nel dicembre 2022. I giudici di secondo grado avevano fornito una motivazione congrua, evidenziando la piena responsabilità dell’imputato e la sua malafede. Contro questa sentenza, l’uomo ha proposto ricorso per Cassazione, lamentando una violazione di legge e un vizio di motivazione.
L’inammissibilità del ricorso per genericità
La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 13480/2024, ha respinto il ricorso dichiarandolo inammissibile. Il fulcro della decisione risiede nella genericità dei motivi addotti dal ricorrente. Secondo gli Ermellini, le deduzioni erano “generiche e prive delle ragioni di diritto e dei dati di fatto che sorreggono le richieste”.
Un ricorso in Cassazione non può limitarsi a una generica contestazione della sentenza impugnata, ma deve articolare critiche specifiche, puntuali e pertinenti rispetto alla motivazione della Corte d’Appello. In questo caso, il ricorrente non è riuscito a confrontarsi efficacemente con il ragionamento dei giudici di merito, i quali avevano chiaramente spiegato le ragioni della condanna.
Le motivazioni della decisione
La motivazione della Cassazione si è concentrata su due punti principali. In primo luogo, ha avallato la valutazione della Corte d’Appello sulla responsabilità dell’imputato. È stato ritenuto illogico e inverosimile che l’uomo, convivendo con la moglie, non fosse a conoscenza dei suoi redditi, descritti come di importo “significativo”. Questa circostanza è stata considerata prova della sua malafede, ovvero della volontà cosciente di presentare una dichiarazione non veritiera per ottenere un beneficio indebito.
In secondo luogo, la Corte ha dichiarato inammissibile anche il motivo relativo al mancato riconoscimento delle circostanze attenuanti generiche. Anche in questo caso, la doglianza è stata giudicata “meramente assertiva” e priva di un reale confronto con la sentenza d’appello. I giudici di merito avevano infatti motivato che la pena inflitta era già proporzionata alla gravità della condotta, rendendo superflua la concessione di ulteriori sconti di pena.
Le conclusioni
La decisione della Suprema Corte riafferma un principio cruciale del processo penale: l’onere di specificità dei motivi di ricorso. Non è sufficiente contestare una sentenza, ma è necessario farlo con argomenti tecnici e puntuali che ne smontino il percorso logico-giuridico. La pronuncia conferma inoltre che, nel reato di falsa dichiarazione per il patrocinio gratuito, la prova della malafede può essere desunta da elementi logici, come la convivenza e la conoscenza della situazione economica familiare complessiva. L’esito per il ricorrente è la condanna definitiva, con l’obbligo di pagare le spese processuali e una sanzione di 3.000 euro a favore della Cassa delle Ammende.
Perché un ricorso in Cassazione può essere dichiarato inammissibile?
Un ricorso viene dichiarato inammissibile quando le argomentazioni sono generiche, assertive e non supportate da specifiche ragioni di diritto o dati di fatto. È necessario che il ricorso si confronti criticamente e in modo puntuale con la motivazione della sentenza che si sta impugnando.
Come viene valutata la malafede nella falsa dichiarazione per il patrocinio gratuito?
Secondo questa ordinanza, la malafede, ovvero la consapevolezza di dichiarare il falso, può essere provata attraverso elementi logici. Nel caso specifico, la circostanza che l’imputato convivesse con la moglie è stata ritenuta sufficiente a dimostrare che egli conosceva i redditi di quest’ultima e li ha omessi volontariamente.
Quali sono le conseguenze di un ricorso dichiarato inammissibile?
La dichiarazione di inammissibilità del ricorso comporta che la sentenza di condanna impugnata diventi definitiva e irrevocabile. Inoltre, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma di denaro in favore della Cassa delle Ammende, che in questo caso è stata fissata in tremila euro.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 13480 Anno 2024
Penale Ord. Sez. 7 Num. 13480 Anno 2024
Presidente: COGNOME NOME
Relatore: COGNOME NOME COGNOME
Data Udienza: 14/03/2024
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
COGNOME NOME NOME a ISOLA DI CAPO RIZZUTO il DATA_NASCITA
avverso la sentenza del 06/12/2022 della CORTE APPELLO di CATANZARO
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
MOTIVI DELLA DIECISIONE
COGNOME NOME ha presentato ricorso avverso la sentenza della Corte d Appello di Catanzaro del 6 dicembre 2022 di conferma della condanna del Tribunale di Crotone, in ordine al reato di cui all’art. 95 d.P.R. n. 115/2022, commes Crotone il 10 novembre 2016.
Rilevato che il motivo, con cui ha dedotto violazione di legge e il vizi motivazione in relazione alla affermazione della penale responsabilità inammissibile in quanto prospetta deduzioni generiche e prive RAGIONE_SOCIALE ragioni di dir e dei dati di fatto che sorreggono le richieste. Il giudice del gravame offr motivazione congrua ed immune da vizi logico-giuridici in ordine alla responsabili dell’imputato, sottolineando la sua malafede in relazione alla dichiarazione rel alla situazione reddituale familiare e la circostanza che, convivendo egli con la mog ben conosceva i redditi di quest’ultima, di importo, peraltro, significativo.
Considerato che anche la deduzione relativa al mancato riconoscimento RAGIONE_SOCIALE circostanze attenuanti generiche deve ritenersi inammissibile, in quanto merament assertivo ed in assenza di confronto con la motivazione della sentenza, in cui dato atto che la pena irrogata era proporzionata alla gravità della condotta di r
Ritenuto, pertanto, che il ricorso debba essere dichiarato inammissibile, condanna del ricorrente al pagamento RAGIONE_SOCIALE spese processuali e della somma di eur tremila in favore della RAGIONE_SOCIALE.
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento del spese processuali e della somma di euro tremila in favore della RAGIONE_SOCIALE del ammende.
Così deciso in Roma, il 14 marzo 2024
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