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Falsa dichiarazione patrocinio: Cassazione inammissibile

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato condannato per falsa dichiarazione patrocinio a spese dello Stato. La Corte ha ritenuto l’omissione dei redditi consapevole e ha escluso la particolare tenuità del fatto a causa della condotta abituale del reo, specificando che tutti i redditi, anche quelli esenti o illeciti, devono essere dichiarati.

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Pubblicato il 12 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Falsa Dichiarazione Patrocinio: la Cassazione Sancisce l’Irrilevanza dell’Errore sui Redditi

L’accesso alla giustizia è un diritto fondamentale, garantito anche a chi non dispone dei mezzi economici attraverso l’istituto del patrocinio a spese dello Stato. Tuttavia, l’ottenimento di tale beneficio è subordinato a una dichiarazione veritiera delle proprie condizioni reddituali. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce le conseguenze di una falsa dichiarazione patrocinio, sottolineando la rigidità dei requisiti e la difficoltà di invocare l’errore o la particolare tenuità del fatto. Analizziamo insieme la decisione per comprendere la posizione della Suprema Corte.

I Fatti di Causa: L’Omissione dei Redditi nella Domanda

Il caso trae origine dal ricorso di un cittadino condannato dalla Corte d’Appello per il reato previsto dall’art. 95 del D.P.R. 115/2002. L’imputato aveva presentato una domanda per l’ammissione al patrocinio a spese dello Stato omettendo di dichiarare alcuni redditi percepiti dall’INPS. Tale omissione aveva integrato, secondo i giudici di merito, una falsa dichiarazione finalizzata a ottenere indebitamente il beneficio.

I Motivi del Ricorso: Errore e Tenuità del Fatto

Di fronte alla Cassazione, la difesa ha articolato il ricorso su due motivi principali:
1. Violazione di legge e vizio di motivazione sull’elemento soggettivo: L’imputato sosteneva di non aver agito con dolo, ma di essere incorso in un errore sul fatto (ex art. 47 c.p.), ritenendo erroneamente di non dover dichiarare quei specifici redditi. A suo dire, non vi era la volontà di dichiarare il falso.
2. Mancato riconoscimento della particolare tenuità del fatto: La difesa chiedeva l’applicazione della causa di non punibilità di cui all’art. 131-bis c.p., data la presunta lieve entità dell’offesa.

Analisi della falsa dichiarazione patrocinio secondo la Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, respingendo entrambe le doglianze con argomentazioni nette e in linea con la giurisprudenza consolidata.

La Consapevolezza dell’Omissione e il Dolo

Sul primo punto, la Corte ha ribadito un principio cruciale: ai fini dell’ammissione al patrocinio, rileva ogni componente di reddito, imponibile o meno, legale o illecito, in quanto espressivo della capacità economica del richiedente. Il reato di falsa dichiarazione patrocinio si configura con la semplice condotta di omissione o falsa indicazione, a prescindere dal superamento effettivo delle soglie di reddito. L’elemento soggettivo richiesto è il dolo generico, ovvero la coscienza e volontà di presentare una dichiarazione non veritiera.

Nel caso specifico, la Cassazione ha evidenziato come l’imputato non potesse invocare l’errore, poiché era già a conoscenza del suo obbligo: gli era stato notificato un avviso di conclusione delle indagini per un reato identico. Questa circostanza rendeva la sua omissione palesemente consapevole e volontaria, escludendo qualsiasi forma di errore scusabile. L’errore sulla nozione di ‘reddito’ rilevante non è un errore su legge extrapenale, dato che la norma incriminatrice richiama espressamente la normativa di riferimento.

L’Esclusione della Particolare Tenuità del Fatto

Anche il secondo motivo è stato giudicato manifestamente infondato. La Corte ha ricordato che la valutazione per l’applicazione dell’art. 131-bis c.p. deve considerare tutte le peculiarità del caso concreto, incluse le modalità della condotta e il grado di colpevolezza. Un elemento ostativo fondamentale, previsto dalla stessa norma, è il comportamento abituale dell’imputato. Poiché il ricorrente era già stato condannato per altri reati della stessa indole, i giudici hanno correttamente escluso la possibilità di riconoscere la particolare tenuità del fatto. La pluralità di violazioni della stessa natura impedisce di considerare il fatto come un episodio isolato e di minima offensività.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte di Cassazione ha ritenuto il ricorso inammissibile perché riproduttivo di censure già correttamente esaminate e respinte dalla Corte d’Appello. Le argomentazioni del ricorrente non hanno apportato elementi nuovi capaci di scardinare il logico apparato motivazionale della sentenza impugnata. La decisione si colloca nel solco di una giurisprudenza rigorosa che considera il reato di false dichiarazioni per l’ammissione al patrocinio a spese dello Stato come un reato di pericolo, integrato dalla mera condotta mendace, che mette a rischio la corretta amministrazione delle risorse pubbliche destinate a garantire il diritto di difesa. La consapevolezza dell’obbligo di dichiarare tutti i redditi, rafforzata nel caso di specie da un precedente procedimento per lo stesso reato, ha reso l’omissione volontaria e quindi dolosa. Infine, la pregressa condanna per reati della stessa indole ha precluso l’applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto, delineando un quadro di abitualità nel commettere illeciti.

Le Conclusioni

L’ordinanza in esame conferma la severità dell’ordinamento nel sanzionare le condotte fraudolente volte a ottenere il patrocinio a spese dello Stato. Emerge chiaramente che non sono ammesse ‘distrazioni’ o ‘errori’ sulla natura dei redditi da dichiarare: il richiedente ha l’onere di indicare la totalità delle proprie entrate. Inoltre, la valutazione della personalità del reo e dei suoi precedenti penali assume un ruolo decisivo nell’escludere benefici come la non punibilità per particolare tenuità del fatto. Questa pronuncia serve da monito sulla necessità di massima trasparenza e correttezza nella compilazione delle relative istanze, pena l’integrazione di una fattispecie di reato con conseguenze penali significative.

Quali redditi vanno dichiarati per il patrocinio a spese dello Stato?
Per ottenere il patrocinio a spese dello Stato devono essere dichiarati tutti i componenti di reddito, imponibili e non, inclusi quelli esenti, soggetti a tassazione separata, percepiti ‘in nero’ o derivanti da attività illecite, in quanto tutti espressivi della capacità economica del richiedente.

Un errore sulla tipologia di reddito da dichiarare può escludere la punibilità per falsa dichiarazione patrocinio?
No. Secondo la Corte, l’errore sulla nozione di reddito rilevante ai fini del beneficio non esclude l’elemento soggettivo del reato, in quanto non si tratta di un errore su legge extrapenale, essendo la normativa di riferimento espressamente richiamata dalla norma incriminatrice.

Quando non si applica la causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto?
La causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto (art. 131-bis c.p.) non può essere applicata, tra le altre ipotesi, quando l’imputato ha commesso più reati della stessa indole, ovvero quando il suo comportamento è ritenuto abituale. In tal caso, il fatto non viene considerato nella sua dimensione isolata ma come parte di una condotta reiterata.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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