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Falsa dichiarazione gratuito patrocinio: ricorso tardivo

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un imputato condannato per falsa dichiarazione gratuito patrocinio. La decisione non entra nel merito della colpevolezza, ma si fonda sul mancato rispetto del termine perentorio di 15 giorni per la presentazione del ricorso, depositato oltre due mesi dopo la notifica della sentenza.

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Pubblicato il 24 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Falsa dichiarazione gratuito patrocinio: il Ricorso è Inammissibile se Tardivo

Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha ribadito un principio fondamentale in materia di impugnazioni penali: il rispetto dei termini processuali è un requisito imprescindibile. Il caso riguardava una condanna per falsa dichiarazione gratuito patrocinio, ma la Suprema Corte non è nemmeno entrata nel merito della questione, dichiarando il ricorso inammissibile perché presentato fuori tempo massimo. Vediamo nel dettaglio la vicenda e le conclusioni dei giudici.

I Fatti di Causa

Un individuo veniva condannato in primo grado e in appello per il reato previsto dall’art. 95 del d.p.r. 115/2002. L’accusa era quella di aver falsamente attestato, nella dichiarazione sostitutiva presentata per ottenere il gratuito patrocinio, di possedere i requisiti reddituali necessari.

Le indagini avevano invece rivelato che l’imputato era proprietario di una quota di un terreno e che conviveva con familiari percettori di reddito. La somma dei redditi del nucleo familiare superava ampiamente la soglia di legge, attestandosi a quasi 40.000 Euro. La Corte d’Appello di Bari aveva confermato la condanna a un anno di reclusione e 500 Euro di multa, oltre alla revoca della sospensione condizionale della pena.

I Motivi del Ricorso in Cassazione

L’imputato, tramite il suo difensore, proponeva ricorso per cassazione basato su tre motivi principali:
1. Nullità della notifica della sentenza d’appello: si sosteneva che la notifica al difensore fosse invalida.
2. Mancanza dell’elemento soggettivo (dolo): si deduceva che l’imputato non avesse agito con la volontà cosciente di dichiarare il falso, elemento richiesto per la configurabilità del reato.
3. Vizio di motivazione: si lamentava una motivazione illogica o assente in relazione all’esistenza del dolo.

La Falsa Dichiarazione e l’Importanza dei Termini Processuali

Nonostante le argomentazioni difensive, la Corte di Cassazione ha tagliato corto, concentrandosi su un aspetto puramente procedurale: la tardività del ricorso. I giudici hanno rilevato che il termine per proporre ricorso, in questo caso, era di 15 giorni, come previsto dall’art. 585, comma 2, del codice di procedura penale.

Questo termine decorreva non dalla data della pronuncia in udienza, ma dalla notifica dell’estratto della sentenza alla difesa dell’imputato. Tale notifica era avvenuta in data 12 febbraio 2024. Il ricorso, tuttavia, era stato depositato solo il 12 aprile 2024, ben oltre il limite dei 15 giorni.

Le Motivazioni della Corte

La Corte Suprema ha dichiarato il ricorso inammissibile, fondando la sua decisione esclusivamente su questo vizio procedurale. I giudici hanno spiegato che il mancato rispetto dei termini perentori stabiliti dalla legge per le impugnazioni impedisce al giudice di esaminare nel merito i motivi di ricorso. In altre parole, anche se le argomentazioni della difesa sulla mancanza di dolo o sui vizi di notifica avessero avuto un fondamento, la tardività dell’atto ha precluso ogni possibilità di valutazione.

La decisione si allinea a un consolidato orientamento giurisprudenziale che considera i termini processuali come garanzia di certezza del diritto e di ragionevole durata del processo. Superato il termine ultimo per impugnare, la sentenza diventa definitiva e non più contestabile, salvo casi eccezionali non ravvisabili nella fattispecie.

Le Conclusioni

Questa pronuncia offre un’importante lezione pratica: nel processo penale, la forma e le scadenze sono tanto cruciali quanto la sostanza. Un errore nella gestione dei termini può vanificare anche la migliore strategia difensiva. Per chi è coinvolto in un procedimento, è fondamentale affidarsi a un professionista attento che monitori scrupolosamente ogni scadenza. La condanna per falsa dichiarazione gratuito patrocinio è stata quindi confermata non perché i motivi di ricorso fossero infondati, ma perché sono stati presentati troppo tardi, rendendo la sentenza d’appello irrevocabile.

Perché il ricorso dell’imputato è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché è stato depositato oltre il termine perentorio di 15 giorni previsto dalla legge, che decorreva dalla data di notifica dell’estratto della sentenza impugnata.

Qual era il reato contestato all’imputato?
L’imputato era accusato del reato di cui all’art. 95 d.p.r. 115/2002, per aver dichiarato falsamente di possedere i requisiti di reddito per essere ammesso al gratuito patrocinio, omettendo di indicare la proprietà di un terreno e i redditi dei familiari conviventi.

La Corte di Cassazione ha valutato se l’imputato avesse agito con dolo?
No, la Corte di Cassazione non ha esaminato i motivi di ricorso nel merito, inclusa la questione del dolo. La tardività del ricorso ha impedito qualsiasi valutazione sul contenuto delle censure difensive, portando a una decisione basata unicamente su un vizio procedurale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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