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Falsa dichiarazione gratuito patrocinio: la Cassazione

La Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un individuo condannato per falsa dichiarazione gratuito patrocinio. La Corte ha stabilito che firmare il modulo, anche se preparato dal legale, implica l’assunzione di piena responsabilità del suo contenuto e che la conoscenza di non averne diritto, provata anche dal pagamento di un onorario, conferma il dolo.

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Pubblicato il 9 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Falsa Dichiarazione Gratuito Patrocinio: La Firma Comporta Piena Responsabilità

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha ribadito un principio fondamentale in materia di falsa dichiarazione gratuito patrocinio: la responsabilità penale ricade su chi firma l’istanza, anche se il modulo è stato compilato da terzi, come il proprio avvocato. Questa decisione sottolinea come la sottoscrizione di un atto implichi l’assunzione della piena paternità del suo contenuto, escludendo la possibilità di invocare la mera negligenza o l’affidamento al professionista.

I Fatti di Causa

Il caso trae origine dal ricorso di un cittadino condannato per il reato previsto dall’art. 95 del D.P.R. 115/2002, per aver presentato una dichiarazione non veritiera al fine di essere ammesso al patrocinio a spese dello Stato. L’imputato, nel suo ricorso, sosteneva di essersi limitato a firmare un modulo predisposto dal suo legale, senza avere la piena consapevolezza del suo contenuto, e invocava l’assenza di dolo (intenzione criminale). A suo dire, la sua condotta avrebbe dovuto essere considerata al più un ‘falso innocuo’, privo di reali conseguenze dannose.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile. I giudici hanno ritenuto che i motivi presentati non fossero altro che una sterile ripetizione di argomenti già esaminati e respinti dalla Corte d’Appello. La Cassazione ha confermato che la sentenza impugnata era correttamente motivata, logica e priva di vizi giuridici, respingendo su tutta la linea le difese del ricorrente.

Le Motivazioni: la Responsabilità per la Falsa Dichiarazione Gratuito Patrocinio

La Corte ha articolato le sue motivazioni su tre pilastri fondamentali, offrendo chiarimenti importanti sulla falsa dichiarazione gratuito patrocinio.

La Piena Responsabilità della Firma

Il punto centrale della decisione è che la firma apposta su una dichiarazione sostitutiva ne fa assumere la piena paternità al dichiarante. Non è possibile scaricare la responsabilità sul legale che ha preparato il documento. La Corte ha sottolineato che, firmando, il ricorrente ha certificato come propri i dati contenuti nell’atto, soprattutto considerando che non si trattava di un documento particolarmente complesso e che l’interessato aveva una buona padronanza della lingua italiana.

L’Insussistenza del ‘Falso Innocuo’

La difesa del ‘falso innocuo’ è stata nettamente respinta. I giudici hanno chiarito che tale principio si applica solo quando la falsità non ha alcuna incidenza sulla funzione del documento. Nel caso del patrocinio a spese dello Stato, la dichiarazione sostitutiva ha proprio lo scopo di evitare ulteriori e complessi controlli da parte del giudice. Pertanto, una dichiarazione mendace lede direttamente la funzione dell’atto e l’interesse pubblico alla corretta amministrazione della giustizia, non potendo mai essere considerata ‘innocua’.

La Prova del Dolo

Infine, la Corte ha ritenuto provato l’elemento soggettivo del reato, ovvero il dolo. Lo stesso imputato aveva ammesso in sede di esame di essere consapevole di non avere diritto al beneficio. Questa consapevolezza era ulteriormente confermata dal fatto che aveva provveduto a remunerare il proprio avvocato con una somma di 500 euro, un comportamento palesemente incompatibile con la richiesta di assistenza legale gratuita.

Le Conclusioni

L’ordinanza in esame ribadisce con fermezza che la responsabilità per le dichiarazioni mendaci volte a ottenere il gratuito patrocinio è personale e non delegabile. La firma su un documento legale non è una mera formalità, ma un atto di piena assunzione di responsabilità. Questa pronuncia serve da monito: è essenziale verificare con la massima attenzione il contenuto di ogni documento che si sottoscrive, specialmente quando da esso possono derivare benefici economici e conseguenze penali. La pretesa di non aver compreso o di essersi fidati ciecamente di un professionista non costituisce una valida scusante di fronte alla legge.

Se il modulo per il gratuito patrocinio è preparato dal mio avvocato, sono comunque responsabile se contiene dati falsi?
Sì. Secondo la Corte di Cassazione, la firma apposta sul modulo comporta l’assunzione della piena paternità del suo contenuto. Non ci si può esimere dalla responsabilità sostenendo che il documento sia stato predisposto da altri, come il proprio legale.

Cosa significa che un falso in una dichiarazione non può essere considerato ‘innocuo’?
Significa che la falsità non è irrilevante. Nel caso della richiesta di gratuito patrocinio, la dichiarazione sostitutiva ha la specifica funzione di evitare controlli aggiuntivi da parte del giudice. Fornire dati non veritieri compromette direttamente questa funzione, quindi il falso non può essere considerato ‘innocuo’ e privo di conseguenze legali.

Il pagamento di un onorario all’avvocato può dimostrare l’intenzione di commettere il reato di falsa dichiarazione per il gratuito patrocinio?
Sì. La Corte ha ritenuto che il fatto di aver pagato l’avvocato (nella fattispecie, 500 euro) fosse una prova dell’elemento soggettivo del reato (dolo). Questo comportamento, infatti, dimostra che il richiedente era consapevole di non aver diritto al beneficio, rendendo la sua dichiarazione volontariamente mendace.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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