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Falsa dichiarazione gratuito patrocinio: i rischi

La Corte di Cassazione conferma la condanna per falsa dichiarazione per il gratuito patrocinio. L’omissione di redditi da lavoro straordinario non è un errore scusabile e, se l’eccedenza è significativa, non si applica la non punibilità per particolare tenuità del fatto.

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Pubblicato il 29 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Falsa dichiarazione gratuito patrocinio: condanna confermata dalla Cassazione

Compilare l’istanza per l’ammissione al patrocinio a spese dello Stato richiede la massima attenzione. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione (n. 4552/2024) ribadisce che la falsa dichiarazione per il gratuito patrocinio, anche se parziale, integra un reato e che l’errore non è facilmente scusabile, specialmente quando riguarda redditi di cui si doveva essere consapevoli. Analizziamo questa importante decisione.

I Fatti del Caso

Una cittadina veniva condannata sia in primo grado dal Tribunale di Firenze che in secondo grado dalla Corte d’Appello per il reato previsto dall’art. 95 del d.P.R. 115/2002. L’accusa era quella di aver presentato una falsa dichiarazione per il gratuito patrocinio, omettendo di indicare tutti i redditi percepiti in un determinato anno.

Nello specifico, la ricorrente aveva percepito redditi da lavoro straordinario che non aveva dichiarato, sostenendo in sua difesa di aver commesso un errore scusabile, credendo che la sua situazione reddituale non fosse cambiata rispetto all’anno precedente. Inoltre, chiedeva l’applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto, prevista dall’art. 131-bis del codice penale.

I motivi del ricorso e la falsa dichiarazione per il gratuito patrocinio

L’imputata ha presentato ricorso in Cassazione basandosi su due motivi principali:
1. Erronea valutazione dell’elemento soggettivo: Sosteneva la scusabilità del suo errore, ritenendo di non dover dichiarare variazioni di reddito che, a suo dire, non percepiva come significative.
2. Mancata applicazione della non punibilità per particolare tenuità del fatto: Riteneva che, anche qualora il reato fosse stato accertato, la sua condotta fosse talmente lieve da non meritare una sanzione penale.

Le motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, confermando la condanna e fornendo importanti chiarimenti su entrambi i punti sollevati.

Sull’Elemento Soggettivo del Reato

La Corte ha rigettato la tesi dell’errore scusabile. I giudici hanno sottolineato come la percezione di redditi da lavoro straordinario sia un evento di cui il lavoratore è pienamente consapevole. Tale consapevolezza implica la coscienza che il reddito annuale sarà inevitabilmente superiore a quello degli anni precedenti, caratterizzati solo da attività ordinaria.

Per integrare il reato di falsa dichiarazione per il gratuito patrocinio, è sufficiente il cosiddetto ‘dolo generico’, ovvero la coscienza e la volontà di presentare una dichiarazione non veritiera o incompleta. Non è necessaria l’intenzione specifica di frodare lo Stato, ma basta sapere che si stanno omettendo dati rilevanti. La Corte ha quindi concluso che non vi erano dubbi sulla piena consapevolezza dell’imputata, escludendo che la sua condotta potesse essere attribuita a mera leggerezza o a un errore scusabile.

Sulla Particolare Tenuità del Fatto

Anche il secondo motivo di ricorso è stato respinto. La Cassazione ha ricordato che la valutazione sulla tenuità del fatto è un giudizio complesso che spetta al giudice di merito e si basa su tutti gli elementi del caso concreto, come le modalità della condotta e l’entità del danno o del pericolo.

Nel caso specifico, la Corte d’Appello aveva correttamente ritenuto decisivo un elemento oggettivo: il superamento del limite di reddito per l’ammissione al beneficio era stato di circa tremila euro. Questa cifra è stata giudicata ‘indiscutibilmente significativa’ e sufficiente a escludere la particolare tenuità della condotta. Pertanto, la decisione di non applicare l’art. 131-bis c.p. è stata considerata logica, congrua e non sindacabile in sede di legittimità.

Le conclusioni

L’ordinanza in esame è un monito importante per tutti i cittadini che intendono accedere al patrocinio a spese dello Stato. La dichiarazione sostitutiva presentata deve essere compilata con la massima diligenza e trasparenza. La Corte di Cassazione conferma un orientamento rigoroso:

1. Ogni reddito conta: Ai fini dell’ammissione al beneficio, rileva ogni componente di reddito, imponibile o meno, in quanto espressivo della capacità economica del richiedente.
2. La consapevolezza è dolo: L’omissione di redditi noti al dichiarante (come quelli da lavoro straordinario) integra l’elemento soggettivo del reato, non potendosi invocare un errore scusabile.
3. L’entità dello scostamento è cruciale: Un superamento significativo del limite di reddito previsto dalla legge è un fattore decisivo che può impedire l’applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto.

Chi compila l’istanza deve quindi accertarsi di includere ogni entrata economica, anche quelle percepite in modo non continuativo, per evitare di incorrere in una grave responsabilità penale.

Omettere redditi da lavoro straordinario nella domanda di gratuito patrocinio è un errore scusabile?
No. Secondo la Corte di Cassazione, il lavoratore è pienamente consapevole di svolgere lavoro straordinario e del conseguente aumento del proprio reddito. L’omissione di tali somme non può essere considerata un errore scusabile, ma integra la coscienza e volontà di presentare una dichiarazione incompleta, sufficiente per configurare il reato.

Quale tipo di dolo è richiesto per il reato di falsa dichiarazione per il gratuito patrocinio?
È sufficiente il ‘dolo generico’. Ciò significa che non è necessario dimostrare che l’imputato avesse lo scopo specifico di truffare lo Stato, ma basta provare che avesse la coscienza e la volontà di presentare una dichiarazione falsa o incompleta riguardo ai dati di fatto rilevanti per l’ammissione al beneficio.

Perché nel caso di specie non è stata applicata la causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto (art. 131-bis c.p.)?
La causa di non punibilità non è stata applicata perché la Corte ha ritenuto che il superamento del limite di reddito, pari a circa tremila euro, fosse una circostanza ‘indiscutibilmente significativa’. Tale entità dell’eccedenza è stata considerata un indicatore di un grado di offensività della condotta non trascurabile, sufficiente a giustificare la necessità di una pena e, quindi, a escludere il beneficio della non punibilità.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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