LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Evasione e detenzione domiciliare: la durata conta?

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 10714/2024, ha dichiarato inammissibile il ricorso di un soggetto condannato per il reato di evasione dalla detenzione domiciliare. La Corte ha ribadito un principio fondamentale: la durata dell’allontanamento non autorizzato è irrilevante ai fini della configurabilità del reato. Anche una breve assenza integra il delitto di evasione e detenzione domiciliare, confermando la condanna e aggiungendo il pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 6 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Evasione dai Domiciliari: Anche Pochi Minuti Contano? La Cassazione Risponde

Quando si parla di evasione e detenzione domiciliare, sorge spesso un dubbio: un’assenza di breve durata può essere considerata meno grave o addirittura non punibile? La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha fornito una risposta netta e inequivocabile, ribadendo un principio consolidato che chiunque sia sottoposto a tale misura deve conoscere. Analizziamo insieme la decisione per capire la logica del legislatore e le implicazioni pratiche.

Il Contesto del Ricorso in Cassazione

Il caso esaminato dalla Suprema Corte riguardava una persona condannata dalla Corte d’Appello di Genova per il reato di evasione, previsto dall’art. 385 del codice penale. L’imputato, trovandosi in regime di detenzione domiciliare, si era allontanato senza autorizzazione dalla propria abitazione. Contro la sentenza di condanna, l’interessato ha proposto ricorso in Cassazione, evidentemente basando le proprie difese su argomenti ritenuti infondati dai giudici di legittimità.

La Decisione della Corte: Ricorso Inammissibile

La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione ha tagliato corto, dichiarando il ricorso “inammissibile”. Questa decisione non entra nel merito della vicenda, ma si ferma a un gradino prima, sancendo che i motivi presentati dal ricorrente erano “manifestamente infondati”. La conseguenza di tale declaratoria è stata non solo la conferma della condanna, ma anche l’imposizione al ricorrente del pagamento delle spese processuali e di una somma di tremila euro a favore della Cassa delle ammende.

Le Motivazioni: la Durata nell’Evasione e Detenzione Domiciliare è Irrilevante

Il cuore della decisione risiede nella motivazione con cui la Corte ha respinto le argomentazioni difensive. I giudici hanno chiarito che, ai fini della configurazione del reato di evasione, la durata dell’allontanamento è un fattore del tutto irrilevante. Il reato si consuma nel momento esatto in cui la persona sottoposta alla misura restrittiva si allontana dal luogo di detenzione senza una legittima autorizzazione.

La Corte ha specificato che la brevità dell’assenza non può operare come “scriminante”, ovvero come una circostanza in grado di giustificare il fatto e renderlo non punibile. Il bene giuridico tutelato dalla norma è l’autorità dello Stato e la sua capacità di eseguire le pene e le misure cautelari. Questo interesse viene leso istantaneamente con l’elusione del controllo, a prescindere dal fatto che l’assenza duri pochi minuti o intere giornate. La condotta è quindi penalmente rilevante già nel suo semplice verificarsi.

Le Conclusioni: un Monito Chiaro

L’ordinanza della Cassazione funge da importante monito per chi si trova in regime di detenzione domiciliare. Il messaggio è inequivocabile: non esistono “franchigie” temporali. Qualsiasi allontanamento non autorizzato, per quanto breve e per qualsiasi motivo, integra il grave reato di evasione. Le conseguenze non sono solo la condanna per un nuovo delitto, ma anche il rischio di un aggravamento della propria posizione processuale e l’imposizione di sanzioni pecuniarie, come avvenuto nel caso di specie. La legge, su questo punto, non ammette eccezioni basate sulla durata dell’infrazione.

Se una persona in detenzione domiciliare si allontana da casa solo per poco tempo, commette comunque il reato di evasione?
Sì, secondo la Corte di Cassazione la durata dell’allontanamento è irrilevante. Il reato si perfeziona nel momento stesso in cui il soggetto, senza autorizzazione, si allontana dal luogo di detenzione, anche se per un breve periodo.

Qual è stata la decisione della Corte di Cassazione sul ricorso?
La Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile perché i motivi addotti sono stati ritenuti manifestamente infondati. Di conseguenza, ha confermato la condanna per evasione.

Quali sono le conseguenze per chi presenta un ricorso inammissibile per il reato di evasione?
Oltre alla conferma della condanna, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma di 3.000 euro in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati