Evasione dalla Detenzione Domiciliare: I Limiti del Ricorso in Cassazione
L’evasione detenzione domiciliare è un reato che si configura quando un soggetto si allontana senza autorizzazione dal luogo in cui è obbligato a rimanere. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione offre spunti cruciali sui limiti del ricorso contro una condanna per tale reato, chiarendo il perimetro del giudizio di legittimità rispetto alla valutazione delle prove effettuata nei gradi di merito. Analizziamo insieme la decisione.
Il Caso: L’Assenza dal Luogo di Detenzione
Il caso riguarda un individuo sottoposto alla misura della detenzione domiciliare all’interno di un camper, collocato presso un campo nomadi. Durante un controllo da parte delle forze dell’ordine, l’uomo non veniva trovato né all’interno del veicolo né nelle immediate vicinanze. Sulla base della relazione di servizio che attestava questa assenza, i giudici di primo e secondo grado lo condannavano per il reato di evasione.
La Difesa dell’Imputato e il Ricorso in Cassazione
L’imputato, pur non negando di non essere stato trovato all’interno del camper, presentava ricorso in Cassazione sostenendo una tesi difensiva precisa: non vi sarebbero stati elementi di prova sufficienti a escludere che egli si trovasse nelle immediate adiacenze del mezzo al momento del controllo. A suo dire, la semplice assenza dal veicolo non integrava, da sola, la prova certa dell’allontanamento richiesto per configurare il reato di evasione.
La Valutazione della Prova e l’Evasione Detenzione Domiciliare
Il cuore della questione ruota attorno alla prova dell’allontanamento. La Corte d’Appello aveva fondato la sua decisione sulla relazione di servizio, un documento pienamente utilizzabile nel procedimento, svoltosi con rito abbreviato. Tale relazione attestava non solo che l’imputato non era nel camper, ma anche che non era presente nelle vie circostanti l’area in cui il veicolo era parcheggiato. Questa circostanza, per i giudici di merito, costituiva una prova sufficiente del suo allontanamento volontario dal luogo di detenzione.
Le Motivazioni della Cassazione: L’Inammissibilità del Ricorso
La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile perché manifestamente infondato, ribadendo un principio fondamentale del nostro sistema processuale.
Il Principio di Diritto: Divieto di Rivalutazione dei Fatti
Gli Ermellini hanno spiegato che il giudizio di cassazione non è una terza istanza di merito. Il suo compito è verificare la corretta applicazione della legge e la logicità della motivazione della sentenza impugnata, non operare una diversa lettura degli elementi di fatto. La valutazione delle prove, come la relazione di servizio, è riservata in via esclusiva al giudice di merito.
Proporre in Cassazione una diversa interpretazione delle risultanze processuali, ritenuta dal ricorrente più adeguata, non costituisce un vizio di legittimità che la Corte possa sanare. Nel caso di specie, la motivazione della Corte d’Appello era chiara e logica: la relazione di servizio provava l’assenza sia dal camper sia dalle zone circostanti. Le censure del ricorrente si risolvevano, quindi, in un tentativo inammissibile di ottenere una nuova e diversa valutazione del fatto.
Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Pronuncia
Questa ordinanza conferma un orientamento consolidato: non è possibile utilizzare il ricorso in Cassazione per contestare l’accertamento dei fatti così come ricostruito dai giudici di primo e secondo grado, a meno che non si dimostri un vizio logico palese o una violazione di legge nella motivazione. Per chi affronta un’accusa di evasione detenzione domiciliare, è fondamentale sapere che le prove decisive, come le relazioni delle forze dell’ordine, vengono valutate nel merito e la loro interpretazione difficilmente può essere messa in discussione davanti alla Suprema Corte, la quale si limita a un controllo di legittimità sulla decisione.
Se sono ai domiciliari in un camper e non vengo trovato all’interno durante un controllo, commetto evasione?
Sì, se viene accertato che non ci si trovava neanche nelle immediate vicinanze. Secondo la sentenza, la relazione di servizio che attesta l’assenza sia dal veicolo sia dalle aree circostanti è una prova sufficiente per fondare una condanna per evasione.
Posso chiedere alla Corte di Cassazione di riesaminare le prove, come la relazione di servizio della polizia?
No. La Corte di Cassazione non può riesaminare le prove o fornire una diversa interpretazione dei fatti. La sua funzione è controllare la corretta applicazione della legge e la logicità della motivazione della sentenza, non entrare nel merito della valutazione probatoria, che spetta esclusivamente ai giudici dei gradi precedenti.
Cosa significa che un ricorso è ‘manifestamente infondato’?
Significa che le ragioni presentate nel ricorso sono palesemente prive di fondamento giuridico e non hanno alcuna possibilità di essere accolte. In questi casi, la Corte dichiara l’inammissibilità dell’impugnazione senza nemmeno entrare nel merito della discussione.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 35615 Anno 2024
Penale Ord. Sez. 7 Num. 35615 Anno 2024
Presidente: COGNOME NOME
Relatore: COGNOME NOME
Data Udienza: 09/09/2024
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
NOME nato a BOLZANO il DATA_NASCITA
avverso la sentenza del 22/02/2024 della CORTE APPELLO SEZ.DIST. di BOLZANO
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
visti gli atti e la sentenza impugnata; dato avviso alle parti; esaminati i motivi del ricorso di NOME; udita la relazione svolta dal consigliere NOME COGNOME
OSSERVA
Rilevato che i motivi dedotti in relazione alla condanna per il reato di evasione sono inammissibili perché manifestamente infondati. Invero, il ricorrente, pur non contestando che egli non venne rinvenuto nel camper nel quale si trovava ristretto in detenzione domiciliare, nondimeno sostiene che non vi sono elementi di prova idonei a escludere che egli si trovasse nelle immediate adiacenze dello stesso. Sul punto, la Corte territoriale ha evidenziato che dalla relazione di servizio (utilizzabile essendosi proceduto con rito abbreviato) risultava che l’imputato non era stato trovato né nel camper, né nelle vie circostanti l’area dove questo mezzo era collocato (presso un campo nomadi). A fronte di tale motivazione, le censure del ricorrente appaiono all’evidenza inammissibili, dal momento che in tema di giudizio di cassazione esula dai poteri della Corte quello di operare una diversa lettura degli elementi di fatto posti a fondamento della decisione, la cui valutazione è riservata in via esclusiva al giudice di merito senza che possa integrare vizio di legittimità la mera prospettazione di una diversa valutazione delle risultanze processuali ritenute dal ricorrente più adeguate (Sez. U, n. 6402 del 2/07/1997, Dessimone, Rv. 207944; conforme, ex pluribus, Sez. 1, n. 45331 del 17/02/2023; Rezzuto, Rv. 285504 – 01).
Ritenuto che il ricorso deve pertanto essere dichiarato inammissibile, con la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma – ritenuta congrua – di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
P. Q. M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
Così deciso il 09/09/2024