Evasione dagli Arresti Domiciliari: Irrilevanti Durata e Motivi
L’ordinanza in esame della Corte di Cassazione affronta un tema cruciale in materia penale: i confini del reato di evasione dagli arresti domiciliari. Anche un allontanamento di breve durata e motivato da ragioni apparentemente valide può integrare il reato? La risposta della Suprema Corte è netta e conferma un orientamento rigoroso, sottolineando che qualsiasi violazione delle prescrizioni, senza autorizzazione, è penalmente rilevante.
Il Caso in Esame: Un Allontanamento Giustificato?
I fatti riguardano un soggetto sottoposto alla misura degli arresti domiciliari, il quale veniva visto dalle forze dell’ordine mentre rientrava nella propria abitazione dopo essersene allontanato. A sua discolpa, l’imputato sosteneva di aver agito per una necessità: aveva accompagnato la sua compagna, reduce da un intervento chirurgico, a farsi rimuovere i punti di sutura. Si trattava, a suo dire, di un’assenza di breve durata e dettata da una circostanza particolare, che a suo avviso non avrebbe dovuto configurare il reato contestato.
La Decisione della Corte sulla evasione arresti domiciliari
La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso dell’imputato inammissibile, ritenendolo manifestamente infondato. Gli Ermellini hanno confermato la decisione della Corte d’Appello, la cui motivazione è stata giudicata logica e coerente con i principi di diritto. La condanna per il reato di evasione dagli arresti domiciliari è stata quindi resa definitiva, con l’aggiunta della condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma a favore della cassa delle ammende.
Le Motivazioni della Sentenza
Il nucleo della decisione si basa su due principi fondamentali, chiaramente esposti nell’ordinanza.
L’Irrilevanza della Durata e dei Motivi
La Corte ha ribadito con fermezza che il reato di evasione si configura con qualsiasi allontanamento dal luogo di detenzione domiciliare avvenuto senza la prescritta autorizzazione del giudice. In quest’ottica, diventano del tutto irrilevanti elementi quali:
* La durata dell’assenza (anche pochi minuti sono sufficienti).
* La distanza dello spostamento.
* I motivi personali che hanno spinto il soggetto a violare la misura.
Il bene giuridico tutelato è l’esigenza di controllo dello Stato sulla persona sottoposta a misura restrittiva. Qualsiasi comportamento che eluda questa vigilanza, anche temporaneamente, integra la fattispecie criminosa.
Lo Stato di Necessità: una Giustificazione non Applicabile
L’imputato ha tentato di giustificare la sua condotta invocando, implicitamente, una sorta di stato di necessità. Tuttavia, la Cassazione ha smontato questa linea difensiva, ricordando che la scriminante dello stato di necessità richiede presupposti molto stringenti. Per essere applicabile, è necessaria la presenza di una situazione di grave e imminente pericolo per la persona, caratterizzata da indilazionabilità e cogenza, tale da non lasciare altra alternativa se non quella di violare la legge. Accompagnare una persona per la rimozione di punti di sutura, pur essendo un atto di assistenza, non presenta le caratteristiche di urgenza e di grave pericolo richieste dalla norma, e pertanto non può giustificare l’evasione dagli arresti domiciliari.
Le Conclusioni: Cosa Impariamo da Questa Ordinanza?
L’ordinanza della Suprema Corte serve come un importante monito sulla serietà e l’inderogabilità delle misure cautelari come gli arresti domiciliari. La lezione pratica è chiara: la misura deve essere rispettata con assoluto rigore. Qualsiasi esigenza di allontanamento, anche se apparentemente giustificata e per un breve periodo, deve essere sempre e preventivamente sottoposta al vaglio e all’autorizzazione dell’autorità giudiziaria competente. Agire di propria iniziativa espone al rischio concreto di una condanna per evasione, poiché le uniche cause di giustificazione ammesse, come lo stato di necessità, sono interpretate in modo estremamente restrittivo e limitate a situazioni di eccezionale e indifferibile gravità.
Uscire di casa per pochi minuti durante gli arresti domiciliari è reato?
Sì. Secondo la Corte, qualsiasi allontanamento non autorizzato dal luogo degli arresti domiciliari integra il reato di evasione, indipendentemente dalla sua durata.
Posso allontanarmi dagli arresti domiciliari per aiutare un familiare con un problema di salute non grave?
No. La giustificazione basata sullo “stato di necessità” è valida solo in presenza di un pericolo attuale e grave per la persona, tale da non lasciare altra scelta che violare la legge. Accompagnare una persona a togliere dei punti di sutura non rientra in questa casistica.
Cosa succede se il motivo per cui mi sono allontanato sembra valido e giustificabile?
I motivi personali, anche se comprensibili, sono irrilevanti e non escludono il reato di evasione se l’allontanamento non è stato preventivamente autorizzato dal giudice. La configurazione del reato prescinde dalle ragioni che inducono il soggetto a eludere la sorveglianza.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 7582 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 7582 Anno 2025
Presidente: NOME
Relatore: COGNOME NOME
Data Udienza: 20/01/2025
ORDINANZA
sul ricorso proposto da: COGNOME NOME nato a PALERMO il 13/11/1990
avverso la sentenza del 20/03/2024 della CORTE APPELLO di PALERMO
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
visti gli atti e la sentenza impugnata; dato avviso alle parti; esaminati i motivi del ricorso di COGNOME
udita la relazione svolta dal consigliere NOME COGNOME
Ritenuto che il ricorso – con il quale si eccepisce violazione di legge e vizio della motivazione in relazione alla conferma in appello della condanna per evasione dagli arresti domiciliari – deve essere dichiarato inammissibile in quanto il motivo dedotto è manifestamente infondato. Invero, la Corte di appello, con motivazione non illogica, ha ritenuto la sussistenza del reato sulla base di quanto riferito dagli operanti che hanno visto l’imputato – che si trovava agli arresti domiciliari presso la propria abitazione – rientrare nella stessa dopo essersene allontanato in assenza di autorizzazione, giudicando irrilevante la dedotta breve durata della violazione e la circostanza che l’imputato si fosse giustificato con gli operanti sostenendo di avere accompagnato la sua ragazza che aveva subito un’operazione e doveva levare i punti;
Rilevato che in tal modo, la sentenza impugnata ha fatto buon governo del principio in base al quale «integra il reato di evasione qualsiasi allontanamento dal luogo degli arresti domiciliari senza autorizzazione, non assumendo alcun rilievo, a tal fine, la sua durata, la distanza dello spostamento, ovvero i motivi che inducono il soggetto ad eludere la vigilanza sullo stato custodiale» (Sez. 6, n. 11679 del 21/03/2012, PG in proc. Fedele, Rv. 252192 – 01);
Rilevato altresì che la configurabilità dell’esimente dello stato di necessità, idonea ad escludere la sussistenza del reato di evasione, richiede l’immanenza di una situazione di grave pericolo alla persona con caratteristiche di indilazionabilità e cogenza tale da non lasciare altra alternativa che quella di violare la legge (Sez. 6, n. 33076 del 10/06/2003, COGNOME, Rv. 226524 – 01), situazione all’evidenza non riscontrabile nel caso in esame;
Ritenuto dunque che il ricorso deve essere dichiarato inammissibile, con la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma giudicata congrua – di euro tremila in favore della cassa delle ammende.
P. Q. M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
Così deciso il 20/01/2025