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Evasione arresti domiciliari: la vicinanza a casa

Un soggetto agli arresti domiciliari, trovato sulla pubblica via seppur vicino casa, ricorre in Cassazione sostenendo la mancanza di offensività della condotta. La Corte Suprema dichiara il ricorso inammissibile, ribadendo che l’essersi allontanati dal luogo di detenzione per trovarsi su una via pubblica integra il reato di evasione arresti domiciliari, respingendo la richiesta di una nuova valutazione dei fatti.

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Pubblicato il 6 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Evasione Arresti Domiciliari: Anche a Pochi Passi da Casa è Reato

L’evasione arresti domiciliari è un reato che solleva spesso dubbi interpretativi, specialmente riguardo a cosa costituisca un effettivo allontanamento dal luogo di detenzione. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha chiarito che anche trovarsi sulla pubblica via, seppur a pochi metri dalla propria abitazione, è sufficiente per configurare il reato, respingendo la tesi della mancanza di offensività della condotta.

I Fatti del Processo

Il caso riguarda un individuo sottoposto alla misura cautelare degli arresti domiciliari. Durante un controllo, le forze dell’ordine lo trovavano al di fuori della sua abitazione, precisamente sulla pubblica via antistante, in compagnia di altre persone. A seguito di ciò, veniva condannato in primo grado e in appello per il reato di evasione previsto dall’art. 385 del codice penale. L’imputato decideva quindi di presentare ricorso per Cassazione, sperando di ottenere un annullamento della condanna.

La Tesi Difensiva: la Mancanza di Offensività per la Vicinanza a Casa

La difesa del ricorrente si basava su un argomento principale: la condotta non sarebbe stata offensiva. Sosteneva, infatti, che la minima distanza dal luogo di detenzione (la propria abitazione) e il fatto di trovarsi in una sua pertinenza di fatto, non avessero realmente leso l’interesse protetto dalla norma, ovvero il controllo dello Stato sulla persona sottoposta a restrizione della libertà. In sostanza, si chiedeva alla Corte di considerare il fatto come una violazione non grave e, quindi, non penalmente rilevante.

La Decisione della Cassazione sull’Evasione dagli Arresti Domiciliari

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile. I giudici hanno sottolineato una distinzione fondamentale nel processo di legittimità: il ricorso in Cassazione può denunciare una violazione di legge, ma non può trasformarsi in una richiesta di rivalutazione dei fatti già accertati dai giudici di merito.

Nel caso specifico, la Corte ha ritenuto che il ricorso, pur apparendo come una critica alla violazione di legge, mirasse in realtà a ottenere un nuovo giudizio sulle prove e sulle circostanze del fatto, un’attività preclusa in sede di legittimità. I giudici di merito avevano già valutato, in modo non illogico, che la condotta dell’imputato integrasse pienamente il reato.

Le Motivazioni della Corte

La Cassazione ha specificato che le concrete modalità dell’azione erano decisive. Essere stati trovati “sulla pubblica via e in compagnia di altri soggetti” è stato considerato un elemento sufficiente per dimostrare l’allontanamento volontario dal luogo di detenzione e, di conseguenza, la sussistenza del reato di evasione. La valutazione dei giudici di appello è stata ritenuta corretta e logica, avendo accertato sia gli elementi strutturali del reato (l’allontanamento), sia la sua offensività (la sottrazione al controllo).

La Corte ha quindi escluso la possibilità di una “rivalutazione degli elementi strutturali del reato”, poiché questi erano stati “pienamente comprovati” dalle risultanze del controllo. La vicinanza all’abitazione non è un’esimente e non fa venir meno il carattere illecito della condotta.

Conclusioni

Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale in materia di evasione arresti domiciliari: il rispetto del luogo di detenzione deve essere assoluto. Qualsiasi allontanamento non autorizzato, che porti il soggetto sulla pubblica via, costituisce reato, indipendentemente dalla distanza percorsa. La decisione serve da monito, chiarendo che tentare di minimizzare la gravità della condotta appellandosi alla vicinanza geografica con la propria casa è una strategia difensiva destinata a fallire. La misura degli arresti domiciliari impone una permanenza continua nell’abitazione, e sottrarsi a tale obbligo, anche solo per trovarsi nel proprio quartiere, compromette la finalità della misura e integra il reato di evasione.

Trovarsi nelle immediate vicinanze della propria abitazione esclude il reato di evasione dagli arresti domiciliari?
No. Secondo l’ordinanza, il reato di evasione si configura anche se ci si trova nelle immediate vicinanze dell’abitazione, qualora ci si trovi sulla pubblica via e quindi al di fuori del luogo prescritto per la detenzione.

Perché la Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché, sotto l’apparenza di una denuncia di violazione di legge, mirava in realtà a ottenere una nuova valutazione dei fatti già esaminati logicamente dai giudici di merito, un’attività che non rientra nelle competenze della Corte di Cassazione.

Quali elementi sono stati considerati decisivi per confermare la condanna per evasione?
Gli elementi decisivi sono state le concrete modalità del fatto: l’imputato è stato trovato sulla pubblica via, anche se vicino a casa, e in compagnia di altre persone. Questi elementi sono stati ritenuti sufficienti a integrare sia gli aspetti strutturali del reato sia la sua offensività.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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