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Evasione arresti domiciliari: la Cassazione decide

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un uomo condannato per evasione dagli arresti domiciliari. L’imputato si era allontanato dalla propria abitazione per sedersi su una panchina pubblica. La Corte ha ritenuto che tale comportamento integrasse il reato, data la violazione del divieto di comunicare con terzi e i precedenti specifici dell’imputato, respingendo le tesi difensive sulla minima offensività del fatto.

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Pubblicato il 9 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Evasione Arresti Domiciliari: Anche Sedersi su una Panchina è Reato

L’evasione arresti domiciliari è un tema delicato che spesso genera dubbi interpretativi. Quanto deve durare l’allontanamento per essere considerato reato? E se ci si limita a sedersi su una panchina davanti casa? Una recente sentenza della Corte di Cassazione offre chiarimenti importanti, confermando un orientamento rigoroso e consolidato.

I Fatti di Causa

Il caso riguarda un soggetto, già sottoposto alla misura degli arresti domiciliari, che veniva sorpreso fuori dalla propria abitazione, seduto su una panchina situata nella pubblica via. In primo grado, il Tribunale lo aveva assolto. Tuttavia, la Corte di Appello, accogliendo il ricorso del Pubblico Ministero, aveva riformato la decisione, condannandolo per il reato di evasione ai sensi dell’art. 385 del codice penale.

Contro questa sentenza, la difesa dell’imputato ha proposto ricorso in Cassazione.

I Motivi del Ricorso e le Tesi Difensive

Il difensore ha basato il ricorso su due motivi principali:
1. Violazione di legge e vizio di motivazione per minima offensività: Secondo la difesa, la condotta era stata di brevissima durata e non aveva manifestato una reale volontà di sottrarsi alla misura cautelare. Si sosteneva quindi che il fatto fosse privo di una concreta offensività.
2. Violazione di legge per mancata valutazione delle prove: Si lamentava che la Corte di Appello avesse ignorato le argomentazioni del Tribunale e della difesa, senza esplicitare i criteri logici seguiti per arrivare alla condanna.

Le Motivazioni della Cassazione sull’evasione arresti domiciliari

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, respingendo su tutta la linea le argomentazioni difensive. I giudici hanno sottolineato un punto cruciale: l’imputato non si era limitato a uscire, ma si era collocato in un luogo pubblico, esponendosi alla possibilità di comunicare con altre persone. Questo comportamento violava direttamente uno dei precetti fondamentali degli arresti domiciliari, ovvero il divieto di avere contatti con soggetti diversi dai conviventi.

La Corte ha inoltre evidenziato che l’imputato aveva già tre precedenti condanne per lo stesso reato di evasione. Questo elemento ha rafforzato la valutazione della sua condotta, dimostrando una tendenza a non rispettare le prescrizioni dell’autorità giudiziaria. Secondo la Suprema Corte, il ricorso non si è confrontato adeguatamente con le solide argomentazioni della sentenza d’appello, che erano in linea con i principi di diritto consolidati in materia di evasione arresti domiciliari. La temporaneità dell’allontanamento o l’assenza di un piano di fuga strutturato non sono sufficienti a escludere il reato.

Conclusioni

La sentenza ribadisce un principio fondamentale: qualsiasi allontanamento non autorizzato dal luogo degli arresti domiciliari integra il reato di evasione. Non rileva la durata dell’assenza né la distanza percorsa. Il semplice fatto di trovarsi in un luogo pubblico, come una panchina, viola le finalità della misura cautelare, che impone un isolamento dal contesto sociale esterno. La decisione serve da monito, chiarendo che la valutazione della condotta non può prescindere dal contesto, inclusi i precedenti specifici dell’imputato, e dalla potenziale violazione di tutte le prescrizioni connesse alla misura.

È considerato evasione uscire di casa per sedersi su una panchina vicina durante gli arresti domiciliari?
Sì, secondo la sentenza in esame, tale comportamento integra il reato di evasione. Il fatto di collocarsi in un luogo pubblico, anche se vicino all’abitazione, viola il divieto di comunicazione con persone diverse dai conviventi e rappresenta un allontanamento non autorizzato.

La breve durata dell’allontanamento può escludere il reato di evasione?
No, la sentenza chiarisce che la temporaneità della condotta non è sufficiente a escludere il reato. L’elemento decisivo è l’allontanamento illegittimo dal luogo di detenzione, indipendentemente dalla sua durata.

Cosa succede se un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile?
Quando un ricorso è dichiarato inammissibile, come in questo caso, la Corte di Cassazione non esamina il merito della questione. La sentenza impugnata diventa definitiva e il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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