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Evasione arresti domiciliari: il garage non è casa

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 23350/2024, ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato, confermando che allontanarsi dalla propria abitazione per recarsi nel garage condominiale integra il reato di evasione arresti domiciliari. La Corte ha ribadito che il concetto di ‘abitazione’ ai fini della misura cautelare è circoscritto allo spazio di vita privata e domestica, escludendo le pertinenze e le aree comuni per garantire l’efficacia dei controlli di polizia e impedire contatti con l’esterno.

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Pubblicato il 27 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Evasione dagli Arresti Domiciliari: Anche il Garage Condominiale è ‘Fuori Casa’

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha riaffermato un principio fondamentale in materia di evasione arresti domiciliari, chiarendo i confini esatti del concetto di ‘abitazione’. La Suprema Corte ha stabilito che anche il semplice spostamento dalla propria abitazione al garage condominiale costituisce reato. Questa decisione, pur confermando un orientamento consolidato, offre spunti importanti sui limiti e la finalità della misura cautelare.

I Fatti del Caso: Dall’Appartamento al Garage

Il caso esaminato riguardava un soggetto sottoposto alla misura degli arresti domiciliari che aveva proposto ricorso avverso la sentenza della Corte d’Appello. Quest’ultima, pur riconoscendo la non punibilità per particolare tenuità del fatto, aveva comunque accertato la sussistenza del reato di evasione. Il fatto contestato era semplice e circoscritto: l’imputato si era allontanato dal proprio appartamento per recarsi nel garage condominiale, uno spazio comune dell’edificio.

La Decisione della Corte di Cassazione e il concetto di evasione arresti domiciliari

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, ritenendolo generico e riproduttivo di argomentazioni già esaminate e respinte nei precedenti gradi di giudizio. La decisione si fonda su un principio di diritto consolidato e rigoroso: la nozione di ‘abitazione’ ai sensi dell’art. 385 del codice penale deve essere interpretata in modo restrittivo.

Cos’è ‘Abitazione’ per gli Arresti Domiciliari?

La Suprema Corte ha specificato che per ‘abitazione’ si intende esclusivamente il luogo in cui la persona conduce la propria vita domestica e privata. Questa definizione esclude categoricamente ogni altra pertinenza come aree condominiali, dipendenze, giardini, cortili e, appunto, garage, a meno che non siano di stretta pertinenza e parte integrante dell’abitazione stessa.

Le Motivazioni della Sentenza

La Corte ha spiegato che questa interpretazione restrittiva non è un mero formalismo, ma risponde a due esigenze fondamentali della misura cautelare.

1. Efficacia dei Controlli: La reperibilità dell’imputato deve essere garantita in modo pronto e non aleatorio. Permettere al soggetto di muoversi liberamente in ampi spazi comuni renderebbe i controlli delle forze dell’ordine più difficili e meno efficaci.

2. Finalità della Misura: Lo scopo primario degli arresti domiciliari è impedire i contatti con l’esterno e limitare la libertà di movimento della persona. Questa finalità, volta a tutelare esigenze cautelari, verrebbe vanificata se fosse consentito trattenersi in spazi condominiali comuni, dove è possibile incontrare altre persone e comunicare con l’esterno.

La Corte ha quindi concluso che il trattenersi in un’area comune come il garage condominiale compromette la natura stessa della misura, integrando pienamente il reato di evasione.

Conclusioni

L’ordinanza ribadisce con chiarezza che chi si trova agli arresti domiciliari deve rimanere confinato all’interno del proprio spazio di vita strettamente privata. Qualsiasi allontanamento, anche se di breve durata e all’interno del medesimo stabile, verso aree comuni come garage, cortili o androni, costituisce evasione arresti domiciliari. Questa pronuncia serve da monito sulla necessità di un’osservanza scrupolosa delle prescrizioni imposte, sottolineando che la ratio della norma è quella di creare una netta separazione tra l’individuo e il mondo esterno, un obiettivo che non tollera eccezioni o interpretazioni estensive.

Andare nel garage condominiale è considerato evasione dagli arresti domiciliari?
Sì, secondo la Corte di Cassazione, allontanarsi dal proprio appartamento per recarsi nel garage condominiale integra il reato di evasione, poiché il garage è considerato un’area esterna allo spazio di vita strettamente domestica.

Perché le aree comuni come giardini o garage sono escluse dal luogo degli arresti domiciliari?
Sono escluse per due ragioni principali: per agevolare e rendere efficaci i controlli di polizia sulla reperibilità della persona e per impedire i contatti con l’esterno e il libero movimento, che sono le finalità primarie della misura cautelare.

Cosa succede se un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile in un caso simile?
Quando il ricorso è dichiarato inammissibile, la decisione impugnata diventa definitiva. Il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di denaro in favore della cassa delle ammende, come stabilito nel dispositivo della sentenza.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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