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Etilometro onere della prova: Cassazione chiarisce

Un automobilista, non punibile in appello per guida in stato di ebbrezza per tenuità del fatto, ricorre in Cassazione lamentando vizi procedurali e malfunzionamento del dispositivo. La Corte dichiara il ricorso inammissibile, chiarendo l’etilometro onere della prova: spetta alla difesa fornire elementi concreti per contestarne il funzionamento, non basta una generica richiesta.

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Pubblicato il 24 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Etilometro onere della prova: la Cassazione ribadisce i confini tra accusa e difesa

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 24286/2025, torna a pronunciarsi su un tema cruciale in materia di guida in stato di ebbrezza: la ripartizione dell’etilometro onere della prova. La decisione chiarisce con fermezza quando la contestazione sul funzionamento dell’apparecchio può essere considerata valida e quali sono i limiti temporali per sollevare determinate eccezioni procedurali. Questa pronuncia offre importanti spunti di riflessione per gli operatori del diritto e per i cittadini, delineando un quadro chiaro degli obblighi processuali delle parti.

I Fatti del Caso: dalla Tenuità del Fatto al Ricorso in Cassazione

Un automobilista veniva fermato alla guida di notte e sottoposto al test alcolemico, che rilevava un tasso di 0,89 g/l alla prima prova e 0,82 g/l alla seconda. Sia il Tribunale che la Corte d’Appello, considerata la buona biografia dell’imputato e l’entità del tasso alcolemico di poco superiore alla soglia di rilevanza penale (0,80 g/l), lo dichiaravano non punibile per particolare tenuità del fatto ai sensi dell’art. 131-bis c.p.

Nonostante l’esito favorevole, l’imputato decideva di ricorrere per Cassazione, affidandosi a tre motivi principali:
1. Nullità della sentenza d’appello: per una presunta discrasia tra la data di intestazione della sentenza e quella riportata in calce al dispositivo, che a suo dire dimostrava un convincimento del giudice formatosi prima della discussione.
2. Vizio procedurale: per il mancato avviso della facoltà di farsi assistere da un difensore durante l’accertamento con l’etilometro.
3. Malfunzionamento dell’etilometro: chiedendo una rinnovazione dell’istruttoria in appello per acquisire il libretto metrologico dell’apparecchio.

L’Onere della Prova sull’Etilometro secondo la Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, respingendo tutti i motivi. Il punto più significativo della decisione riguarda proprio l’etilometro onere della prova. I giudici hanno ribadito un principio giurisprudenziale consolidato: spetta all’accusa dimostrare l’omologazione e la regolare revisione periodica dell’apparecchio. Tuttavia, una volta che la pubblica accusa ha adempiuto a tale onere, la palla passa alla difesa.

È onere dell’imputato, infatti, non limitarsi a una generica contestazione, ma allegare elementi specifici e concreti che facciano dubitare del corretto funzionamento dello strumento. Non è sufficiente, come nel caso di specie, una mera richiesta esplorativa di acquisizione del libretto metrologico. La difesa deve fornire indizi precisi di vizi, errori di strumentazione o inattualità dei controlli per poter validamente contestare l’esito del test.

Le Altre Questioni: Nullità Procedurali e Tempistiche

La Corte ha colto l’occasione per fare chiarezza anche sugli altri due motivi di ricorso, evidenziando importanti limiti procedurali.

* Mancato avviso al difensore: La nullità derivante dal mancato avvertimento della facoltà di farsi assistere da un difensore è una nullità a regime intermedio. Secondo le Sezioni Unite, tale vizio deve essere eccepito, a pena di decadenza, prima della deliberazione della sentenza di primo grado. Proporlo per la prima volta con l’atto d’appello è, quindi, tardivo e inammissibile.
* Errore materiale sulla data: La discrasia tra le date, ha specificato la Corte, costituisce un mero errore materiale sanabile con l’apposita procedura di correzione e non una causa di nullità della sentenza. L’ipotesi che il giudice si fosse già convinto in anticipo attiene, invece, a un eventuale difetto di imparzialità, da far valere con l’istituto della ricusazione e non con un motivo di nullità.

Le Motivazioni

Le motivazioni della Corte si fondano su principi di economia processuale e di corretta ripartizione degli oneri probatori. Dichiarare inammissibile un ricorso basato su eccezioni tardive o generiche serve a evitare l’abuso dello strumento processuale. Sul punto cruciale dell’etilometro onere della prova, la Cassazione intende evitare che la difesa possa paralizzare il processo con richieste puramente esplorative. Richiedere alla difesa di fornire elementi concreti a supporto della contestazione sul funzionamento dell’etilometro garantisce che il dibattito processuale si concentri su questioni fondate e non su mere supposizioni. La Corte ha inoltre sottolineato che la richiesta di rinnovazione dell’istruttoria in appello è un istituto eccezionale, e il giudice non è obbligato a disporla se ritiene, con motivazione adeguata (anche implicita), che gli elementi già acquisiti siano sufficienti per decidere.

Le Conclusioni

In conclusione, la sentenza conferma un orientamento rigoroso e consolidato. Per contestare efficacemente l’esito dell’alcoltest, non è sufficiente dubitare genericamente dell’affidabilità dell’apparecchio. La difesa ha l’onere specifico di allegare fatti concreti (es. vizi evidenti, mancata calibrazione documentata, procedure di utilizzo errate) che possano incrinare la presunzione di corretto funzionamento di un etilometro omologato e regolarmente revisionato. In assenza di tali elementi, la prova fornita dall’accusa resta pienamente valida. La decisione ribadisce, inoltre, la necessità di rispettare scrupolosamente i termini processuali per sollevare eccezioni di nullità, pena la loro inammissibilità.

Quando è possibile contestare il funzionamento dell’etilometro?
Secondo la sentenza, è possibile contestare il funzionamento dell’etilometro solo se la difesa fornisce elementi concreti e specifici che indichino vizi, errori di strumentazione o la mancanza di controlli periodici. Una generica richiesta di verifica o l’acquisizione di documenti a scopo puramente esplorativo non è sufficiente se l’accusa ha già provato l’omologazione e la revisione dell’apparecchio.

Fino a quando si può eccepire il mancato avviso della facoltà di farsi assistere da un difensore durante l’alcoltest?
La nullità derivante dal mancato avviso deve essere eccepita, a pena di decadenza, entro la deliberazione della sentenza di primo grado. Sollevarla per la prima volta in appello è tardivo e rende il motivo inammissibile.

Una data sbagliata sulla sentenza la rende nulla?
No. Una discrasia tra le date indicate nella sentenza, se non incide sul contenuto decisionale, è considerata un mero errore materiale. Tale errore non causa la nullità della sentenza ma può essere corretto con un’apposita procedura, senza inficiare la validità della decisione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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