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Etilometro e curva di Widmark: la Cassazione decide

Un automobilista condannato per guida in stato di ebbrezza contesta i risultati dell’etilometro basandosi sulla curva di Widmark. La Cassazione dichiara il ricorso inammissibile, affermando che le misurazioni dell’etilometro sono valide anche se la decrescita del tasso alcolemico appare rapida, data la variabilità fisiologica individuale e la presenza di altre prove come la confessione e i sintomi evidenti.

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Pubblicato il 12 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Etilometro e Curva di Widmark: Quando la Scienza Incontra il Diritto

La recente sentenza n. 45825/2024 della Corte di Cassazione offre importanti chiarimenti sulla validità delle prove raccolte tramite etilometro, specialmente quando la difesa si basa su presunte incongruenze con la teoria scientifica, come la curva di Widmark. Questo caso analizza la condanna per guida in stato di ebbrezza di un automobilista che aveva causato un incidente stradale, mettendo in discussione non solo l’affidabilità della misurazione alcolemica ma anche principi fondamentali come il ne bis in idem.

I Fatti: Guida in Stato di Ebbrezza e l’Incidente

Un automobilista veniva condannato in primo e secondo grado per il reato di guida in stato di ebbrezza, aggravato dall’aver provocato un sinistro stradale. L’uomo, alla guida della sua autovettura, aveva invaso la corsia opposta, scontrandosi con un veicolo in sosta. I controlli effettuati con l’etilometro avevano rivelato un tasso alcolemico molto elevato: la prima misurazione registrava 2,41 g/l, mentre la seconda, effettuata dieci minuti dopo, segnava 2,16 g/l. La condanna prevedeva otto mesi di arresto, 2000 euro di ammenda e la revoca della patente di guida.

I Motivi del Ricorso: Dubbi sull’Etilometro e il Principio del Ne bis in idem

La difesa ha presentato ricorso in Cassazione basandosi su quattro motivi principali, due dei quali strettamente connessi tra loro.

La contestazione sulla Curva di Widmark

Il nucleo della difesa tecnica verteva sulla presunta inattendibilità dell’etilometro. Secondo il ricorrente, la rapida diminuzione del tasso alcolemico (da 2,41 a 2,16 g/l in soli dieci minuti) non sarebbe stata compatibile con i modelli scientifici, in particolare con la curva di Widmark. La difesa, supportata da uno studio universitario e da una consulenza tecnica di parte, sosteneva che tale calo fosse fisiologicamente anomalo e indice di un malfunzionamento dell’apparecchio. Per questo, aveva richiesto una perizia tecnica, negata sia in primo grado che in appello.

La presunta violazione del divieto di doppia punizione

Un altro motivo di ricorso sollevava una questione di legittimità costituzionale riguardo al principio del ne bis in idem (divieto di essere processati due volte per lo stesso fatto). L’imputato era stato sanzionato sia penalmente (con arresto e ammenda) sia amministrativamente (con la sospensione della patente). Secondo la difesa, richiamando la giurisprudenza della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo (sentenza “Grande Stevens contro Italia”), anche la sanzione amministrativa avrebbe una natura “afflittiva” e sostanzialmente penale, determinando così una duplicazione di sanzioni per la stessa condotta, in violazione delle convenzioni internazionali.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, respingendo tutte le argomentazioni della difesa con motivazioni precise e aderenti al consolidato orientamento giurisprudenziale.

L’affidabilità dell’etilometro e i limiti della Curva di Widmark

Sui motivi relativi all’attendibilità dell’etilometro, la Corte ha ribadito un principio fondamentale: le tempistiche di assorbimento e smaltimento dell’alcol non sono uguali per tutti, ma variano notevolmente da persona a persona in base a caratteristiche fisiche e altre peculiarità. La curva di Widmark, pertanto, non ha un valore assoluto ma fornisce un modello generale. La rapida decrescita del tasso alcolemico, nel caso specifico, non era un sintomo di malfunzionamento dello strumento, ma poteva essere legata alle specifiche caratteristiche fisiologiche dell’imputato.

Inoltre, la Corte ha sottolineato come la validità della prova non si basasse unicamente sull’esito dell’etilometro. Altri elementi corroboravano lo stato di ebbrezza: l’ammissione dello stesso imputato di aver bevuto prima di mettersi alla guida, i chiari sintomi riscontrati al momento del controllo (alito vinoso, andatura vacillante) e, non da ultimo, l’incidente stradale da lui stesso causato. Di fronte a un quadro probatorio così solido e coerente, la richiesta di una perizia risultava superflua.

L’infondatezza della questione sul Ne bis in idem

Anche la questione sulla presunta violazione del ne bis in idem è stata ritenuta manifestamente infondata. La Cassazione ha spiegato che il sistema sanzionatorio del Codice della Strada prevede un approccio “integrato”. La sanzione penale e quella amministrativa accessoria (come la revoca della patente) non sono due punizioni distinte per lo stesso fatto, ma compongono un’unica risposta sanzionatoria, volta a soddisfare finalità diverse ma complementari: quella repressiva (penale) e quella preventiva e di tutela della sicurezza pubblica (amministrativa).

La sanzione amministrativa, in questo contesto, è parte di un “editto sanzionatorio complessivo” e non assume quella natura “sostanzialmente penale” che farebbe scattare il divieto di doppia punizione secondo l’interpretazione della CEDU.

Le Conclusioni: Cosa Insegna Questa Sentenza

La pronuncia della Cassazione conferma due principi di grande rilevanza pratica. In primo luogo, l’esito dell’etilometro mantiene la sua piena validità probatoria anche a fronte di apparenti anomalie rispetto a modelli teorici come la curva di Widmark, a condizione che sia supportato da un quadro di ulteriori elementi fattuali (sintomi, ammissioni, dinamica del sinistro). La variabilità individuale è un fattore che il giudice deve considerare, impedendo che un dato teorico possa da solo inficiare una prova tecnica. In secondo luogo, viene consolidato l’orientamento secondo cui il doppio binario sanzionatorio (penale e amministrativo) per la guida in stato di ebbrezza è legittimo e non viola il principio del ne bis in idem, poiché le sanzioni sono concepite come un sistema integrato volto a una deterrenza più efficace.

Il risultato dell’etilometro può essere contestato se appare incoerente con la curva di Widmark teorica?
Sì, può essere contestato, ma la sola incoerenza con il modello teorico non è sufficiente a invalidare la prova. La Corte di Cassazione ha stabilito che la validità dell’etilometro è confermata se supportata da altri elementi di prova, come i sintomi evidenti di ebbrezza, l’ammissione del conducente o la dinamica dell’incidente, poiché i tassi di assorbimento e smaltimento dell’alcol variano significativamente da individuo a individuo.

Perché l’applicazione di una sanzione penale e di una sanzione amministrativa (come la revoca della patente) per la guida in stato di ebbrezza non viola il principio del ne bis in idem (doppia punizione)?
Secondo la Corte, non si tratta di una doppia punizione perché le due sanzioni fanno parte di un sistema sanzionatorio “integrato” e complementare. La sanzione penale ha una finalità repressiva, mentre quella amministrativa ha una finalità preventiva e di tutela della sicurezza. Insieme, costituiscono una risposta complessiva e proporzionata alla gravità del fatto, senza che la sanzione amministrativa assuma una natura “sostanzialmente penale” autonoma.

Quali altre prove possono confermare l’affidabilità di un test effettuato con l’etilometro?
Oltre al risultato numerico dell’apparecchio, la sua affidabilità può essere suffragata da altri elementi di prova, come l’ammissione da parte dell’imputato di aver consumato bevande alcoliche, la presenza di chiari sintomi di ebbrezza (ad esempio, alito vinoso, linguaggio sconnesso, andatura instabile) e le circostanze del fatto, come l’aver causato un incidente stradale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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