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Estradizione cittadino UE: obbligo di informazione

La Corte di Cassazione ha stabilito che, in caso di richiesta di estradizione verso un Paese terzo (come gli USA), lo Stato membro richiesto (Italia) ha l’obbligo di informare lo Stato membro di cui l’interessato è cittadino (Francia). Questa pronuncia, in un caso di estradizione cittadino UE, serve a tutelare il diritto alla libera circolazione, permettendo allo Stato di cittadinanza di valutare l’emissione di un Mandato d’Arresto Europeo per gli stessi fatti. La sentenza del giudice di merito è stata annullata con rinvio.

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Pubblicato il 22 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Estradizione cittadino UE: La Cassazione rafforza la tutela dei diritti

La recente sentenza della Corte di Cassazione in materia di estradizione cittadino UE segna un punto fondamentale nella protezione dei diritti di libera circolazione all’interno dell’Unione. Il caso analizzato riguarda la richiesta di estradizione di un cittadino francese, presente in Italia, verso gli Stati Uniti. La Corte ha stabilito un principio di collaborazione cruciale: lo Stato richiesto deve sempre informare lo Stato di cittadinanza dell’interessato prima di decidere sulla consegna.

I fatti del caso: una richiesta di estradizione dagli USA

Un cittadino di nazionalità francese veniva raggiunto in Italia da una richiesta di estradizione avanzata dalle autorità statunitensi per il reato di sottrazione di minore. La Corte di Appello di Roma aveva inizialmente concesso l’estradizione, basandosi sul trattato bilaterale Italia-USA, che non prevede la cittadinanza come causa di rifiuto della consegna. Tuttavia, il cittadino francese ha presentato ricorso in Cassazione, lamentando la mancata comunicazione della procedura alla Francia, suo Stato di appartenenza. La legge francese, a differenza di quella italiana, vieta l’estradizione dei propri cittadini, una garanzia che l’interessato avrebbe perso per il solo fatto di trovarsi in un altro Stato membro.

La questione giuridica e l’impatto sull’estradizione cittadino UE

La questione centrale verte sulla compatibilità tra gli obblighi derivanti da un trattato di estradizione con un Paese terzo e i diritti fondamentali garantiti ai cittadini europei, in particolare la libertà di circolazione sancita dagli articoli 18 e 21 del TFUE. Permettere l’estradizione di un cittadino UE da uno Stato membro (Italia) in condizioni diverse e meno garantiste rispetto a quelle che avrebbe nel suo Stato di origine (Francia) crea una disparità di trattamento che limita di fatto tale libertà. L’esercizio del diritto di circolare liberamente non può tradursi in una rinuncia implicita a tutele fondamentali connesse al proprio status di cittadino.

Il principio “Petruhhin” e l’obbligo di collaborazione europea

La Corte di Cassazione ha fondato la sua decisione sulla consolidata giurisprudenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea (CGUE), a partire dalla celebre sentenza “Petruhhin”. Questo principio stabilisce che, di fronte a una richiesta di estradizione da uno Stato terzo, lo Stato membro in cui si trova il cittadino UE deve avviare una procedura di consultazione con lo Stato membro di cittadinanza. Lo scopo è dare a quest’ultimo la possibilità di perseguire penalmente il proprio cittadino, emettendo un Mandato d’Arresto Europeo (MAE) per gli stessi fatti. Questo meccanismo di cooperazione privilegia la giurisdizione interna all’Unione, proteggendo il cittadino dall’estradizione verso l’esterno.

Le motivazioni della Cassazione: la tutela della libera circolazione

La Suprema Corte ha chiarito che l’obbligo di informazione non è legato alla normativa dello Stato richiesto (l’Italia), ma sorge per tutelare un diritto fondamentale del cittadino europeo. La garanzia contro l’estradizione, prevista dalla Francia, è connessa allo status di cittadino francese e, di conseguenza, di cittadino europeo. Omettere l’informativa alla Francia avrebbe significato pregiudicare il diritto alla libera circolazione, poiché il cittadino si sarebbe trovato in una posizione deteriore per il solo fatto di aver esercitato tale diritto spostandosi in Italia. La Corte ha quindi affermato che gli obblighi di collaborazione euro-unitaria prevalgono su quelli derivanti da trattati bilaterali con Stati terzi, come quello tra Italia e USA.

Conclusioni: cosa cambia per i cittadini UE

La sentenza annulla la decisione della Corte di Appello e rinvia il caso per un nuovo giudizio. Il giudice di merito dovrà ora informare le autorità francesi della pendenza della procedura di estradizione, fissando un termine congruo entro cui la Francia potrà decidere se emettere un Mandato d’Arresto Europeo. Se la Francia emetterà il MAE, la procedura di consegna intra-europea avrà la precedenza. Se, invece, la Francia rimarrà inerte, l’Italia potrà procedere con la valutazione della richiesta di estradizione statunitense. Questa decisione rafforza la cittadinanza europea come uno scudo di tutele che segue la persona ovunque si trovi all’interno dell’Unione, garantendo parità di trattamento e la salvaguardia dei diritti fondamentali.

Uno Stato UE può estradare un cittadino di un altro Stato UE verso un Paese terzo, come gli USA, se la propria legge lo permette?
Sì, ma solo dopo aver adempiuto all’obbligo di informare lo Stato membro di cui la persona è cittadina. Questo per permettere a tale Stato di valutare l’emissione di un Mandato d’Arresto Europeo per gli stessi fatti.

Perché è necessario informare lo Stato di cittadinanza se la richiesta di estradizione è ricevuta da un altro Stato membro?
È necessario per tutelare i diritti fondamentali del cittadino europeo, in particolare la libertà di circolazione. Omettere l’informativa creerebbe una disparità di trattamento basata unicamente sul luogo in cui il cittadino si trova all’interno dell’UE, limitando di fatto tale libertà.

Cosa succede se lo Stato di cittadinanza, una volta informato, non agisce e non emette un Mandato d’Arresto Europeo?
Se, entro un termine ragionevole fissato dallo Stato richiesto, lo Stato di cittadinanza rimane inerte o decide di non emettere un Mandato d’Arresto Europeo, lo Stato richiesto può procedere con la valutazione della richiesta di estradizione presentata dal Paese terzo.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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