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Estinzione reato per prescrizione: Cassazione annulla

La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza di condanna per guida in stato di ebbrezza con incidente. Nonostante il ricorso dell’imputato si basasse su un presunto vizio di notifica, la Corte ha rilevato la sopravvenuta estinzione del reato per prescrizione. I giudici hanno specificato che, non essendo i motivi di ricorso manifestamente infondati, si doveva procedere con la declaratoria di estinzione, annullando la condanna senza rinvio.

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Pubblicato il 27 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Estinzione Reato per Prescrizione: La Cassazione Annulla Condanna per Guida in Ebbrezza

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 3378/2024, ha affrontato un caso di guida in stato di ebbrezza, concludendo con l’annullamento della condanna a causa della sopravvenuta estinzione del reato per prescrizione. Questa decisione sottolinea un principio fondamentale del nostro ordinamento: il decorso del tempo può cancellare un reato, a patto che le ragioni dell’impugnazione non siano palesemente pretestuose.

I Fatti: Dal Sinistro Stradale al Ricorso in Cassazione

La vicenda ha origine da un sinistro stradale causato da un conducente in stato di ebbrezza. Dopo la condanna in primo grado presso il Tribunale di Padova, la Corte d’Appello di Venezia aveva parzialmente riformato la sentenza, riducendo la pena a otto mesi di arresto e 3.000 euro di multa.

La difesa dell’imputato ha presentato ricorso in Cassazione, basandosi su un unico motivo di natura processuale. Si contestava una nullità assoluta derivante da un vizio nella citazione a giudizio. In particolare, sebbene la prima notifica fosse regolare, il giudice di primo grado aveva disposto la rinnovazione della citazione. Secondo la difesa, questo secondo tentativo di notifica non era stato perfezionato correttamente, invalidando così l’intero procedimento.

L’impatto dell’Estinzione del Reato per Prescrizione

Prima di analizzare nel merito il vizio processuale sollevato dalla difesa, la Suprema Corte ha effettuato una verifica preliminare sui termini di prescrizione. Il reato contravvenzionale in questione, commesso il 2 giugno 2017, prevedeva un termine massimo di prescrizione di quattro anni. Tale termine è stato aumentato a cinque anni a causa di atti interruttivi e ulteriormente prolungato di 350 giorni per le sospensioni del dibattimento. Il calcolo finale ha fissato la data di estinzione del reato al 19 maggio 2023, data ormai trascorsa al momento della decisione della Cassazione.

Le Motivazioni della Suprema Corte

La Corte ha applicato il principio sancito dall’art. 129 del codice di procedura penale. Questa norma impone al giudice di dichiarare immediatamente l’esistenza di una causa di estinzione del reato, come la prescrizione. L’unica eccezione si verifica quando le ragioni del ricorso sono palesemente infondate o dilatorie. In tal caso, il ricorso verrebbe dichiarato inammissibile, e la condanna diventerebbe definitiva.

Nel caso di specie, i giudici hanno ritenuto che le argomentazioni della difesa non fossero né manifestamente infondate né chiaramente dilatorie. Al contrario, le questioni sollevate riguardo al difetto di notificazione del decreto di citazione a giudizio sono state definite “difese tecniche degne di essere considerate”. Poiché il ricorso superava questo vaglio di ammissibilità, la Corte non ha potuto fare altro che prendere atto dell’intervenuta prescrizione e dichiarare estinto il reato.

Le Conclusioni

In conclusione, la Corte di Cassazione ha pronunciato l’annullamento senza rinvio della sentenza impugnata. Questo significa che la condanna è stata definitivamente cancellata e il procedimento penale si è concluso. La decisione evidenzia come, anche in presenza di una condanna nei gradi di merito, il decorso del tempo unito a motivi di ricorso tecnicamente validi possa portare all’estinzione del reato, estinguendo di fatto ogni conseguenza penale per l’imputato.

Quando un reato si estingue per prescrizione?
Un reato si estingue per prescrizione quando trascorre il tempo massimo previsto dalla legge (in questo caso, quattro anni più le estensioni per atti interruttivi e sospensioni) senza che sia intervenuta una sentenza definitiva.

Perché la Corte ha dichiarato la prescrizione prima di decidere sul vizio di notifica?
La legge impone al giudice di dichiarare immediatamente una causa di estinzione del reato, come la prescrizione, a meno che non emergano prove evidenti per un’assoluzione immediata o il ricorso sia palesemente inammissibile. Essendo il termine di prescrizione già scaduto, questa declaratoria aveva la priorità.

Cosa significa che il ricorso non era ‘manifestamente infondato’?
Significa che le argomentazioni legali della difesa, relative al presunto errore nella notifica della citazione a giudizio, erano considerate tecnicamente valide e meritevoli di approfondimento, non pretestuose o finalizzate unicamente a perdere tempo. Questa valutazione ha permesso di evitare l’inammissibilità del ricorso e di applicare la prescrizione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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