Estinzione del Reato per Morte: La Cassazione Annulla la Sentenza
L’esito di un processo penale può essere radicalmente influenzato da eventi che prescindono dal merito dell’accusa. Uno di questi è il decesso dell’imputato. La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 13497 del 2024, ribadisce un principio fondamentale del nostro ordinamento: l’estinzione del reato per morte del reo impone l’immediata chiusura del procedimento e l’annullamento della condanna. Questo articolo analizza la decisione, chiarendo le sue implicazioni procedurali.
I Fatti del Caso
La vicenda giudiziaria trae origine da una condanna emessa dal Tribunale di Padova e successivamente confermata dalla Corte d’Appello di Venezia nel luglio 2022. L’imputato era stato ritenuto responsabile per reati previsti dal Codice della Strada, in particolare per non essersi fermato e non aver prestato assistenza a seguito di un incidente stradale.
Contro la sentenza di secondo grado, la difesa aveva proposto ricorso per Cassazione, lamentando vizi di motivazione e violazioni di legge. Nello specifico, si contestava l’affermazione della responsabilità penale, il mancato riconoscimento della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto (art. 131-bis c.p.) e la mancata valutazione di una quietanza rilasciata dalla parte civile.
L’Evento Decisivo: Il Decesso dell’Imputato e l’Estinzione del Reato per Morte
Durante la pendenza del giudizio di legittimità, è accaduto un fatto nuovo e risolutivo. Il difensore dell’imputato ha depositato il certificato di morte del suo assistito, attestante il decesso avvenuto nel gennaio 2023.
Questo evento ha cambiato completamente lo scenario processuale. La morte dell’imputato, infatti, costituisce una delle cause di estinzione del reato previste dal nostro ordinamento giuridico. Di fronte a tale circostanza, l’esame nel merito dei motivi di ricorso diventa irrilevante.
Le Motivazioni della Decisione
La Corte di Cassazione ha basato la sua decisione sull’applicazione diretta dell’articolo 150 del codice penale. Tale norma stabilisce in modo inequivocabile che “la morte del reo, avvenuta prima della condanna definitiva, estingue il reato“.
I giudici hanno quindi rilevato che, essendo intervenuto il decesso dell’imputato, la pretesa punitiva dello Stato viene meno. Di conseguenza, il processo non può più proseguire. L’unica pronuncia possibile è quella che dichiara l’estinzione del reato. La Corte ha quindi annullato la sentenza impugnata senza disporre un nuovo giudizio (annullamento senza rinvio), poiché non vi era più alcun merito da discutere.
Conclusioni: Le Implicazioni Pratiche della Sentenza
La sentenza in esame conferma un caposaldo del diritto penale: la responsabilità penale è strettamente personale e non può sopravvivere alla morte del suo autore. Le implicazioni pratiche sono chiare:
1. Prevalenza della Causa Estintiva: La morte dell’imputato è una causa di estinzione che prevale su qualsiasi altra valutazione, inclusi i motivi di ricorso, anche se potenzialmente fondati.
2. Chiusura Definitiva del Procedimento: L’annullamento senza rinvio della sentenza di condanna chiude definitivamente il procedimento penale.
3. Effetto Retroattivo: La condanna viene annullata come se non fosse mai stata emessa, cancellando ogni effetto penale a carico del defunto.
Questa decisione, pur derivando da un evento tragico, riafferma il principio di civiltà giuridica secondo cui l’azione penale dello Stato si arresta di fronte alla morte della persona accusata.
Cosa succede a una condanna penale se l’imputato muore durante il processo di Cassazione?
La Corte di Cassazione dichiara l’estinzione del reato per morte dell’imputato e, di conseguenza, annulla la sentenza di condanna senza rinvio, ponendo fine al procedimento in modo definitivo.
Quale norma regola l’estinzione del reato per morte dell’imputato?
L’articolo 150 del codice penale stabilisce che la morte del reo, se avviene prima che la condanna diventi definitiva, estingue il reato.
La Corte di Cassazione valuta i motivi del ricorso se l’imputato è deceduto nel frattempo?
No. Secondo la sentenza, l’intervenuta morte dell’imputato è una causa estintiva del reato che assorbe e rende superfluo l’esame di qualsiasi motivo di ricorso. La Corte deve limitarsi a prendere atto del decesso e annullare la sentenza.
Testo del provvedimento
Sentenza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 13497 Anno 2024
Penale Sent. Sez. 7 Num. 13497 Anno 2024
Presidente: COGNOME NOME
Relatore: COGNOME NOME COGNOME
Data Udienza: 14/03/2024
SENTENZA
sul ricorso proposto da:
COGNOME NOME nato a BASSANO DEL GRAPPA il DATA_NASCITA
avverso la sentenza del 11/07/2022 della CORTE APPELLO di VENEZIA
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
RITENUTO IN FATTO E CONSIDERATO IN DIRITTO
1.La Corte di Appello di Venezia del 10 luglio 2022 di conferma della condanna del Tribunale di Padova in ordine al reato di cui all’art. 81 cpv. cod. pen e 189 commi 6 e 7 d.gs 30 aprile 992 n1 285 commesso in Padova il 15.3.2018.
Avverso detta sentenza ha presentato ricorso l’imputato, a mezzo del difensore, deducendo il vizio di motivazione e violazione di legge in relazione alla affermazione della penale responsabilità; il vizio di motivazione e la violazione di legge in ordine al mancato riconoscimento della causa di non punibilità ex art. 131 bis cod. pen.; vizio di motivazione e violazione di legge in relazione alla mancata considerazione dell’atto di quietanza rilasciato dalla parte civile.
Nelle more del procedimento, il difensore del ricorrente ha fatto pervenire il certificato di morte di COGNOME, attestante l’intervenuto decesso del medesimo in data 20.1.2023.
Ai sensi dell’art. 150 cod. pen. stante l’intervenuta morte dell’imputato si impone l’annullamento senza rinvio della sentenza impugnata
P.Q.M.
Annulla senza rinvio la sentenza impugnata perché il reato è estinto per morte dell’imputato .
Così deciso in Roma, il 14 marzo 2024
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Il Presidente