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Estinzione reato: la Cassazione annulla la recidiva

La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza di condanna nella parte relativa alla recidiva. La Corte ha chiarito che, a seguito dell’estinzione reato di un precedente decreto penale, questo non può più essere considerato per aggravare la pena. Di conseguenza, i giudici hanno eliminato la recidiva e ricalcolato la pena in misura inferiore, evidenziando l’importanza di verificare gli effetti estintivi delle condanne precedenti.

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Pubblicato il 19 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Estinzione Reato e Recidiva: Come un Decreto Penale Estinto Può Cambiare la Pena

La recente sentenza della Corte di Cassazione, n. 1470 del 2024, offre un importante chiarimento sul tema dell’estinzione reato e sulle sue dirette conseguenze sulla recidiva. Questo caso dimostra come un precedente penale, seppur esistente, possa perdere la sua efficacia ai fini dell’aumento di pena qualora intervengano le condizioni previste dalla legge per la sua estinzione. La decisione sottolinea l’importanza per la difesa di provare l’avvenuta estinzione e il dovere del giudice di tenerne conto.

I Fatti del Caso Giudiziario

Il caso ha origine da una condanna per violazione della legge sugli stupefacenti. La Corte di Appello di Napoli, pur riqualificando il fatto come di lieve entità (ai sensi del comma 5 dell’art. 73 d.P.R. 309/90), aveva confermato la sussistenza della recidiva basandosi su un unico precedente penale dell’imputata: un decreto penale di condanna risalente a diversi anni prima.

Il difensore dell’imputata ha proposto ricorso in Cassazione, sollevando due questioni principali:
1. La mancata esclusione della recidiva, nonostante fosse stata prodotta in appello la documentazione che attestava l’avvenuta estinzione reato relativo al precedente decreto penale, ai sensi dell’art. 460, comma 5, del codice di procedura penale.
2. La determinazione di una pena base ritenuta eccessiva e immotivata rispetto al minimo previsto per il reato di lieve entità.

La Decisione della Corte di Cassazione e l’impatto dell’estinzione reato

La Suprema Corte ha accolto il ricorso, ritenendo fondato e decisivo il primo motivo. I giudici hanno stabilito che la Corte di Appello aveva commesso un errore di diritto ignorando il provvedimento di estinzione del reato prodotto dalla difesa. L’articolo 460, comma 5, c.p.p. prevede infatti che il reato oggetto di decreto penale di condanna si estingua se, entro un determinato periodo (cinque anni per i delitti, due per le contravvenzioni), l’imputato non commette un altro reato della stessa indole.

Le Motivazioni della Sentenza

La Cassazione ha chiarito che, una volta dichiarato estinto, il reato perde ogni effetto penale. Di conseguenza, non può più costituire il presupposto per la contestazione e l’applicazione della recidiva. Nel caso di specie, l’unico precedente penale a carico dell’imputata era proprio quello estinto; pertanto, la recidiva doveva essere eliminata.

Il giudice di appello non solo aveva omesso di considerare la documentazione prodotta, ma aveva addirittura utilizzato quel precedente per giustificare la mancata esclusione della recidiva e per formulare una prognosi negativa sulla condotta futura dell’imputata. Questo errore ha viziato l’intero processo di determinazione della pena.

Di fronte a tale palese violazione di legge, la Corte di Cassazione ha deciso di annullare la sentenza senza rinvio, limitatamente alla recidiva. Sfruttando la facoltà prevista dall’art. 620, lett. l), c.p.p., ha proceduto direttamente a rideterminare la pena. Eliminata la recidiva, che in appello era stata bilanciata in equivalenza con le attenuanti generiche, queste ultime hanno potuto esplicare pienamente il loro effetto di riduzione della pena. La Corte ha quindi ricalcolato la sanzione finale, applicando la riduzione di un terzo per le attenuanti e un ulteriore terzo per il rito abbreviato, pervenendo a una pena sensibilmente inferiore.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche

Questa sentenza ribadisce un principio fondamentale: l’estinzione reato ha un effetto tombale sugli effetti penali della condanna, inclusa la sua idoneità a fondare un giudizio di recidiva. Per gli avvocati, emerge l’importanza cruciale di verificare lo stato dei precedenti penali dei propri assistiti e di produrre in giudizio ogni documento che ne attesti l’eventuale estinzione. Per i giudici, ne deriva l’obbligo di valutare attentamente tale documentazione, poiché la sua omissione costituisce un vizio di legge che può portare all’annullamento della sentenza. La corretta applicazione delle norme sull’estinzione garantisce che il calcolo della pena sia equo e rispettoso del percorso riabilitativo del condannato.

Quando si estingue un reato oggetto di decreto penale di condanna?
Il reato si estingue se, dal momento in cui il decreto è divenuto esecutivo, decorre un termine di cinque anni (in caso di delitto) o di due anni (in caso di contravvenzione) senza che il condannato commetta un delitto o una contravvenzione della stessa indole.

Qual è l’effetto dell’estinzione del reato sulla recidiva?
L’estinzione del reato elimina tutti i suoi effetti penali. Di conseguenza, un reato dichiarato estinto non può essere utilizzato come precedente per contestare o applicare la recidiva in un procedimento successivo.

Perché la Corte di Cassazione ha ricalcolato direttamente la pena?
La Corte di Cassazione ha potuto ricalcolare la pena perché, una volta eliminata la recidiva, non erano necessarie ulteriori valutazioni discrezionali di merito. Ha quindi applicato l’art. 620, lett. l) c.p.p., che consente di annullare la sentenza senza rinvio e di decidere il caso quando l’operazione richiesta è una semplice conseguenza giuridica delle sue statuizioni.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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