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Estinzione pena pecuniaria: quando si interrompe?

La Corte di Cassazione ha stabilito che per l’estinzione pena pecuniaria per decorso del tempo, la notifica della cartella esattoriale è un atto sufficiente a interrompere la prescrizione. Questo atto rappresenta l’inizio dell’esecuzione forzata e manifesta la volontà dello Stato di riscuotere il credito, rendendo irrilevanti le successive tempistiche del recupero. La sentenza annulla una decisione che non aveva considerato tale notifica come un valido atto interruttivo.

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Pubblicato il 19 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Estinzione Pena Pecuniaria: La Notifica della Cartella Blocca la Prescrizione

Una recente sentenza della Corte di Cassazione, la n. 20691/2024, ha chiarito un punto fondamentale riguardo l’estinzione pena pecuniaria per decorso del tempo. La questione centrale è se la semplice notifica della cartella esattoriale sia sufficiente a interrompere la prescrizione della pena. La risposta della Corte è stata affermativa, stabilendo un principio di grande rilevanza pratica per chiunque sia stato condannato al pagamento di un’ammenda.

I Fatti di Causa

Il caso nasce dalla vicenda di una persona condannata nel 2009 a una pena pecuniaria di 4.000 euro, con sentenza divenuta definitiva nel 2012. Successivamente, nel 2015, le veniva notificata una cartella esattoriale per il recupero della somma. Nonostante la notifica, la riscossione non era andata a buon fine.

Il Magistrato di sorveglianza, in prima istanza, aveva considerato la possibilità che la pena fosse prescritta, non ritenendo la notifica un atto sufficiente a bloccare il decorso del tempo. Contro questa decisione, il Pubblico Ministero ha presentato ricorso in Cassazione, sostenendo che l’invio della cartella esattoriale rappresentasse l’inizio dell’esecuzione e, di conseguenza, un atto idoneo a interrompere la prescrizione.

La Decisione della Cassazione sull’Estinzione Pena Pecuniaria

La Suprema Corte ha accolto il ricorso del Pubblico Ministero, annullando l’ordinanza del Magistrato di sorveglianza. Il principio affermato è chiaro: ai fini dell’interruzione della prescrizione, ciò che conta è l’inizio dell’esecuzione della pena. La notifica della cartella esattoriale è proprio l’atto che avvia la procedura di recupero coattivo del credito dello Stato.

Secondo la Cassazione, una volta che lo Stato manifesta concretamente la sua pretesa punitiva attraverso l’avvio dell’iter esecutivo, il decorso del tempo si interrompe. Non ha importanza se il recupero avvenga in modo spontaneo o forzato, né contano le successive vicende concrete della procedura di riscossione.

Le Motivazioni: L’Inizio dell’Esecuzione come Fatto Impeditivo

La Corte ha motivato la sua decisione richiamando un orientamento giurisprudenziale consolidato. L’articolo 173 del codice penale disciplina l’estinzione delle pene pecuniarie per il decorso di un determinato periodo di tempo, ma tale decorso è interrotto dall’inizio dell’esecuzione.

Il punto cruciale della motivazione risiede nell’identificare quale sia l'”inizio dell’esecuzione”. Nel sistema attuale, lo Stato non attende passivamente il pagamento, ma agisce attivamente iscrivendo il debito a ruolo e trasmettendo gli atti all’agente della riscossione. Quest’ultimo, a sua volta, notifica la cartella di pagamento, che funge da intimazione a pagare e sostituisce il precetto previsto dal codice di procedura civile.

Questo atto formale è la manifestazione inequivocabile della volontà dello Stato di eseguire la condanna e recuperare il credito. Pertanto, la notifica della cartella è sufficiente a impedire l’estinzione pena pecuniaria. La decisione del giudice di merito è stata considerata viziata perché non si era confrontata con questo principio, fornendo una motivazione meramente apparente e non tenendo conto dell’avvenuta notifica come fatto interruttivo.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

La sentenza ha importanti conseguenze pratiche. Chiunque sia stato condannato al pagamento di una multa o di un’ammenda non può fare affidamento sul semplice trascorrere del tempo per vedere estinta la propria pena. La ricezione di una cartella esattoriale è un evento cruciale che “congela” i termini di prescrizione.

Anche se il pagamento non viene effettuato immediatamente e la procedura di riscossione incontra ostacoli (come nel caso di specie, dove la notifica aveva avuto esito di “irreperibilità relativa”), l’atto iniziale è sufficiente a salvaguardare la pretesa dello Stato. Per i condannati, ciò significa che il debito verso la giustizia rimane valido e può essere richiesto anche a distanza di tempo dalla notifica, senza che si possa invocare la prescrizione.

Cosa interrompe la prescrizione di una pena pecuniaria?
La prescrizione di una pena pecuniaria si interrompe con l’inizio dell’esecuzione. Secondo la sentenza, questo momento coincide con l’avvio della procedura di recupero coattivo da parte dello Stato.

La notifica della cartella esattoriale è sufficiente a bloccare l’estinzione della pena?
Sì. La Corte di Cassazione ha stabilito che la notifica della cartella esattoriale è un atto idoneo a interrompere il decorso del tempo, in quanto manifesta la volontà dello Stato di riscuotere la pena e avvia formalmente l’esecuzione.

Perché la decisione del primo giudice è stata annullata?
La decisione è stata annullata perché il giudice non ha correttamente valutato l’effetto interruttivo della notifica della cartella esattoriale. Ha reputato l’opposizione del PM ‘manifestamente inammissibile’ senza confrontarsi con l’argomento centrale, ovvero che la prescrizione era stata interrotta, fornendo così una motivazione definita ‘meramente apparente’.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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