LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Estinzione pena pecuniaria: quando si ferma il tempo?

La Corte di Cassazione ha stabilito un principio chiave in materia di estinzione della pena pecuniaria. Con la sentenza in esame, ha rigettato il ricorso del Pubblico Ministero che chiedeva di dichiarare estinta una multa per decorso del tempo. La Corte ha chiarito che il termine di prescrizione non viene semplicemente interrotto, ma cessa definitivamente di decorrere nel momento in cui il credito viene iscritto a ruolo dall’agente di riscossione. Questo atto manifesta la volontà dello Stato di procedere all’esecuzione, rendendo irrilevanti le fasi successive, come la notifica della cartella esattoriale. Nel caso specifico, essendo l’iscrizione a ruolo avvenuta prima della scadenza del termine decennale, la pena non è stata dichiarata estinta.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 6 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Estinzione Pena Pecuniaria: Quando si Ferma il Tempo?

L’estinzione della pena pecuniaria per decorso del tempo è un istituto giuridico che bilancia l’esigenza di certezza del diritto con la pretesa punitiva dello Stato. Ma qual è l’atto esatto che ferma il cronometro della prescrizione? La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 14360 del 2025, offre un chiarimento fondamentale, stabilendo che il momento decisivo è l’iscrizione a ruolo del credito e non la successiva notifica al condannato. Analizziamo insieme questa importante pronuncia.

I Fatti del Caso

La vicenda trae origine da una sentenza di patteggiamento del 2009, con la quale un imputato veniva condannato al pagamento di una multa di 16.000 euro. La sentenza diviene irrevocabile nello stesso anno. Successivamente, non essendo stata pagata la sanzione, veniva avviata la procedura di riscossione.

Il Pubblico Ministero, ritenendo che fosse trascorso il termine decennale di prescrizione, si opponeva alla procedura esecutiva chiedendo al Giudice dell’esecuzione di dichiarare l’estinzione della pena. Il Giudice rigettava la richiesta, ritenendo che l’esecuzione fosse iniziata tempestivamente. Contro questa decisione, il Pubblico Ministero proponeva ricorso per Cassazione, lamentando un’errata applicazione della legge.

Il Principio di Diritto sull’Estinzione Pena Pecuniaria

La questione centrale sottoposta alla Corte Suprema è la seguente: quale atto determina la cessazione del decorso del termine di prescrizione di una pena pecuniaria? Le opzioni in campo erano principalmente due: l’iscrizione a ruolo del debito da parte dell’agente della riscossione o la successiva notifica della cartella di pagamento al debitore.

Inizio del Termine di Prescrizione

Il Codice Penale, all’articolo 172, stabilisce che il termine di prescrizione per la multa è di dieci anni. Tale termine inizia a decorrere “dal giorno in cui la condanna è divenuta irrevocabile”. Su questo punto non vi sono dubbi interpretativi: il dies a quo è certo e coincide con il passaggio in giudicato della sentenza.

Il Momento Decisivo: Iscrizione a Ruolo o Notifica?

La giurisprudenza passata ha mostrato oscillazioni nel definire l’atto che impedisce la prescrizione. La sentenza in commento, tuttavia, consolida l’orientamento più recente e rigoroso. La Corte distingue nettamente tra i profili penalistici della vicenda e quelli civilistici legati alla riscossione.

L’iscrizione a ruolo è considerata l’atto che esprime in modo inequivocabile la volontà dello Stato di eseguire la pena. È una manifestazione della vis ac potestas punitiva che, secondo i principi del sistema penale, non richiede la collaborazione o la conoscenza del destinatario per produrre i suoi effetti. Con questo atto, l’inerzia dello Stato cessa e, di conseguenza, cessa anche la decorrenza del termine di prescrizione.

La notifica della cartella esattoriale, al contrario, appartiene alla fase successiva, regolata da norme di stampo civilistico, finalizzata a portare il destinatario a conoscenza della pretesa per consentirgli il pagamento o la difesa. Ma, ai fini penali, il “tempo” si è già fermato prima.

Cessazione, non Interruzione

Un altro punto cruciale chiarito dalla Corte è la natura dell’effetto prodotto dall’inizio dell’esecuzione. Non si tratta di una semplice “interruzione”, che comporterebbe la ripartenza del termine da capo, ma di una “cessazione” definitiva. Una volta che lo Stato ha attivato la procedura di esecuzione con l’iscrizione a ruolo, il rischio di estinzione della pena per decorso del tempo è permanentemente scongiurato. Le vicende successive della procedura di riscossione sono irrilevanti a tal fine.

Le Motivazioni della Cassazione

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso del Pubblico Ministero basandosi su un solido impianto argomentativo. I giudici hanno sottolineato che il sistema di estinzione della pena si fonda sul presupposto dell’inerzia dello Stato nel far valere il proprio diritto punitivo. Tale inerzia viene meno nel momento in cui l’organo preposto, ovvero l’agente della riscossione su impulso dell’ufficio giudiziario, iscrive il credito negli elenchi ufficiali per il recupero coattivo.

Questo atto, essendo espressione dell’autorità statale, produce i suoi effetti impeditivi della prescrizione sin dalla sua formazione, indipendentemente dalla sua comunicazione all’interessato. Richiedere anche la notifica per fermare la prescrizione significherebbe subordinare un effetto di natura prettamente penalistica (l’estinzione della pena) a un adempimento (la notifica) che appartiene alla sfera del diritto civile e amministrativo della riscossione, creando una commistione di sistemi che la Corte ha inteso evitare.

La Corte ha applicato questo principio al caso concreto: la sentenza era diventata irrevocabile nel maggio 2009, e l’esecuzione coattiva (mediante iscrizione a ruolo) era iniziata nel 2013. Poiché l’atto impeditivo è intervenuto ben prima della scadenza del decennio (maggio 2019), il Giudice dell’esecuzione aveva correttamente escluso l’estinzione della pena.

Conclusioni

La sentenza consolida un principio di fondamentale importanza pratica: per evitare l’estinzione della pena pecuniaria, è sufficiente che lo Stato attivi la procedura di recupero tramite l’iscrizione a ruolo entro il termine di prescrizione. Tale atto determina la cessazione definitiva del decorso del termine, rendendo la pena esigibile a prescindere dalle tempistiche delle fasi successive della riscossione. Questa interpretazione fornisce certezza agli operatori del diritto e rafforza l’effettività della sanzione penale, stabilendo un chiaro spartiacque tra l’azione dello Stato e gli adempimenti volti a informare il condannato.

Quando inizia a decorrere il termine per l’estinzione di una pena pecuniaria?
Il termine di prescrizione inizia a decorrere dal giorno in cui la sentenza di condanna diventa irrevocabile, cioè definitiva e non più soggetta a mezzi di impugnazione ordinari.

Quale atto impedisce l’estinzione della pena pecuniaria per decorso del tempo?
L’atto che causa la cessazione definitiva del decorso della prescrizione è l’iscrizione a ruolo del credito da parte dell’agente della riscossione. Questo atto manifesta la volontà dello Stato di eseguire la pena e ferma permanentemente il “cronometro” della prescrizione.

La notifica della cartella di pagamento al condannato è necessaria per fermare la prescrizione della pena?
No. Secondo la sentenza, la notifica della cartella di pagamento è un atto successivo che appartiene alla fase di riscossione e serve a informare il debitore, ma non è necessaria per impedire l’estinzione della pena. La prescrizione è già stata fermata dal precedente atto di iscrizione a ruolo.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati