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Estinzione pena pecuniaria: no per i recidivi

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un condannato che chiedeva l’estinzione di una pena pecuniaria per decorso del tempo. La Corte ha stabilito che tale beneficio non si applica ai recidivi, soprattutto se una nuova condanna per reati simili, con accertamento della recidiva, interviene prima della maturazione del termine di prescrizione della pena.

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Pubblicato il 23 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Estinzione Pena Pecuniaria: La Cassazione Nega il Beneficio ai Recidivi

L’estinzione pena pecuniaria per decorso del tempo è un istituto giuridico che consente, a determinate condizioni, di non dover più scontare una sanzione economica dopo che è trascorso un certo numero di anni. Tuttavia, la Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha ribadito un limite invalicabile a questo beneficio: la condizione di recidiva. Vediamo insieme i dettagli di questa importante pronuncia.

I Fatti di Causa

Il caso nasce dal ricorso di un individuo contro un’ordinanza della Corte d’Appello di Firenze. Il ricorrente aveva chiesto che venisse dichiarata estinta, per il passare del tempo, una pena pecuniaria derivante da una vecchia sentenza di condanna divenuta definitiva nel 1998. La Corte d’Appello aveva respinto la sua richiesta, spingendolo a rivolgersi alla Suprema Corte di Cassazione.

Il nucleo del problema era la condizione di recidivo del ricorrente. Egli, infatti, dopo la prima condanna, ne aveva subita un’altra nel 2005 per reati contro il patrimonio commessi nel 2004, e in quella sede gli era stata contestata e confermata la recidiva reiterata e specifica.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, confermando la decisione della Corte d’Appello. La pronuncia si fonda su due pilastri argomentativi: uno di carattere processuale e uno di merito. In primo luogo, il ricorso è stato ritenuto inammissibile perché si limitava a riproporre le stesse argomentazioni già vagliate e respinte in Appello, senza muovere una critica specifica e puntuale al ragionamento del giudice precedente. In secondo luogo, e più importante, il ricorso è stato giudicato manifestamente infondato nel merito.

Le Motivazioni dietro il No all’Estinzione della Pena

Le motivazioni della Corte si basano su un’interpretazione consolidata delle norme che regolano l’estinzione pena pecuniaria. Il riferimento normativo chiave è l’articolo 172, settimo comma, del codice penale. Questa norma stabilisce che l’estinzione della pena per decorso del tempo non opera nei confronti dei recidivi, nei casi previsti dai capoversi dell’articolo 99 del codice penale.

La Corte ha chiarito un punto fondamentale: non è necessario che la recidiva sia stata accertata nella stessa sentenza da cui deriva la pena che si vorrebbe estinguere. L’effetto ostativo della recidiva si produce anche quando questa viene accertata in un giudizio successivo, purché relativo a fatti commessi prima della maturazione del termine di prescrizione della pena precedente.

Nel caso specifico, il ricorrente era stato condannato di nuovo nel 2005 per fatti del 2004, con esplicito riconoscimento della sua condizione di recidivo. Poiché questo nuovo reato era stato commesso ben prima che potesse maturare il termine per l’estinzione della pena del 1998, il beneficio non poteva essergli concesso.

Conclusioni

L’ordinanza in esame rafforza un principio cardine del nostro ordinamento penale: i benefici previsti dalla legge, come l’estinzione della pena, sono preclusi a chi dimostra una persistente inclinazione a delinquere. La recidiva non è una mera etichetta, ma una condizione giuridica che incide profondamente sulla possibilità di accedere a istituti premiali. La decisione della Cassazione serve come monito: la commissione di nuovi reati interrompe il percorso verso l’estinzione delle conseguenze sanzionatorie di condanne passate, riaffermando che la coerenza della condotta è un requisito essenziale per beneficiare della clemenza della legge.

Quando non si applica l’estinzione della pena pecuniaria per decorso del tempo?
L’estinzione della pena per decorso del tempo, ai sensi dell’art. 172, comma settimo, del codice penale, non si applica nei confronti dei soggetti dichiarati recidivi ai sensi dei capoversi dell’art. 99 del codice penale.

È necessario che la recidiva sia stata accertata nella stessa sentenza da cui deriva la pena da estinguere?
No. La condizione ostativa opera anche se l’accertamento della recidiva aggravata avviene in un diverso giudizio, relativo a fatti commessi nel periodo di tempo che intercorre tra la prima sentenza e la data di maturazione della prescrizione della relativa pena.

Qual è la conseguenza di un ricorso che si limita a riproporre le stesse argomentazioni già respinte?
Un ricorso che si limita a riproporre profili di censura già esaminati e respinti dal giudice precedente, senza una critica specifica alle argomentazioni della decisione impugnata, viene dichiarato inammissibile.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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