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Estinzione della pena: non osta la pena pecuniaria

La Corte di Cassazione ha annullato un’ordinanza che negava l’estinzione della pena detentiva per decorso del tempo. La Corte ha chiarito che una successiva condanna a una sola pena pecuniaria, come quella inflitta con un decreto penale, non è sufficiente a interrompere il termine di prescrizione della pena precedente, poiché la legge richiede esplicitamente una nuova condanna a una pena detentiva.

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Pubblicato il 14 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Estinzione della Pena: La Cassazione Chiarisce i Limiti dell’Effetto Ostativo

L’istituto dell’estinzione della pena per decorso del tempo rappresenta un principio di civiltà giuridica, stabilendo che lo Stato non può far valere all’infinito la propria pretesa punitiva. Una recente sentenza della Corte di Cassazione, la n. 45301/2024, ha fornito un chiarimento fondamentale sui presupposti che possono impedire questo meccanismo, distinguendo nettamente tra condanne a pene detentive e pene pecuniarie.

I Fatti del Caso

La vicenda trae origine da una condanna per ricettazione, divenuta irrevocabile nel 2006, a una pena di un anno e quattro mesi di reclusione oltre a 400 euro di multa. Anni dopo, l’interessato otteneva l’applicazione di un indulto solo per la pena pecuniaria. Successivamente, chiedeva che l’intera pena venisse dichiarata estinta per decorso del tempo, ai sensi dell’art. 173 del codice penale.

Il Giudice per le indagini preliminari (GIP) rigettava tale richiesta. La motivazione del diniego si basava sulla circostanza che, nel decennio successivo alla prima condanna, il soggetto aveva subito un’altra condanna, divenuta irrevocabile nel 2015, per il reato di invasione di edifici. Secondo il GIP, questa nuova condanna interrompeva il decorso del tempo necessario per l’estinzione della pena precedente.

La Questione Giuridica: Estinzione della pena e Nuove Condanne

Il cuore della controversia legale, portata all’attenzione della Corte di Cassazione, riguardava l’interpretazione dell’art. 172, ultimo comma, del codice penale. La norma prevede che il decorso del tempo per l’estinzione della pena sia impedito dalla commissione di un nuovo delitto doloso, punito con la reclusione non inferiore a due anni, per cui sia stata riportata condanna.

Il ricorrente sosteneva che la seconda condanna, essendo stata inflitta tramite un decreto penale e consistente in una sola pena pecuniaria, non potesse avere l’effetto ostativo ritenuto dal GIP. Si poneva quindi la domanda cruciale: qualsiasi tipo di condanna successiva è idonea a bloccare la prescrizione di una pena precedente, o la legge richiede requisiti specifici?

Le motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha accolto il ricorso, ritenendo la decisione del giudice di merito errata. I giudici di legittimità hanno sottolineato che la disposizione contenuta nell’art. 172 del codice penale è chiara nel collegare l’effetto preclusivo dell’estinzione della pena esclusivamente alle condanne a una pena detentiva.

Nel caso specifico, la seconda condanna era stata irrogata con un decreto penale, un procedimento semplificato che si conclude tipicamente con l’applicazione di una pena pecuniaria. Poiché al ricorrente era stata inflitta solo una multa per il secondo reato, e non una pena che prevedesse la reclusione, tale condanna era inidonea a produrre l’effetto interruttivo previsto dalla legge.

La Corte ha quindi affermato un principio di diritto netto: ai fini dell’impedimento dell’estinzione della pena per decorso del tempo, non è sufficiente la commissione di un qualsiasi reato successivo, ma è necessario che da esso derivi una condanna a una pena detentiva. L’emissione di un decreto penale di condanna a una pena puramente pecuniaria non rientra in questa casistica.

Le conclusioni e Implicazioni Pratiche

La sentenza in esame ha importanti implicazioni pratiche. Stabilisce che, per valutare se il termine per l’estinzione di una pena sia stato interrotto, è indispensabile analizzare la natura della sanzione inflitta per il reato successivo. Una semplice multa non basta.

Questa decisione rafforza la garanzia per il condannato, assicurando che solo fatti di una certa gravità, tali da meritare una nuova sanzione detentiva, possano giustificare il prolungamento della pretesa punitiva dello Stato. Di conseguenza, il provvedimento impugnato è stato annullato con rinvio, e il giudice dovrà riesaminare il caso applicando il corretto principio di diritto, che con ogni probabilità porterà alla dichiarazione di estinzione della pena originaria.

Una condanna a una multa può impedire l’estinzione di una precedente pena detentiva per decorso del tempo?
No. Secondo la Corte di Cassazione, l’art. 172 del codice penale stabilisce che solo una successiva condanna a una pena detentiva (carcere) può avere l’effetto di impedire l’estinzione di una pena precedente. Una condanna a una pena pecuniaria (multa) non è ostativa.

Qual è la differenza tra pena detentiva e pena pecuniaria ai fini dell’estinzione della pena?
La pena detentiva comporta la privazione della libertà personale (es. reclusione), mentre la pena pecuniaria consiste nel pagamento di una somma di denaro. La sentenza chiarisce che, per interrompere la prescrizione di una pena, la legge richiede una nuova condanna della tipologia più grave, ovvero quella detentiva.

Perché il Giudice dell’esecuzione aveva inizialmente respinto la richiesta?
Il Giudice aveva erroneamente ritenuto che la commissione di un nuovo reato, per il quale era stato emesso un decreto penale di condanna, fosse sufficiente a interrompere il termine per l’estinzione della pena precedente, senza distinguere la natura della nuova pena inflitta, che era solo pecuniaria e non detentiva.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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