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Estinzione della pena: dies a quo e giudicato parziale

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 38648/2024, chiarisce un punto fondamentale sull’estinzione della pena. Il caso riguarda una condannata la cui affermazione di responsabilità era divenuta definitiva, ma la pena pecuniaria era stata oggetto di rinvio. La difesa sosteneva che il termine per l’estinzione della pena detentiva dovesse decorrere dalla data di irrevocabilità della condanna sulla colpevolezza. La Cassazione ha rigettato il ricorso, stabilendo che il termine decorre solo dal momento in cui l’intera sanzione, comprensiva di pena detentiva e pecuniaria, diviene definitiva ed eseguibile, costituendo un titolo esecutivo completo e certo.

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Pubblicato il 25 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Estinzione della Pena: quando inizia a decorrere il termine?

L’estinzione della pena per decorso del tempo è un istituto fondamentale del nostro ordinamento penale, ma il calcolo del suo termine iniziale, il cosiddetto dies a quo, può rivelarsi complesso, specialmente nei casi di giudicato parziale. Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 38648/2024) ha fornito un chiarimento decisivo su questo punto, stabilendo che il termine non decorre finché la pena non è interamente definita e la sentenza non è concretamente eseguibile.

I Fatti del Caso

La vicenda processuale trae origine da una condanna per violazione della legge sugli stupefacenti. L’imputata, dopo un lungo iter giudiziario, si trovava in una situazione particolare: la sentenza che ne accertava la responsabilità penale era diventata definitiva in una certa data (25 giugno 2010). Tuttavia, la determinazione della pena pecuniaria, accessoria a quella detentiva, era stata oggetto di un annullamento con rinvio da parte della Cassazione. La sanzione completa, comprensiva di reclusione e multa, era stata quindi fissata in via definitiva solo in un momento successivo (3 novembre 2012).

Basandosi sulla prima data, la difesa della condannata aveva richiesto la declaratoria di estinzione della pena detentiva, sostenendo che il termine previsto dall’art. 172 del codice penale (pari al doppio della pena inflitta) fosse ormai decorso. La Corte di appello di Milano, in funzione di Giudice dell’esecuzione, aveva respinto tale richiesta, ritenendo che il dies a quo dovesse coincidere con la seconda data, quella in cui l’intera pena era diventata irrevocabile. Contro questa decisione, la difesa ha proposto ricorso per cassazione.

La Questione Giuridica sull’Estinzione della Pena

Il cuore della controversia risiede nell’interpretazione dell’art. 172, comma quarto, del codice penale, che fissa il dies a quo per l’estinzione della pena nel “giorno in cui la condanna è divenuta irrevocabile”. La difesa sosteneva che, essendo la pena detentiva già passata in giudicato nella prima data, il termine dovesse iniziare a decorrere da quel momento, a prescindere dalle vicende relative alla sola pena pecuniaria.

La Corte di Cassazione è stata quindi chiamata a stabilire se, in caso di giudicato progressivo, l’irrevocabilità parziale della sentenza sulla colpevolezza e sulla pena detentiva sia sufficiente a far scattare il termine per la sua estinzione, oppure se sia necessario attendere la definitività dell’intero trattamento sanzionatorio.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha rigettato il ricorso, aderendo alla tesi della Procura Generale e della Corte d’appello. I giudici hanno operato una fondamentale distinzione tra l’autorità di cosa giudicata e l’esecutività della decisione.

Richiamando consolidati principi espressi dalle Sezioni Unite, la Corte ha affermato che il termine “irrevocabile” utilizzato dall’art. 172 cod. pen. deve essere inteso in senso sostanziale e non meramente formale. Esso non si riferisce alla semplice definitività di una parte della decisione, ma al momento in cui la sentenza diventa utilizzabile come titolo esecutivo, ovvero quando la pretesa punitiva dello Stato può essere concretamente attuata.

Una sentenza, sebbene irrevocabile sul punto della responsabilità, non è eseguibile se la pena non è determinata in termini di completezza e certezza. Nel caso di specie, il reato prevedeva l’applicazione congiunta della pena detentiva e di quella pecuniaria. L’annullamento parziale relativo alla multa ha impedito che il trattamento sanzionatorio nel suo complesso potesse considerarsi definito. Le due pene, essendo strettamente connesse e parte di un’unica sanzione, non possono essere scisse ai fini dell’esecuzione.

Come chiarito dalla giurisprudenza, “il vizio di una delle sanzioni impedisce la formazione del giudicato anche rispetto alla parte di sanzione non viziata, atteso che si tratta di pena non eseguibile, se non nella sua integralità”. Di conseguenza, fino a quando anche la multa non è stata definitivamente fissata, mancava un titolo esecutivo completo e certo, e la pena detentiva, seppur formalmente non più in discussione, non poteva essere messa in esecuzione.

Le Conclusioni

La Corte di Cassazione ha quindi stabilito un principio di diritto chiaro: ai fini del decorso del termine per l’estinzione della pena, la condanna si considera “irrevocabile” solo quando l’intero trattamento sanzionatorio è stato fissato in modo definitivo, certo e completo, rendendo la sentenza un titolo esecutivo valido. Il dies a quo non può coincidere con il momento in cui solo una parte della sentenza (come l’affermazione di responsabilità) diventa definitiva, se altre parti della pena sono ancora sub iudice. Questa decisione rafforza il legame tra irrevocabilità ed esecutività, sottolineando che lo Stato può esigere l’esecuzione di una pena solo quando ogni suo elemento è stato incontrovertibilmente stabilito.

Quando inizia a decorrere il termine per l’estinzione della pena?
Il termine per l’estinzione della pena inizia a decorrere dal giorno in cui la condanna diventa irrevocabile. Secondo la sentenza in esame, ciò avviene quando l’intera sanzione, in tutte le sue componenti (es. reclusione e multa), è determinata in modo definitivo, certo e completo, rendendo la sentenza concretamente eseguibile.

In caso di giudicato parziale, il termine di estinzione della pena detentiva decorre anche se la pena pecuniaria non è definitiva?
No. La Corte di Cassazione ha stabilito che se la pena detentiva e quella pecuniaria sono previste congiuntamente, l’incertezza su una di esse impedisce la formazione di un titolo esecutivo completo. Pertanto, il termine di estinzione non inizia a decorrere per nessuna delle due pene finché l’intero trattamento sanzionatorio non è divenuto irrevocabile.

Cosa si intende per ‘irrevocabilità’ ai fini del calcolo dell’estinzione della pena?
Ai fini dell’articolo 172 del codice penale, per ‘irrevocabilità’ non si intende solo la definitività formale di una parte della sentenza, ma la sua concreta utilizzabilità come titolo esecutivo. Questo presuppone che la pena sia stata determinata in termini di assoluta certezza e completezza in ogni sua parte.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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