LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Estinzione del reato: quale legge si applica?

La Corte di Cassazione ha annullato un’ordinanza della Corte d’Appello che negava l’estinzione del reato perché non era stata pagata la pena pecuniaria. La Cassazione ha chiarito che la nuova legge, introdotta dalla Riforma Cartabia, che subordina l’estinzione al pagamento, non può essere applicata retroattivamente ai reati commessi prima della sua entrata in vigore, in applicazione del principio della legge più favorevole al reo.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 8 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Estinzione del Reato e Riforma Cartabia: La Cassazione Sceglie la Legge più Favorevole

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 15857/2025, interviene su un tema cruciale del diritto penale: la successione delle leggi nel tempo e i suoi effetti sull’estinzione del reato. La pronuncia chiarisce quale disciplina applicare quando una nuova legge introduce condizioni più gravose per il condannato, come nel caso della Riforma Cartabia che ha modificato i presupposti per l’estinzione del reato a seguito di decreto penale di condanna.

I Fatti di Causa

Il caso nasce dalla richiesta del Procuratore della Repubblica di dichiarare l’estinzione di un reato per cui era stato emesso un decreto penale di condanna nel 2014, divenuto esecutivo nel 2015. La Corte d’Appello, però, rigettava l’istanza. La ragione del diniego risiedeva nell’applicazione della nuova formulazione dell’art. 460, comma 5, del codice di procedura penale, introdotta dalla Riforma Cartabia (d.lgs. 150/2022). Questa nuova versione della norma subordina l’effetto estintivo al pagamento della pena pecuniaria inflitta, condizione che nel caso di specie non si era verificata. La Corte territoriale aveva considerato la norma di natura puramente processuale, applicando quindi il principio tempus regit actum (la legge del tempo regola l’atto).

La Questione Giuridica: Norma Sostanziale o Processuale?

Il Procuratore ha presentato ricorso in Cassazione, sostenendo che la Corte d’Appello avesse commesso un errore. L’argomento centrale del ricorso era che la modifica all’art. 460 c.p.p. non avesse natura meramente processuale, ma prevalentemente sostanziale. L’introduzione di una nuova condizione (il pagamento della pena) per ottenere l’estinzione del reato incide direttamente sul trattamento sanzionatorio e sulla punibilità del condannato. Di conseguenza, non doveva applicarsi il principio tempus regit actum, bensì il principio del favor rei, sancito dall’art. 2 del codice penale, che impone l’applicazione della legge più favorevole al reo.

Le Motivazioni della Cassazione e la corretta interpretazione sull’estinzione del reato

La Suprema Corte ha accolto il ricorso, ritenendolo fondato. Gli Ermellini hanno chiarito che l’istituto previsto dall’art. 460, comma 5, c.p.p. costituisce una vera e propria causa di estinzione del reato. Sebbene la norma sia collocata nel codice di procedura penale, il suo contenuto è prevalentemente sostanziale, poiché influisce direttamente sulla sostanza del reato e sull’applicazione della sanzione.

La Corte ha ribadito un principio consolidato: il divieto di retroattività della legge penale non riguarda solo le nuove incriminazioni, ma anche qualsiasi modifica che renda il trattamento sanzionatorio più severo. L’introduzione della condizione del pagamento della pena pecuniaria rappresenta un aggravamento rispetto alla disciplina precedente.

Pertanto, la nuova norma può trovare applicazione solo per i reati commessi dopo la sua entrata in vigore. Per i fatti precedenti, come quello in esame, continua ad applicarsi la versione più favorevole della legge, che non prevedeva il pagamento come condizione necessaria per l’estinzione. La Cassazione ha quindi concluso che la Corte d’Appello ha errato nel non applicare il principio costituzionale e convenzionale di irretroattività della legge penale più sfavorevole.

Conclusioni

La sentenza annulla l’ordinanza impugnata e rinvia il caso alla Corte d’Appello per un nuovo esame. Quest’ultima dovrà ora attenersi al principio di diritto enunciato dalla Cassazione: nel valutare le condizioni per l’estinzione del reato, dovrà applicare, tra le diverse formulazioni della legge succedutesi nel tempo, quella più favorevole al condannato. Questa decisione riafferma la centralità del principio del favor rei nel sistema penale, garantendo che le modifiche legislative in senso peggiorativo non possano pregiudicare chi ha commesso un fatto sotto l’imperio di una legge più mite.

La nuova legge che richiede il pagamento della pena pecuniaria per l’estinzione del reato si applica ai fatti commessi prima della sua entrata in vigore?
No, la Corte di Cassazione ha stabilito che la nuova norma è meno favorevole per il reo e, avendo natura sostanziale, non può essere applicata retroattivamente. Si applica la legge vigente al momento del fatto, che non prevedeva tale condizione.

La norma sull’estinzione del reato dopo un decreto penale è considerata di natura processuale o sostanziale?
La Corte ha chiarito che, sebbene inserita nel codice di procedura penale, la norma ha un carattere prevalentemente sostanziale perché incide direttamente sulla punibilità e sugli effetti penali della condanna, istituendo una vera e propria causa di estinzione del reato.

Quale principio giuridico prevale in caso di successione di leggi penali nel tempo che modificano le cause di estinzione del reato?
Prevale il principio del favor rei, sancito dall’art. 2 del codice penale e dall’art. 25 della Costituzione. Questo significa che tra più leggi applicabili nel tempo, deve essere scelta quella più vantaggiosa per l’imputato, escludendo l’applicazione retroattiva di norme più sfavorevoli.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati