Estinzione del Reato per Morte: La Cassazione Annulla la Condanna
L’estinzione del reato è un istituto fondamentale del nostro ordinamento che pone fine alla pretesa punitiva dello Stato. Una delle cause più definitive è la morte dell’imputato, come chiarito da una recente sentenza della Corte di Cassazione. Il caso in esame dimostra come questo evento interrompa irrevocabilmente il corso della giustizia penale, portando all’annullamento di una condanna già emessa in grado di appello.
I Fatti del Caso
La vicenda processuale ha origine da una condanna emessa dalla Corte di Appello di Venezia l’11 settembre 2023. Un individuo era stato ritenuto responsabile del reato di lesioni colpose, previsto dall’articolo 590 del codice penale, per un fatto risalente al 4 aprile 2017.
Contro questa decisione, il difensore dell’imputato ha presentato ricorso in Cassazione il 18 gennaio 2024. Tuttavia, un evento imprevedibile ha modificato radicalmente il corso del procedimento: nelle more del giudizio di legittimità, il difensore ha depositato un certificato che attestava il decesso del suo assistito, avvenuto il 30 gennaio 2024.
La Decisione della Corte e l’Estinzione del Reato
Preso atto della documentazione prodotta, la Corte di Cassazione ha dovuto applicare uno dei principi cardine del diritto penale: la personalità della responsabilità penale. La morte dell’imputato, secondo l’articolo 150 del codice penale, è una causa di estinzione del reato.
Di conseguenza, la Suprema Corte ha pronunciato una sentenza di annullamento senza rinvio. Questa formula significa che la decisione della Corte d’Appello è stata cancellata in via definitiva e il caso non verrà riesaminato da nessun altro giudice, poiché la materia del contendere è venuta meno. Il processo si è così concluso in modo irrevocabile.
Le Motivazioni della Sentenza
La motivazione alla base della decisione è tanto semplice quanto perentoria. Il diritto penale sanziona la condotta di una persona fisica. Quando questa persona viene a mancare, cessa anche la possibilità per lo Stato di esercitare la propria potestà punitiva nei suoi confronti. Qualsiasi procedimento in corso perde la sua ragion d’essere.
L’articolo 150 del codice penale stabilisce che ‘la morte del reo, avvenuta prima della condanna, estingue il reato’. Sebbene nel caso di specie una condanna fosse già stata pronunciata in appello, essa non era ancora divenuta definitiva, poiché pendente il ricorso in Cassazione. Pertanto, l’evento della morte ha interrotto il processo prima della sua conclusione, imponendo la declaratoria di estinzione. La Corte non ha potuto fare altro che prenderne atto e annullare la sentenza impugnata, poiché il reato stesso non era più perseguibile.
Conclusioni: Implicazioni Pratiche
Questa sentenza ribadisce un principio fondamentale: la responsabilità penale non si trasmette e si estingue con la morte del suo autore. La decisione della Cassazione di annullare senza rinvio la condanna è la diretta e inevitabile conseguenza procedurale di questo principio sostanziale. Per il sistema giudiziario, la vicenda si chiude qui. Ciò evidenzia come eventi personali e naturali possano avere un impatto dirimente sull’esito dei processi penali, prevalendo su accertamenti di merito già compiuti nei precedenti gradi di giudizio.
Cosa succede a un processo penale se l’imputato muore prima della sentenza definitiva?
Il reato si estingue, come previsto dall’art. 150 del codice penale. Di conseguenza, la Corte di Cassazione annulla qualsiasi sentenza di condanna precedente e il procedimento si conclude definitivamente.
Perché la Corte ha deciso per un ‘annullamento senza rinvio’?
Poiché la causa di estinzione del reato, ovvero la morte dell’imputato, risolve completamente e definitivamente la questione. Non vi è più nulla da giudicare o da riesaminare, rendendo inutile un nuovo processo presso un’altra corte.
Qual era il reato contestato all’imputato nel caso di specie?
L’imputato era stato condannato in appello per il reato di lesioni personali colpose, disciplinato dall’articolo 590, commi 1 e 2, del codice penale.
Testo del provvedimento
Sentenza di Cassazione Penale Sez. 4 Num. 26283 Anno 2024
Penale Sent. Sez. 4 Num. 26283 Anno 2024
Presidente: COGNOME
Relatore: COGNOME NOME
Data Udienza: 04/06/2024
SENTENZA
sul ricorso proposto da:
COGNOME NOME NOME a VEGGIANO il DATA_NASCITA
avverso la sentenza del 11/09/2023 della CORTE APPELLO di VENEZIA
visti gli atti, il provvedimento impugNOME e il ricorso; udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME; lette le conclusioni del PG, in persona del Sostituto Procuratore NOME
COGNOME, che ha chiesto il rigetto del ricorso;
RITENUTO IN FATTO E CONSIDERATO IN DIRITTO
In data 18 gennaio 2024, per mezzo del difensore di fiducia, NOME COGNOME ha proposto ricorso contro la sentenza dell’Il settembre 2023, con la quale la Corte di appello di Venezia lo ha ritenuto responsabile del reato di cui all’art. 590, commi 1 e 2 cod. pen. in danno di NOME COGNOME (fatto del 4 aprile 2017).
Il Procuratore Generale in sede, nella sua requisitoria scritta, ha chiesto il rigetto del ricorso.
Nelle more del procedimento, il difensore del ricorrente ha fatto pervenire certificazione attestante che il 30 gennaio 2024 NOME è deceduto.
Ciò comporta l’estinzione del reato ex art. 150 cod. pen. ed impone l’annullamento senza rinvio della sentenza impugnata.
P.Q.M.
Annulla senza rinvio la sentenza impugnata, perché il reato è estinto per morte dell’imputato.
Così deciso il 4 giugno 2024
Il