Estinzione del Reato per Morte: La Cassazione Annulla la Sentenza
Nel diritto penale vige un principio fondamentale: la responsabilità penale è personale. Questo significa che nessuno può essere chiamato a rispondere per un reato commesso da altri. Una delle conseguenze più dirette di questo principio è l’estinzione del reato per morte del reo. Una recente sentenza della Corte di Cassazione ci offre un chiaro esempio di applicazione di questa regola procedurale, che prevale su ogni valutazione di merito.
I Fatti di Causa
Il caso ha origine da un ricorso presentato alla Corte di Cassazione da un imputato, a seguito di una condanna emessa dalla Corte d’Appello per violazioni della legge sugli stupefacenti (artt. 73, comma 5 e 80, comma 1 lett. g) del d.P.R. 309/1990). L’imputato contestava la sentenza per vizi di motivazione e violazione di legge.
Tuttavia, prima che la Suprema Corte potesse esaminare il merito del ricorso, è intervenuto un fatto nuovo e decisivo. Il difensore dell’imputato ha depositato in cancelleria il certificato di morte del suo assistito, attestante il decesso avvenuto il 26 agosto 2025.
La Decisione della Corte e l’Estinzione del Reato per Morte
Di fronte a questa nuova circostanza, la Corte di Cassazione ha interrotto l’esame del ricorso. La questione non era più se la condanna fosse giusta o meno, ma se il processo potesse continuare.
La risposta, basata su un principio cardine del nostro ordinamento, è stata negativa. La Corte ha dichiarato che il reato doveva ritenersi estinto per l’intervenuta morte dell’imputato.
Di conseguenza, la sentenza impugnata è stata annullata senza rinvio. Questa formula significa che la decisione è definitiva e il caso è chiuso per sempre, senza la necessità di un nuovo giudizio.
Le Motivazioni
La motivazione della sentenza è tanto semplice quanto inappellabile. Il decesso dell’imputato è una delle cause di estinzione del reato. Quando la Corte di Cassazione riceve prova certa di tale evento, come un certificato di morte, ha l’obbligo di prenderne atto e di dichiarare l’estinzione del reato.
Questo adempimento procedurale ha la precedenza su qualsiasi altra valutazione. Non ha più alcuna importanza analizzare i motivi del ricorso, le presunte violazioni di legge o i vizi di motivazione della sentenza di condanna. Il processo penale, per sua natura, si rivolge contro una persona fisica; venendo a mancare quest’ultima, viene meno l’oggetto stesso del giudizio.
L’annullamento senza rinvio è la formula giuridica che traduce questa logica: la sentenza di condanna viene eliminata dall’ordinamento giuridico perché il presupposto per la sua esistenza – un imputato vivo da giudicare o punire – è cessato.
Conclusioni
Questa sentenza ribadisce con chiarezza il principio “mors omnia solvit” (la morte dissolve tutto) applicato al diritto penale. La responsabilità penale non si trasmette agli eredi e il processo non può proseguire per accertare una colpevolezza ormai priva di conseguenze pratiche. L’estinzione del reato per morte dell’imputato impone al giudice di fermarsi e chiudere il caso, annullando ogni precedente pronuncia di condanna. Si tratta di una garanzia fondamentale che assicura la stretta personalità della sanzione penale, evitando che le conseguenze di un reato possano ricadere su soggetti diversi dal suo autore.
 
Cosa succede a un processo penale se l’imputato muore?
Il processo si estingue. Secondo la legge, la morte dell’imputato è una causa di estinzione del reato. Di conseguenza, il procedimento penale si interrompe e qualsiasi sentenza di condanna precedente viene annullata.
Perché la Corte di Cassazione ha annullato la sentenza ‘senza rinvio’?
La formula ‘senza rinvio’ viene utilizzata quando la Corte di Cassazione prende una decisione definitiva che non richiede un nuovo giudizio da parte di un altro tribunale. Nel caso di morte dell’imputato, non c’è più nulla da giudicare, quindi la sentenza di condanna viene semplicemente cancellata in modo definitivo.
La Corte ha esaminato i motivi del ricorso originale dopo aver saputo della morte dell’imputato?
No. La morte dell’imputato e la conseguente estinzione del reato sono una questione pregiudiziale che assorbe e supera ogni altra valutazione. Una volta accertato il decesso, la Corte non procede all’esame del merito del ricorso, poiché il processo non ha più ragione di esistere.
 
Testo del provvedimento
Sentenza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 35316 Anno 2025
Penale Sent. Sez. 7   Num. 35316  Anno 2025
Presidente: COGNOME NOME
Relatore: NOME COGNOME
Data Udienza: 26/09/2025
SENTENZA
sul ricorso proposto da:
NOME nato a BRESCIA il DATA_NASCITA
avverso la sentenza del 14/11/2024 della CORTE APPELLO di VENEZIA
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
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N. NUMERO_DOCUMENTO COGNOME
OSSERVA
Propone ricorso per cassazione l’imputato deducendo violazione di legge e vizi di motivazione in merito alla configurabilità del reato di cui agli artt. 73, comma 5 e 80 comma 1 lett. g) d.P.R. 309/1990;
Preliminarmente deve darsi atto dell’avvenuto deposito, da parte del difensore, del certificato attestante il decesso di NOME COGNOME, avvenuto in data 26 agosto 2025.
 Il reato deve dunque ritenersi estinto per intervenuta morte dell’imputato e conseguentemente la sentenza impugnata deve essere annullata senza rinvio per tale ragione.
P. Q. M.
Annulla senza rinvio la sentenza impugnata, perché il reato è estinto per morte dell’imputato.
Così deciso il 26/09/2025