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Estinzione del reato: furto e risarcimento del danno

La Corte di Cassazione ha annullato una condanna per furto aggravato, dichiarando l’estinzione del reato. A seguito della Riforma Cartabia, il reato è diventato procedibile a querela. Poiché l’imputato aveva già risarcito interamente il danno prima del processo, la Corte ha applicato l’art. 162-ter c.p., che prevede l’estinzione del reato per condotte riparatorie, ritenendo soddisfatte tutte le condizioni necessarie.

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Pubblicato il 6 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Estinzione del Reato per Furto: L’Impatto della Riforma Cartabia e del Risarcimento

Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha chiarito un punto fondamentale in materia di estinzione del reato a seguito di condotte riparatorie, specialmente alla luce delle novità introdotte dalla Riforma Cartabia. Un imputato, condannato in primo e secondo grado per furto aggravato, ha visto la sua condanna annullata perché, avendo risarcito completamente il danno, ha potuto beneficiare di una modifica normativa che ha reso il suo reato procedibile a querela. Vediamo nel dettaglio come si è giunti a questa importante decisione.

Il Fatto: Il Furto di Orologi e la Condanna Iniziale

Il caso riguarda un uomo accusato di aver sottratto undici orologi da bambino, per un valore complessivo di 100 euro, da un esercizio commerciale. Il reato contestato era quello di furto aggravato, poiché i beni erano esposti alla pubblica fede sugli scaffali del negozio.

Sia il Tribunale che la Corte di Appello avevano confermato la sua responsabilità penale. Tuttavia, i giudici di merito avevano riconosciuto un’importante circostanza attenuante: l’imputato, prima del processo, aveva versato alla persona offesa una somma di 120 euro, risarcendo così integralmente il danno patrimoniale e morale subito.

La Svolta con la Riforma Cartabia e l’estinzione del reato

Il punto di svolta del processo è intervenuto con l’entrata in vigore del D.Lgs. 150/2022 (la cosiddetta Riforma Cartabia). Questa riforma ha modificato il regime di procedibilità per alcune fattispecie di furto aggravato, tra cui quella in esame, trasformandole da reati procedibili d’ufficio a reati procedibili a querela della persona offesa.

Questo cambiamento ha reso applicabile al caso l’articolo 162-ter del codice penale, che disciplina l’estinzione del reato per condotte riparatorie. Tale norma prevede che, nei reati procedibili a querela, il giudice possa dichiarare il reato estinto se l’imputato ha riparato interamente il danno entro l’apertura del dibattimento.

Le motivazioni della Cassazione sull’estinzione del reato

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso dell’imputato, annullando la condanna senza rinvio. La decisione si fonda su tre pilastri argomentativi.

Applicabilità della Norma più Favorevole

In primo luogo, la Corte ha ribadito il principio secondo cui, in base all’art. 2, comma 4, del codice penale, si applica sempre la legge più favorevole al reo se la sentenza non è ancora diventata irrevocabile. Poiché la modifica del regime di procedibilità è avvenuta durante il giudizio di cognizione, essa doveva essere applicata al caso di specie, rendendo così astrattamente possibile l’estinzione del reato.

Equipollenza tra Risarcimento e Condotta Riparatoria

In secondo luogo, i giudici hanno stabilito che il risarcimento del danno, già ritenuto congruo e completo ai fini della concessione dell’attenuante comune (art. 62 n. 6 c.p.), è pienamente equipollente alla condotta riparatoria richiesta dall’art. 162-ter c.p. Non vi è differenza sostanziale tra le due forme di riparazione: se il risarcimento è stato sufficiente per una riduzione di pena, lo è a maggior ragione per estinguere il reato, una volta che la legge lo consente.

Tempestività e Consenso delle Parti

Infine, la Corte ha osservato che tutte le altre condizioni erano soddisfatte. Il risarcimento era avvenuto prima dell’apertura del dibattimento, quindi in tempo utile. Inoltre, sebbene la norma richieda che le parti e la persona offesa siano ‘sentite’, la Cassazione ha ritenuto che tale requisito fosse stato soddisfatto in via implicita. La persona offesa, accettando il risarcimento e non costituendosi parte civile, aveva dimostrato di essere soddisfatta. Allo stesso modo, il Pubblico Ministero non si era opposto alla concessione dell’attenuante in primo grado. Questi comportamenti concludenti sono stati ritenuti sufficienti per integrare il requisito richiesto dalla norma.

Le conclusioni: Annullamento della Sentenza

In conclusione, la Corte di Cassazione ha stabilito che, in presenza di un risarcimento del danno integrale e tempestivo, una successiva modifica legislativa favorevole all’imputato (come il passaggio alla procedibilità a querela) deve essere applicata, portando all’estinzione del reato ai sensi dell’art. 162-ter c.p. La sentenza impugnata è stata quindi annullata senza rinvio, poiché il reato è stato dichiarato estinto. Questa decisione rafforza l’importanza delle condotte riparatorie nel sistema penale, offrendo una via d’uscita dal processo per chi dimostra concretamente di aver posto rimedio alle conseguenze della propria azione illecita.

Quando il risarcimento del danno può portare all’estinzione del reato di furto?
Può portare all’estinzione del reato quando la specifica fattispecie di furto è procedibile a querela (anche per effetto di una modifica di legge successiva) e l’imputato ha riparato interamente il danno, mediante restituzione o risarcimento, prima dell’apertura del dibattimento di primo grado, come previsto dall’art. 162-ter del codice penale.

Una modifica di legge successiva al fatto può essere applicata a un processo in corso?
Sì, in base al principio del favor rei sancito dall’art. 2, comma 4, del codice penale, le modifiche normative più favorevoli all’imputato si applicano anche ai fatti commessi prima della loro entrata in vigore, a condizione che non sia stata ancora pronunciata una sentenza irrevocabile.

Il risarcimento valido per l’attenuante è sufficiente anche per l’estinzione del reato ex art. 162-ter c.p.?
Sì, la Corte di Cassazione ha confermato che vi è piena equipollenza. Se il risarcimento del danno è stato ritenuto congruo e integrale dai giudici di merito per concedere l’attenuante dell’art. 62, n. 6 c.p., lo stesso risarcimento è considerato idoneo a integrare la ‘condotta riparatoria’ richiesta per l’estinzione del reato ai sensi dell’art. 162-ter c.p.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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