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Estinzione del reato: Cassazione annulla condanna

Un imputato, condannato in primo e secondo grado per detenzione illegale di arma da fuoco, ha visto la sua condanna annullata dalla Corte di Cassazione. Il motivo è l’estinzione del reato per prescrizione, maturata prima della sentenza d’appello. La Corte ha stabilito che il giudice di secondo grado avrebbe dovuto dichiarare l’estinzione, annullando la sentenza impugnata senza rinvio.

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Pubblicato il 2 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Prescrizione e Annullamento: la Cassazione ribadisce l’obbligo di declaratoria di estinzione del reato

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 7860 del 2024, ha riaffermato un principio fondamentale del diritto processuale penale: l’obbligo per il giudice di dichiarare l’estinzione del reato per prescrizione, anche quando il termine matura prima della sentenza d’appello e il ricorso si fonda su tale motivo. Questo caso offre uno spunto cruciale per comprendere il funzionamento della prescrizione e i suoi effetti sul processo penale.

I Fatti di Causa

La vicenda giudiziaria ha origine nel 2012, quando, a seguito di una perquisizione domiciliare, un individuo veniva trovato in possesso di una carabina illegalmente detenuta. Il Tribunale, nel 2014, lo dichiarava colpevole del reato di detenzione illegale di arma, condannandolo a un anno di reclusione e a una multa, riconoscendo anche la recidiva.

La decisione veniva confermata dalla Corte d’Appello nel marzo del 2023. L’imputato, tramite il suo difensore, decideva di presentare ricorso per Cassazione, lamentando diversi vizi della sentenza, tra cui uno destinato a rivelarsi decisivo.

Il Ricorso per Cassazione e l’Estinzione del Reato

Il ricorrente basava la sua difesa su tre motivi principali:
1. Errata attribuzione della responsabilità per la detenzione dell’arma.
2. L’intervenuta estinzione del reato per prescrizione, il cui termine era spirato prima della pronuncia della sentenza d’appello.
3. Vizi relativi alla quantificazione della pena.

Il secondo motivo si è rivelato assorbente e fondato. La difesa ha correttamente eccepito che il termine di prescrizione ordinario, calcolato a partire dalla sentenza di primo grado (27 ottobre 2014), era maturato il 27 ottobre 2022, ovvero diversi mesi prima che la Corte d’Appello emettesse la sua sentenza di conferma nel marzo 2023.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha accolto il ricorso, ritenendo fondato e decisivo il motivo relativo alla prescrizione. I giudici hanno sottolineato che, sulla base dei calcoli corretti, il termine ordinario di prescrizione di otto anni dalla sentenza di primo grado era effettivamente decorso prima della pronuncia d’appello.

La Corte ha richiamato il consolidato orientamento delle Sezioni Unite (sent. Ricci, n. 12602/2016), secondo cui è ammissibile il ricorso per cassazione con cui si deduce l’estinzione del reato per prescrizione maturata prima della sentenza impugnata. Tale doglianza integra un valido motivo di ricorso per violazione di legge.

Inoltre, i giudici hanno ribadito che nel giudizio di appello sussiste l’obbligo di dichiarare immediatamente l’estinzione del reato, anche se i motivi di impugnazione riguardano esclusivamente il trattamento sanzionatorio. L’impugnazione, purché ammissibile, impedisce infatti che la sentenza diventi definitiva sul punto della responsabilità e non esime il giudice dal compito di rilevare eventuali cause di estinzione del reato maturate nel frattempo.

Poiché la Corte d’Appello aveva omesso di dichiarare una causa di estinzione già verificatasi, la sua sentenza è stata ritenuta viziata per violazione di legge.

Conclusioni

La Corte di Cassazione ha quindi annullato la sentenza impugnata senza rinvio, poiché il reato era estinto per intervenuta prescrizione. Questa decisione rafforza la natura inderogabile della prescrizione come istituto di diritto sostanziale che garantisce la certezza del diritto e il diritto dell’imputato a non essere sottoposto a un processo di durata irragionevole. La sentenza evidenzia come sia un dovere del giudice, in ogni stato e grado del processo, verificare e dichiarare d’ufficio la presenza di cause di estinzione del reato, a prescindere dai motivi specifici sollevati dalle parti, a condizione che l’impugnazione sia ammissibile.

Cosa succede se un reato si prescrive prima della sentenza di appello?
Il giudice d’appello ha l’obbligo di dichiarare l’estinzione del reato. Se non lo fa, la sua sentenza è viziata per violazione di legge e può essere annullata dalla Corte di Cassazione.

È possibile fare ricorso in Cassazione per lamentare unicamente la mancata dichiarazione di prescrizione da parte del giudice d’appello?
Sì. Secondo la giurisprudenza consolidata della Cassazione, anche a Sezioni Unite, dedurre l’estinzione del reato per prescrizione maturata prima della sentenza impugnata costituisce un motivo di ricorso valido e ammissibile.

Se l’appello riguarda solo la misura della pena, il giudice può comunque dichiarare la prescrizione del reato?
Sì. Anche se l’appello si concentra solo sul trattamento sanzionatorio, il giudice del gravame non è esonerato dal compito di rilevare e dichiarare eventuali cause di estinzione del reato, come la prescrizione, maturate nel frattempo.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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