Estinzione del Reato per Prescrizione: La Cassazione Annulla la Condanna
Una recente sentenza della Corte di Cassazione ribadisce un principio fondamentale del diritto penale: una condanna non può essere emessa se il reato è già estinto. Il caso in esame dimostra come il decorso del tempo, disciplinato dall’istituto della prescrizione, possa portare all’estinzione del reato e, di conseguenza, all’annullamento di una sentenza di colpevolezza emessa tardivamente. Analizziamo insieme la vicenda e le ragioni giuridiche alla base della decisione.
I Fatti del Processo
Due persone venivano condannate dal Tribunale per una contravvenzione prevista dall’art. 660 del codice penale. L’ultimo fatto penalmente rilevante risaliva all’11 luglio 2018. Successivamente, in data 15 novembre 2023, il Tribunale emetteva la sentenza di condanna. Gli imputati, tramite i loro difensori, proponevano ricorso in Cassazione, sostenendo che al momento della pronuncia di primo grado il reato fosse già caduto in prescrizione.
La Questione Giuridica: Il Calcolo della Prescrizione nelle Contravvenzioni
Il fulcro della questione ruotava attorno al calcolo dei termini di prescrizione per i reati contravvenzionali. La legge stabilisce che, per questa tipologia di illeciti, il termine di prescrizione è di quattro anni. Tale termine può essere esteso fino a un massimo di cinque anni in presenza di atti interruttivi. Nel caso specifico, essendo l’ultima condotta datata luglio 2018, il termine massimo di prescrizione sarebbe scaduto a luglio 2023. La sentenza di condanna, emessa a novembre 2023, risultava quindi successiva a tale scadenza.
L’Analisi della Cassazione sull’estinzione del reato
La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, ritenendolo fondato. I giudici hanno verificato che, effettivamente, alla data della pronuncia della sentenza di condanna, il termine massimo di prescrizione di cinque anni era già decorso.
La Corte ha inoltre esaminato attentamente le vicende processuali per verificare l’esistenza di eventuali cause di sospensione della prescrizione. È emerso che un rinvio d’udienza, disposto su richiesta della difesa, era stato di fatto ‘travolto’ nei suoi effetti sospensivi da un successivo rinvio. Quest’ultimo si era reso necessario per sanare una nullità originaria nella notifica dell’atto di citazione a giudizio (la vocatio in ius) a uno degli imputati. Di conseguenza, nessun periodo di sospensione valido poteva essere conteggiato per prolungare ulteriormente i termini.
Le Motivazioni della Decisione
La Corte ha motivato la sua decisione sulla base di un principio consolidato. L’estinzione del reato per prescrizione, quando si verifica prima della sentenza di condanna, opera in modo automatico e impedisce al giudice di pronunciarsi sulla colpevolezza dell’imputato. Pertanto, la sentenza di condanna emessa dal Tribunale era illegittima perché pronunciata quando il potere punitivo dello Stato si era già esaurito per il decorso del tempo.
In assenza di cause evidenti che potessero portare a un proscioglimento nel merito degli imputati (ai sensi dell’art. 129 del codice di procedura penale), la Cassazione non ha potuto fare altro che prendere atto dell’intervenuta prescrizione e annullare la sentenza impugnata senza disporre un nuovo processo.
Conclusioni
Questa pronuncia riafferma l’importanza del rispetto dei tempi processuali. La prescrizione non è un mero tecnicismo, ma un istituto di garanzia che tutela il diritto dell’imputato a essere giudicato in un tempo ragionevole. Quando lo Stato non riesce a concludere un processo entro i termini massimi previsti dalla legge, perde il suo diritto di punire. La sentenza impugnata deve quindi essere annullata, poiché il reato su cui si fondava si è legalmente estinto.
Quando si prescrive un reato contravvenzionale?
In base a quanto stabilito dalla Corte, per le contravvenzioni il termine di prescrizione è di quattro anni, che può essere esteso fino a un massimo di cinque anni in presenza di atti interruttivi.
Un rinvio d’udienza richiesto dalla difesa sospende sempre la prescrizione?
Non sempre. In questo caso specifico, l’effetto sospensivo di un rinvio chiesto dalla difesa è stato annullato da un successivo differimento resosi necessario per sanare un vizio di notifica originario, rendendo di fatto inefficace la sospensione.
Cosa succede se il reato si prescrive prima della sentenza di condanna?
Se l’estinzione del reato per prescrizione matura prima della pronuncia di condanna, quest’ultima deve essere annullata, poiché il giudice non ha più il potere di giudicare nel merito un reato che non esiste più dal punto di vista giuridico.
Testo del provvedimento
Sentenza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 10228 Anno 2025
Penale Sent. Sez. 7 Num. 10228 Anno 2025
Presidente: COGNOME NOME
Relatore: COGNOME
Data Udienza: 30/01/2025
SENTENZA
sui ricorsi proposti da:
COGNOME NOME nato a CATANIA il 21/07/1978
NOME nato a CATANIA il 27/09/1977
avverso la sentenza del 15/11/2023 del TRIBUNALE di CATANIA
dato avviso alle parti; udita la relazione svolta dal Consigliere COGNOME;
Visti gli atti e la sentenza impugnata;
letti i motivi dei ricorsi;
letta le memoria difensiva depositata dall’Avv. COGNOME
rilevato che:
con la sentenza impugnata il Tribunale di Catania ha ritenuto le imputate penalmente responsabili della contravvenzione di cui all’art. 660 cod. pen. condannandole alla pena pecuniaria di cui al dispositivo;
l’ultima condotta penalmente rilevante risulta essere stata commessa, in base alla contestazione di cui alla rubrica imputativa, alla data dell’Il lugli 2018;
ritenuto che:
vertendosi in materia contravvenzionale il termine di prescrizione applicabile ratione temporis è quello di quattro anni suscettibile di aumento massimo fino a cinque ai sensi del combinato disposto degli artt. 157 e 161 cod. pen.;
alla data del 15 novembre 2023, data di pronuncia della sentenza impugnata, il reato era ormai estinto per prescrizione non operando alcuna causa sospensiva del predetto termine in ragione del fatto, correttamente ricostruito dai ricorrenti, per cui il rinvio disposto all’udienza del 6 giugno 2022, a seguito di richiesta del difensore, è stato, di fatto, travolto ,negli effetti sospensivi della prescrizione, dal successivo differimento disposto all’udienza del 20 ottobre 2022 in occasione della quale è stata evidenziata la nullità originaria della notifica del decreto di citazione (e della vocatio in ius) dell’imputata COGNOME;
l’intervenuta prescrizione della contravvenzione in epoca precedente alla pronuncia della sentenza di condanna impedisce l’applicabilità della causa di sospensione di cui all’art. 1, comma 11, let. b), legge 23 giugno 2017, n. 103 nlla parte in cui ha modificato l’art. 159 cod. pen.;
non sussistono cause evidenti di proscioglimento delle imputate a norma dell’art. 129 cod. proc. pen.;
considerato che, pertanto, la sentenza impugnata deve essere annullata senza rinvio in ragione dell’intervenuta estinzione del reato prima della pronuncia di condanna;
P.Q.M.
Annulla senza rinvio la sentenza impugnata, perché il reato è estinto per prescrizione.
Così deciso il 30/01/2025