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Estensione DASPO: serve nuova convalida del Giudice

La Corte di Cassazione ha annullato una condanna per violazione di un DASPO, stabilendo un principio fondamentale sull’estensione del provvedimento. Un tifoso, destinatario di un DASPO per le partite di una specifica squadra di calcio, era stato condannato per non essersi presentato in commissariato durante gli incontri di una nuova società sportiva, diversa dalla prima. La Suprema Corte ha chiarito che l’estensione DASPO a una squadra differente, anche se opera come continuazione della precedente, costituisce un nuovo provvedimento. Pertanto, per essere valido, deve essere autonomamente notificato e sottoposto a una nuova convalida da parte dell’autorità giudiziaria, a tutela del principio di tassatività e del diritto di difesa.

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Pubblicato il 25 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Estensione DASPO: Per la Cassazione è Invalida Senza Nuova Convalida del Giudice

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 37771 del 2025, ha affermato un principio cruciale in materia di misure di prevenzione personali, chiarendo i limiti e le condizioni per una legittima estensione DASPO. La decisione, che annulla una condanna per violazione dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria, sottolinea l’importanza del principio di tassatività e del diritto di difesa, stabilendo che qualsiasi modifica sostanziale di un DASPO equivale a un nuovo provvedimento e richiede una nuova convalida del giudice.

I Fatti del Caso

Un individuo era stato condannato in primo e secondo grado per aver violato le prescrizioni di un DASPO emesso dal Questore. Il provvedimento originario gli vietava l’accesso agli stadi in occasione delle partite della squadra “Marsala Calcio” e gli imponeva di presentarsi presso gli uffici di Polizia in concomitanza con tali eventi.

Le violazioni contestate, tuttavia, non riguardavano le partite della squadra menzionata nel provvedimento, bensì quelle di una società sportiva diversa, la “ASD Dolce Onorio Marsala”, sorta successivamente. I giudici di merito avevano ritenuto ugualmente sussistente il reato, interpretando la ratio del provvedimento come finalizzata ad allontanare il tifoso dagli incontri sportivi della squadra locale, a prescindere dalla sua denominazione formale. A sostegno di questa tesi, era stata richiamata una nota della Questura che estendeva esplicitamente la prescrizione anche agli incontri della nuova squadra.

Il Principio di Tassatività e l’Estensione DASPO

Il ricorso in Cassazione si è fondato proprio sulla violazione del principio di tassatività e determinatezza. La difesa ha sostenuto che il DASPO, essendo un atto che limita la libertà personale, non può essere oggetto di interpretazione estensiva. La misura era stata emessa con riferimento a una specifica associazione sportiva, “Marsala Calcio”, e non poteva automaticamente applicarsi a un’altra entità giuridica, la “ASD Dolce Onorio Marsala”, per quanto quest’ultima rappresentasse una continuità sportiva nella stessa città.

La Suprema Corte ha accolto pienamente questa tesi, ribadendo che l’art. 6 della legge n. 401/1989 impone al Questore di formulare il precetto in maniera “specifica e dettagliata”, indicando chiaramente le “manifestazioni sportive” e i “luoghi” interdetti. Questa precisione è essenziale per garantire la piena comprensione del provvedimento da parte del destinatario e per permettere un efficace controllo giurisdizionale.

La Nota Integrativa della Questura: Un Atto Inefficace

Un punto centrale della sentenza riguarda la natura della nota con cui la Questura aveva esteso l’obbligo di presentazione alle partite della nuova squadra. La Cassazione ha chiarito che tale atto non può essere considerato una mera specificazione del provvedimento originario. Al contrario, modificandone l’oggetto in modo sostanziale, esso costituisce a tutti gli effetti un nuovo provvedimento integrativo.

Come tale, per essere valido ed efficace, avrebbe dovuto seguire lo stesso iter del DASPO originario: notifica all’interessato e, soprattutto, successiva convalida da parte dell’autorità giudiziaria. Poiché nel caso di specie la convalida non era avvenuta, la nota integrativa era da considerarsi giuridicamente inefficace, e l’obbligo di presentazione per le partite della nuova squadra non poteva ritenersi validamente imposto.

Le Motivazioni della Cassazione

La Corte ha motivato la sua decisione richiamando la natura invasiva del DASPO e dell’obbligo di presentazione, che incidono direttamente sulla libertà personale del cittadino. Per questa ragione, l’applicazione di tali misure richiede il massimo rigore e il rispetto dei principi di legalità, tassatività e determinatezza. Qualsiasi interpretazione che vada oltre il tenore letterale del provvedimento è inammissibile.

I giudici hanno citato precedenti giurisprudenziali in cui erano stati annullati provvedimenti DASPO ritenuti eccessivamente generici, ad esempio quelli emessi nei confronti di una intera polisportiva senza specificare la singola compagine (es. under 20, under 18). La logica è la stessa: il destinatario deve essere messo in condizione di sapere, senza ombra di dubbio, quali sono i suoi obblighi.

In definitiva, la violazione contestata non sussisteva perché l’obbligo di firma non era stato validamente esteso alle partite della squadra “ASD Dolce Onorio Marsala”.

Le Conclusioni

La sentenza rappresenta un importante baluardo a tutela dei diritti del cittadino di fronte al potere dell’autorità amministrativa. Le conclusioni che se ne possono trarre sono chiare: un DASPO non “segue” la squadra di calcio se questa cambia denominazione o viene sostituita da una nuova società. L’estensione DASPO a una nuova realtà sportiva non è automatica ma richiede l’emissione di un nuovo provvedimento, il quale deve essere sottoposto al vaglio del giudice per la convalida. In assenza di questo passaggio fondamentale, qualsiasi obbligo imposto è illegittimo e la sua violazione non costituisce reato.

È possibile estendere un DASPO emesso per le partite di una squadra a quelle di una nuova società sportiva nata nella stessa città?
No. La Corte di Cassazione ha stabilito che non è possibile un’interpretazione estensiva. L’estensione del DASPO a una squadra diversa richiede l’emissione di un nuovo provvedimento autonomo, che deve essere notificato all’interessato e convalidato dall’autorità giudiziaria.

Perché il principio di tassatività è così importante nei provvedimenti DASPO?
Perché il DASPO e l’obbligo di presentazione sono misure che limitano la libertà personale. Il principio di tassatività garantisce che il destinatario comprenda esattamente quali sono i suoi obblighi e divieti, impedendo applicazioni arbitrarie e proteggendo il suo diritto di difesa.

Una nota integrativa della Questura è sufficiente per modificare un DASPO già convalidato?
No. La sentenza chiarisce che una nota che estende la portata del DASPO a nuove situazioni (come le partite di un’altra squadra) è a tutti gli effetti un nuovo provvedimento. Per essere valido ed efficace, deve essere sottoposto a una nuova e autonoma convalida da parte del giudice, cosa che non era avvenuta nel caso di specie.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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