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Espulsione straniero: valutazione della pericolosità

La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza di condanna per reati di droga nei confronti di un cittadino straniero, poiché il giudice di merito aveva omesso di valutare la sua pericolosità sociale ai fini dell’applicazione della misura di sicurezza dell’espulsione. La Corte ha ribadito che, a seguito di una storica sentenza della Corte Costituzionale, l’espulsione dello straniero non è mai automatica ma richiede una specifica e motivata valutazione da parte del giudice circa il rischio che l’imputato commetta nuovi reati.

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Pubblicato il 22 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Espulsione Straniero: La Cassazione sul Dovere di Valutazione della Pericolosità Sociale

La condanna per reati legati agli stupefacenti può comportare, per un cittadino straniero, una conseguenza molto grave: l’espulsione dal territorio dello Stato. Tuttavia, questa misura non è automatica. Una recente sentenza della Corte di Cassazione (Sent. n. 16968/2025) torna su un principio fondamentale: l’espulsione straniero è una misura di sicurezza che richiede sempre una valutazione concreta e motivata da parte del giudice sulla pericolosità sociale del condannato. Vediamo nel dettaglio il caso e le ragioni della decisione.

I Fatti del Caso

Un cittadino di origine marocchina veniva condannato, all’esito di un giudizio abbreviato, alla pena di otto mesi di reclusione e 1.400 euro di multa per il reato di spaccio di sostanze stupefacenti. Il Tribunale di Bergamo, tuttavia, nel pronunciare la condanna, ometteva di disporre la misura di sicurezza dell’espulsione dal territorio dello Stato, prevista dall’art. 86 del Testo Unico sugli Stupefacenti (d.P.R. 309/1990).

Il Ricorso del Procuratore Generale

Contro questa sentenza ha proposto ricorso per cassazione il Procuratore generale presso la Corte d’Appello di Brescia. Il motivo del ricorso era uno solo: l’inosservanza della legge penale. Secondo il Procuratore, il giudice di primo grado aveva errato nel non ordinare l’espulsione, nonostante dalla stessa motivazione della sentenza emergessero plurimi elementi indicativi della pericolosità dell’imputato. Si chiedeva quindi l’annullamento della sentenza su questo specifico punto.

L’analisi della Corte di Cassazione sulla misura dell’espulsione straniero

La Suprema Corte ha ritenuto il ricorso fondato. Gli Ermellini hanno innanzitutto chiarito che l’omessa statuizione sulla misura di sicurezza dell’espulsione in una sentenza di condanna è impugnabile direttamente con ricorso per cassazione, e non davanti al Tribunale di Sorveglianza.
Nel merito, la Corte ha richiamato un principio cardine stabilito dalla Corte Costituzionale con la sentenza n. 58 del 1995. Con quella storica pronuncia, è stata dichiarata l’illegittimità costituzionale dell’automatismo dell’espulsione. Da allora, il giudice non può più disporla come una conseguenza diretta della condanna, ma ha l’obbligo di effettuare un accertamento in concreto sulla sussistenza della pericolosità sociale del condannato.

I Criteri di Valutazione

Questa valutazione, precisa la Cassazione, non può essere generica o presunta. Il giudice deve basarsi sugli indici previsti dall’art. 133 del codice penale, tra cui la gravità del reato, i motivi a delinquere, il carattere del reo, i suoi precedenti penali e, in generale, la sua condotta di vita. Solo all’esito di questo approfondito esame, il giudice può stabilire se applicare o meno la misura di sicurezza dell’espulsione.

Le Motivazioni della Decisione

Nel caso specifico, il Tribunale di Bergamo aveva completamente omesso questa valutazione. La sentenza impugnata si era limitata a menzionare la ricorrenza della recidiva, senza però condurre alcuna analisi sui profili di pericolosità sociale ai fini specifici dell’applicazione della misura di sicurezza. Questo, per la Corte di Cassazione, costituisce un errore di diritto che vizia la sentenza.
L’obbligo di valutazione sussiste anche per le ipotesi di spaccio di lieve entità (previste dal comma 5 dell’art. 73 d.P.R. 309/1990), come quella contestata all’imputato.

Le Conclusioni

Per queste ragioni, la Corte di Cassazione ha annullato la sentenza del Tribunale di Bergamo, ma limitatamente alla mancata decisione sull’espulsione. Il caso è stato rinviato allo stesso Tribunale, che dovrà ora procedere a una nuova valutazione, attenendosi ai principi enunciati dalla Suprema Corte. In pratica, il giudice dovrà esaminare concretamente tutti gli elementi a disposizione per stabilire se l’imputato sia socialmente pericoloso e, solo in caso affermativo, disporre la sua espulsione a pena espiata. La sentenza riafferma un importante baluardo di civiltà giuridica: nessuna misura restrittiva della libertà personale può essere automatica, ma deve sempre essere il frutto di un giudizio individualizzato e motivato.

L’espulsione dello straniero condannato per reati di droga è automatica?
No, non è automatica. A seguito della sentenza della Corte Costituzionale n. 58 del 1995, il giudice deve sempre accertare in concreto la sussistenza della pericolosità sociale del condannato prima di poter ordinare l’espulsione.

Cosa deve valutare il giudice per decidere sull’espulsione dello straniero?
Il giudice deve valutare la pericolosità sociale dell’imputato, ossia la probabilità che commetta nuovi reati. Questa valutazione deve basarsi sulle circostanze previste dall’art. 133 del codice penale (gravità del reato, capacità a delinquere, precedenti, etc.).

Cosa succede se il giudice di primo grado omette di pronunciarsi sull’espulsione?
La sentenza può essere impugnata con ricorso per cassazione. Se la Corte di Cassazione accoglie il ricorso, annulla la sentenza limitatamente al punto omesso e rinvia il caso allo stesso giudice, che dovrà effettuare la valutazione sulla pericolosità sociale e decidere se applicare o meno la misura di sicurezza dell’espulsione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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