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Espulsione straniero: quando è legittima per reati?

Un cittadino straniero, condannato per spaccio di eroina, ha impugnato la sentenza che ne disponeva l’espulsione dal territorio nazionale. La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, confermando la legittimità della misura dell’espulsione straniero. Secondo la Corte, la pericolosità sociale dell’imputato era stata correttamente valutata sulla base della gravità del reato e dei precedenti. Inoltre, la difesa non ha fornito elementi concreti sui legami familiari o sociali dell’imputato, necessari per un bilanciamento tra la sicurezza pubblica e il suo interesse a rimanere in Italia.

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Pubblicato il 27 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Espulsione Straniero e Pericolosità Sociale: La Decisione della Cassazione

L’espulsione straniero a seguito di una condanna penale è una misura che incide profondamente sulla vita di una persona. Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha fornito chiarimenti cruciali sui presupposti per la sua applicazione, in particolare riguardo alla valutazione della pericolosità sociale e all’onere della difesa di fornire elementi concreti per un bilanciamento degli interessi in gioco. Il caso riguarda un cittadino straniero condannato per spaccio di sostanze stupefacenti, la cui permanenza in Italia è stata messa in discussione.

I Fatti del Processo

Un cittadino di origine nigeriana veniva condannato in primo e secondo grado per il reato di detenzione a fini di spaccio di eroina. La pena inflitta era di nove mesi di reclusione e 1000 euro di multa. Oltre alla condanna, i giudici di merito avevano disposto due misure accessorie di grande rilevanza: la confisca del denaro sequestrato e, soprattutto, l’espulsione dal territorio dello Stato a pena espiata. Questa misura di sicurezza si basa sulla valutazione della pericolosità sociale del condannato.

I Motivi del Ricorso e la questione dell’espulsione straniero

La difesa dell’imputato ha presentato ricorso in Cassazione, contestando proprio la legittimità dell’ordine di espulsione. Il motivo principale del ricorso si fondava su due argomenti:

1. Vizio di Motivazione sulla Pericolosità Sociale: Secondo il ricorrente, i giudici non avevano adeguatamente motivato la sussistenza di una concreta pericolosità sociale.
2. Mancato Bilanciamento degli Interessi: La difesa lamentava che la Corte d’Appello non avesse effettuato un esame comparativo tra l’interesse generale alla sicurezza pubblica e l’interesse dell’imputato a rimanere in Italia, tenuto conto che egli era regolarmente presente sul territorio nazionale.

In sostanza, si contestava che la decisione di disporre l’espulsione straniero fosse stata automatica e non basata su un’analisi approfondita della situazione personale e della reale pericolosità del soggetto.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, ritenendo le argomentazioni della difesa generiche e infondate. La sentenza offre spunti importanti sulla valutazione della pericolosità sociale.

I giudici hanno confermato che la motivazione della Corte d’Appello era adeguata e logica. La pericolosità sociale non era un’ipotesi astratta, ma derivava da elementi concreti:

* Gravità del Fatto: Sebbene il reato fosse stato qualificato nella sua forma meno grave (comma 5 dell’art. 73 d.P.R. 309/1990), si trattava comunque di eroina, una sostanza stupefacente particolarmente lucrativa, e di una quantità (7 grammi) non minima e ancora da spacciare.
* Precedenti e Condotta: Nonostante la giovane età, l’imputato aveva già precedenti di polizia e una condanna non ancora definitiva, dimostrando una “allarmante pervicacia e determinazione criminosa”.
* Inserimento nel Circuito Criminale: Il coinvolgimento nello spaccio indicava un inserimento in un contesto criminale, dal quale deriva un concreto pericolo di reiterazione del reato.

Il punto più significativo della decisione riguarda però l’onere della prova per il bilanciamento degli interessi. La Cassazione ha ricordato che, in conformità con la Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo (art. 8), il giudice deve bilanciare l’interesse pubblico alla sicurezza con il diritto alla vita privata e familiare dell’individuo. Tuttavia, questo bilanciamento non può avvenire nel vuoto. È onere della difesa “ritualmene prospettare” e allegare gli elementi fattuali che dimostrino un radicamento sociale e familiare in Italia. Nel caso di specie, l’imputato si era limitato a far valere la sua condizione di soggiornante regolare, senza fornire alcuna prova specifica di legami familiari, lavorativi o di altro tipo che potessero essere valutati dal giudice. Di conseguenza, il motivo del ricorso è stato giudicato generico e l’impugnazione inammissibile.

Le Conclusioni

La sentenza consolida un principio fondamentale: per opporsi a un’ordinanza di espulsione straniero, non basta contestare genericamente la valutazione di pericolosità sociale o invocare il proprio status di residente regolare. È necessario che la difesa fornisca al processo elementi concreti e specifici (come documentazione su famiglia, lavoro, integrazione sociale) che consentano al giudice di effettuare una ponderata valutazione comparativa. In assenza di tali elementi, la valutazione sulla pericolosità, se ben motivata sulla base del reato e dei precedenti, è sufficiente a giustificare la misura di sicurezza dell’espulsione.

Quando un cittadino straniero condannato per spaccio può essere espulso?
Può essere espulso quando il giudice, oltre a condannarlo, lo ritiene socialmente pericoloso, ovvero valuta che esista un rischio concreto che commetta nuovi reati. Questa valutazione si basa sulla gravità del reato, sui precedenti penali e di polizia e sulla condotta complessiva della persona.

Cosa si intende per ‘pericolosità sociale’ ai fini dell’espulsione?
Per pericolosità sociale si intende la probabilità concreta e attuale che il condannato commetta altri reati. Nel caso analizzato, è stata desunta dall’inserimento della persona nel circuito criminale dello spaccio, dalla natura della sostanza (eroina), dai precedenti e da una manifesta ‘determinazione criminosa’.

Per evitare l’espulsione, è sufficiente dimostrare di essere regolarmente residente in Italia?
No, secondo la Corte di Cassazione non è sufficiente. La sola regolarità del soggiorno non basta a impedire l’espulsione se viene accertata la pericolosità sociale. L’interessato deve fornire al giudice prove concrete e specifiche dei suoi legami familiari e sociali sul territorio, per permettere un bilanciamento tra la sicurezza pubblica e il suo diritto a rimanere in Italia.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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