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Espulsione straniero: quando è illegittima la misura

La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza di patteggiamento nella parte in cui applicava la misura di sicurezza dell’espulsione a un cittadino straniero condannato per reati di droga. La Corte ha stabilito che la motivazione del giudice di merito era insufficiente e tautologica, in quanto non conteneva una valutazione concreta e individualizzata della pericolosità sociale dell’imputato, come richiesto dalla giurisprudenza costituzionale. L’espulsione straniero non può essere una conseguenza automatica della condanna, ma deve fondarsi su un accertamento effettivo del pericolo che l’individuo rappresenta per la società. Il caso è stato rinviato per una nuova valutazione.

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Pubblicato il 5 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Espulsione straniero: quando la misura di sicurezza è illegittima

L’espulsione straniero come misura di sicurezza a seguito di una condanna per reati legati agli stupefacenti non è mai automatica. Una recente sentenza della Corte di Cassazione ribadisce un principio fondamentale: il giudice ha l’obbligo di motivare in modo concreto e specifico sulla reale pericolosità sociale dell’individuo, altrimenti il provvedimento è illegittimo. Analizziamo insieme questa importante decisione.

I Fatti del Caso

Un cittadino straniero, a seguito di un accordo di patteggiamento, veniva condannato dal Tribunale di Lodi a una pena di due anni e otto mesi di reclusione e 12.000 euro di multa per un reato previsto dal Testo Unico sugli Stupefacenti. Oltre alla pena detentiva, il giudice applicava anche la misura di sicurezza dell’espulsione dal territorio dello Stato, da eseguirsi una volta scontata la pena.

L’imputato, tramite il suo difensore, proponeva ricorso per cassazione, lamentando una totale mancanza di motivazione riguardo all’applicazione di tale misura. La difesa sosteneva che il giudice non avesse adeguatamente considerato le condizioni personali dell’imputato, come il fatto che svolgesse regolare attività lavorativa in Italia da molti anni e fosse incensurato all’epoca dei fatti.

La Decisione della Corte di Cassazione sull’espulsione straniero

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, ritenendolo fondato. Ha quindi annullato la sentenza impugnata limitatamente al punto relativo alla misura di sicurezza dell’espulsione, disponendo il rinvio al Tribunale di Lodi per una nuova valutazione.

La Corte ha stabilito che il giudice di merito non può limitarsi a giustificare l’espulsione con formule generiche o tautologiche, ma deve procedere a una valutazione approfondita e personalizzata.

Le Motivazioni: la pericolosità sociale non può essere presunta

Il cuore della decisione risiede nell’interpretazione dell’articolo 86 del Testo Unico sugli Stupefacenti, alla luce di una storica sentenza della Corte Costituzionale (n. 58/1995). Tale sentenza ha dichiarato l’illegittimità della norma nella parte in cui obbligava il giudice a disporre l’espulsione senza un previo accertamento della concreta pericolosità sociale del condannato.

Nel caso di specie, il Tribunale si era limitato ad affermare che l’imputato avesse dimostrato una “elevata capacità a delinquere” e a formulare un “giudizio di elevata pericolosità sociale”. Secondo la Cassazione, questa non è una motivazione valida, ma un’affermazione meramente tautologica, ossia un ragionamento circolare che non spiega nulla. Affermare che una persona è pericolosa perché ha una capacità a delinquere non è una motivazione sufficiente.

Il giudice, invece, deve compiere un accertamento:
1. Previo e motivato: La decisione deve essere supportata da argomentazioni logiche e giuridiche.
2. Necessariamente individualizzato: Deve tenere conto delle specifiche condizioni di vita, lavorative e familiari del condannato, come richiesto dall’art. 133 del codice penale.

La mancanza di questa valutazione concreta viola la legge e rende illegittima l’applicazione della misura di sicurezza.

Le Conclusioni: implicazioni pratiche della sentenza

Questa pronuncia rafforza un principio cardine dello stato di diritto: nessuna misura restrittiva della libertà personale, specialmente una così grave come l’espulsione straniero, può essere applicata in modo automatico. Il giudice ha il dovere di guardare alla persona che ha di fronte e di valutare se, al momento della decisione, essa rappresenti ancora un pericolo concreto per la società.

La sentenza sottolinea che anche in un procedimento “semplificato” come il patteggiamento, il giudice non è esonerato dal suo dovere di motivazione su punti cruciali come le misure di sicurezza. Per gli operatori del diritto, questo rappresenta un costante monito a verificare sempre la solidità delle argomentazioni a sostegno di provvedimenti che incidono così profondamente sulla vita delle persone.

L’espulsione di uno straniero condannato per reati di droga è automatica?
No. La legge, come interpretata dalla Corte Costituzionale, richiede che il giudice compia un accertamento specifico e motivato sulla sussistenza in concreto della pericolosità sociale del condannato prima di poter disporre l’espulsione.

Perché la Corte di Cassazione ha annullato la misura dell’espulsione in questo caso?
La Corte ha annullato la misura perché la motivazione del giudice di primo grado era meramente tautologica e insufficiente. Il giudice si era limitato ad affermare la pericolosità sociale dell’imputato senza analizzare in concreto le sue condizioni personali e senza fornire una giustificazione adeguata.

Cosa deve fare il giudice per applicare legittimamente la misura di sicurezza dell’espulsione?
Il giudice deve condurre un’analisi previa, motivata e individualizzata sulla concreta pericolosità sociale dello straniero. Deve considerare tutti gli elementi previsti dalla legge, incluse le condizioni personali, lavorative e il comportamento dell’individuo, spiegando perché ritiene che esista un rischio effettivo di commissione di nuovi reati.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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