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Espulsione straniero: la Cassazione annulla la sentenza

La Corte di Cassazione ha esaminato il ricorso del Procuratore Generale contro una sentenza che, pur condannando un cittadino straniero per detenzione di stupefacenti, aveva omesso di applicare la misura di sicurezza dell’espulsione. La Corte ha annullato la sentenza su questo punto, rinviando il caso al Tribunale per una nuova valutazione sulla pericolosità sociale dell’imputato, presupposto necessario per l’espulsione dello straniero.

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Pubblicato il 8 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Espulsione Straniero: La Cassazione Annulla per Omessa Valutazione

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 15872 del 2025, è tornata a pronunciarsi su un tema delicato e di grande attualità: l’espulsione dello straniero condannato per reati legati agli stupefacenti. Il caso in esame offre importanti chiarimenti sulla necessità per il giudice di motivare esplicitamente la decisione di applicare o meno tale misura di sicurezza, sottolineando come un’omissione su questo punto costituisca un vizio della sentenza.

I Fatti del Caso

Un cittadino di origine gambiana veniva condannato dal Tribunale di Brescia per il reato di illecita detenzione di hashish, all’esito di un giudizio abbreviato. Tuttavia, la sentenza di primo grado non conteneva alcuna statuizione in merito all’applicazione della misura di sicurezza dell’espulsione a pena espiata, prevista dall’art. 86 del Testo Unico sugli Stupefacenti (d.P.R. 309/1990).
Il Procuratore Generale presso la Corte di Appello di Brescia ha quindi proposto ricorso per cassazione, lamentando proprio questa omissione. Secondo il ricorrente, i presupposti per l’espulsione, e in particolare la pericolosità sociale dell’imputato, erano già evidenti nella stessa sentenza, la quale aveva escluso la particolare tenuità del fatto e aveva evidenziato precedenti specifici.

La Decisione della Corte di Cassazione e l’espulsione straniero

La Suprema Corte ha ritenuto fondato il ricorso del Procuratore Generale. In via preliminare, ha respinto le eccezioni della difesa, che sosteneva la tardività del ricorso e l’incostituzionalità della norma sull’espulsione. I giudici hanno chiarito che il ricorso era tempestivo e che la questione di costituzionalità era già stata risolta dalla Corte Costituzionale con la sentenza n. 58 del 1995. Quest’ultima ha dichiarato l’illegittimità della norma solo nella parte in cui rendeva l’espulsione obbligatoria, senza lasciare al giudice il potere di valutare caso per caso la concreta pericolosità sociale del condannato.

Le Motivazioni della Sentenza

Nel merito, la Cassazione ha evidenziato il ‘totale silenzio’ della sentenza di primo grado sulla questione dell’espulsione. Questo silenzio costituisce una violazione di legge, poiché il giudice ha l’obbligo di pronunciarsi su tale misura.
Il punto centrale della motivazione risiede nella natura della valutazione richiesta. La pericolosità sociale, necessaria per disporre l’espulsione dello straniero, non può essere considerata implicita o desunta da altri elementi della sentenza (come la gravità del fatto o i precedenti penali). È necessario, invece, un accertamento specifico e una motivazione ad hoc che spieghi perché, nel caso concreto, si ritiene che l’imputato sia socialmente pericoloso ai fini dell’applicazione di questa misura.
Di conseguenza, la Corte non ha potuto semplicemente ‘correggere’ la sentenza aggiungendo l’ordine di espulsione, come richiesto dal Procuratore Generale. Una decisione del genere spetta al giudice di merito, che deve compiere la necessaria valutazione fattuale. Per questo motivo, la Cassazione ha annullato la sentenza impugnata, ma solo limitatamente al punto sull’omessa applicazione della misura di sicurezza, e ha rinviato il caso al Tribunale di Brescia, in diversa composizione, per un nuovo giudizio.

Le Conclusioni e le Implicazioni Pratiche

Questa pronuncia ribadisce un principio fondamentale: l’espulsione dello straniero non è una conseguenza automatica della condanna per reati di droga, ma una misura di sicurezza che richiede un’attenta e autonoma valutazione da parte del giudice. I tribunali devono esplicitamente motivare la sussistenza della pericolosità sociale del condannato. L’omissione di questa valutazione costituisce un errore di diritto che porta all’annullamento della sentenza, garantendo così che una misura così incisiva sulla vita di una persona sia sempre fondata su un’analisi concreta e non su automatismi.

L’espulsione dello straniero condannato per reati di droga è automatica?
No, non è automatica. La Corte Costituzionale ha stabilito che il giudice deve sempre effettuare un previo accertamento della concreta pericolosità sociale della persona prima di poter ordinare l’espulsione.

Cosa succede se il giudice di primo grado non si pronuncia sull’espulsione?
La sentenza può essere annullata su quel punto. La Corte di Cassazione, come in questo caso, annulla la sentenza limitatamente alla misura di sicurezza e rinvia il caso al tribunale per un nuovo giudizio che includa la valutazione sull’espulsione.

La valutazione sulla pericolosità sociale può essere dedotta implicitamente da altri elementi della sentenza?
No. La Cassazione chiarisce che la valutazione sulla pericolosità sociale ai fini dell’espulsione deve essere specifica e motivata. Non può essere semplicemente desunta da altre considerazioni, come quelle fatte per negare la particolare tenuità del fatto o altri benefici.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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