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Espulsione straniero e pericolosità sociale

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un cittadino straniero contro la misura di sicurezza dell’espulsione. La Corte ha stabilito che la valutazione della pericolosità sociale, necessaria per l’espulsione straniero, era stata correttamente motivata dai giudici di merito basandosi sulla gravità dei reati commessi (rapina e lesioni a danno di un anziano), ritenuti indicatori concreti di tale pericolosità.

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Pubblicato il 25 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Espulsione Straniero: La Pericolosità Sociale va Provata con Fatti Concreti

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 1994 del 2024, è tornata a pronunciarsi su un tema delicato: i presupposti per l’applicazione della misura di sicurezza dell’espulsione straniero dal territorio dello Stato. La decisione sottolinea un principio fondamentale: tale misura non può essere automatica, ma deve fondarsi su una valutazione attenta e motivata della pericolosità sociale del condannato, basata su elementi concreti emersi nel processo.

I Fatti del Processo

Il caso ha origine dalla decisione della Corte di Appello di L’Aquila, che aveva confermato una sentenza di condanna emessa dal Tribunale di Vasto nei confronti di un cittadino straniero. Oltre alla pena detentiva, era stata disposta la misura di sicurezza dell’espulsione dal territorio dello Stato.

L’imputato era stato ritenuto colpevole di reati gravi, in particolare rapina e lesioni personali commesse ai danni di una persona anziana. Proprio la natura di questi reati è stata al centro della successiva valutazione dei giudici.

Il Ricorso in Cassazione e la Questione Legale

Il difensore dell’imputato ha presentato ricorso per cassazione, sollevando un unico motivo di doglianza. Secondo la difesa, i giudici di merito non avevano adeguatamente motivato la decisione di applicare la misura dell’espulsione. In particolare, si lamentava la mancanza di una verifica concreta e specifica della pericolosità sociale dell’individuo, come richiesto dall’articolo 133 del codice penale. La tesi difensiva sosteneva che la misura fosse stata applicata quasi come una conseguenza automatica della condanna, senza un’analisi personalizzata del caso.

Le Motivazioni

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, ritenendolo manifestamente infondato. I giudici supremi hanno chiarito che, secondo un orientamento consolidato, il giudice che applica l’espulsione straniero come misura di sicurezza deve accertare in concreto la sussistenza della pericolosità sociale del condannato e fornire una motivazione adeguata su questo punto.

Nel caso specifico, la Cassazione ha ritenuto che la Corte di Appello si fosse pienamente conformata a tale principio. I giudici di secondo grado, infatti, avevano evidenziato elementi specifici del fatto-reato per giustificare la loro valutazione. Le modalità della rapina e le lesioni inflitte a una vittima vulnerabile (un soggetto anziano) sono state considerate elementi fattuali indicativi della pericolosità sociale dell’imputato. Non si è trattato, quindi, di un automatismo, ma di un giudizio ancorato alle circostanze concrete del reato commesso. La Corte ha concluso che la motivazione della sentenza impugnata era logica e sufficiente, rendendo il ricorso del tutto infondato.

Le Conclusioni

La sentenza ribadisce un principio di garanzia cruciale: le misure di sicurezza, specialmente quelle incidenti sulla libertà personale come l’espulsione, non possono derivare da presunzioni di pericolosità. Il giudice ha l’obbligo di effettuare una valutazione individualizzata, spiegando perché, nel caso specifico, ritiene che il condannato rappresenti un pericolo per la società. In questo contesto, le modalità e la gravità del reato commesso possono costituire un valido fondamento per tale giudizio. La decisione, pertanto, conferma che la pericolosità sociale può essere desunta direttamente dalla natura e dalle circostanze del crimine, a patto che il giudice lo espliciti chiaramente nella sua motivazione.

Quando può essere applicata la misura di sicurezza dell’espulsione a uno straniero?
Può essere applicata a seguito di una condanna per specifici reati, ma solo dopo che il giudice abbia accertato in concreto la pericolosità sociale del condannato e l’abbia adeguatamente motivata.

Come si valuta la pericolosità sociale per giustificare l’espulsione?
La valutazione non può essere astratta, ma deve basarsi su elementi specifici e concreti del fatto. Come nel caso di specie, la gravità del reato (rapina e lesioni a un anziano) può essere un elemento indicativo della pericolosità sociale.

Cosa succede se il ricorso contro l’espulsione è basato su motivi manifestamente infondati?
Il ricorso viene dichiarato inammissibile dalla Corte di Cassazione. Ciò comporta la conferma della decisione impugnata e la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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