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Espulsione patteggiamento: la decisione del giudice

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso contro un’ordinanza di espulsione dopo patteggiamento. Anche se non inclusa nell’accordo, il giudice può disporre l’espulsione se motiva la pericolosità sociale del soggetto, basandosi su precedenti e recidiva. La situazione familiare deve essere eccepita in primo grado.

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Pubblicato il 17 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Espulsione Patteggiamento: Quando il Giudice Può Agire Oltre l’Accordo delle Parti

Il tema dell’espulsione patteggiamento rappresenta un nodo cruciale nel diritto penale, specialmente quando coinvolge cittadini stranieri. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce i poteri del giudice e gli oneri a carico della difesa. La pronuncia esamina il caso di un imputato che, dopo aver concordato la pena, si è visto applicare la misura di sicurezza dell’espulsione dal territorio nazionale, non prevista nell’accordo. Analizziamo la decisione per comprendere i principi affermati dai giudici di legittimità.

I Fatti del Caso

Il Giudice per le indagini preliminari (Gup) del Tribunale di Novara, su accordo tra le parti (patteggiamento ex art. 444 c.p.p.), ha applicato a un cittadino straniero una pena per un reato legato agli stupefacenti. Questa pena è stata poi unificata a una precedente condanna, divenuta irrevocabile, per un totale di 3 anni di reclusione e 7.300 euro di multa. Oltre alla pena detentiva, il Gup ha ordinato, una volta espiata la pena, l’espulsione dell’imputato come misura di sicurezza ai sensi dell’art. 86 del d.P.R. 309/1990 (Testo Unico Stupefacenti).

I Motivi del Ricorso in Cassazione

Il difensore dell’imputato ha presentato ricorso alla Corte di Cassazione, lamentando l’illegittimità dell’ordine di espulsione sulla base di tre argomenti principali:
1. Estraneità all’accordo: L’espulsione non era stata oggetto dell’accordo di patteggiamento tra l’imputato e il pubblico ministero.
2. Mancanza di motivazione: Il giudice non avrebbe adeguatamente motivato la sussistenza della pericolosità sociale dell’imputato, presupposto necessario per l’applicazione di una misura di sicurezza.
3. Omessa valutazione della condizione familiare: Non sarebbe stata effettuata alcuna analisi comparativa della situazione familiare dell’imputato, che avrebbe potuto ostare all’espulsione.

La Decisione della Corte e la questione dell’espulsione patteggiamento

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, ritenendo le doglianze manifestamente infondate. I giudici hanno chiarito tre punti fondamentali che definiscono i contorni dell’applicazione dell’espulsione patteggiamento.

1. Potere Autonomo del Giudice

La Corte ha ribadito un principio consolidato: in sede di patteggiamento, il giudice può disporre la misura di sicurezza dell’espulsione anche se questa non rientra nell’oggetto dell’accordo tra le parti. L’applicazione della misura di sicurezza, infatti, non è un elemento negoziale della pena, ma una valutazione autonoma che la legge affida al giudice quando ne ricorrono i presupposti.

2. La Motivazione sulla Pericolosità Sociale

Contrariamente a quanto sostenuto dalla difesa, la Cassazione ha ritenuto che il Gup avesse fornito una motivazione adeguata, seppur sintetica. Il giudice di merito aveva basato il suo giudizio su elementi concreti: i precedenti specifici dell’imputato, la contestazione della recidiva specifica ed infraquinquennale e l’applicazione in corso di una misura cautelare. Questi fattori, nel loro insieme, sono stati considerati sufficienti a dimostrare l’inserimento del soggetto nel circuito criminale e un concreto pericolo di reiterazione dei reati, giustificando così il giudizio di pericolosità sociale. La motivazione non è risultata, quindi, né assente né manifestamente illogica.

3. L’Onere di Allegare la Condizione Familiare

Infine, per quanto riguarda l’omesso esame della situazione familiare, la Corte ha sottolineato un onere processuale a carico dell’imputato. Spetta a chi richiede il patteggiamento rappresentare al giudice, al momento della richiesta, le eventuali condizioni ostative all’espulsione, come legami familiari stabili sul territorio. Se tali condizioni non vengono dedotte davanti al giudice di merito, non possono essere sollevate per la prima volta in sede di legittimità. Nel caso di specie, l’imputato non aveva fornito alcuna prova della sua situazione familiare in primo grado.

le motivazioni

La Corte di Cassazione ha motivato la propria decisione di inammissibilità basandosi su consolidati orientamenti giurisprudenziali. In primo luogo, ha riaffermato l’autonomia del giudice nel disporre la misura di sicurezza dell’espulsione in sede di patteggiamento, indipendentemente dal contenuto dell’accordo. In secondo luogo, ha considerato sufficiente la motivazione sulla pericolosità sociale fondata su elementi specifici come precedenti penali, recidiva e misure cautelari in atto, ritenendola non manifestamente illogica. Infine, ha posto in capo all’imputato l’onere di allegare tempestivamente, ovvero davanti al giudice di merito, le circostanze personali e familiari che potrebbero impedire l’applicazione dell’espulsione, precludendone la deduzione per la prima volta in Cassazione.

le conclusioni

Questa ordinanza offre importanti spunti pratici. Conferma che il patteggiamento, pur essendo un accordo sulla pena, non preclude al giudice l’applicazione di misure di sicurezza come l’espulsione, qualora ne sussistano i presupposti di legge. Per la difesa, emerge l’importanza strategica di non limitarsi a negoziare la pena, ma di presentare al giudice di merito, già in fase di richiesta del rito speciale, tutti gli elementi utili a contrastare un eventuale giudizio di pericolosità sociale e a dimostrare la presenza di solidi legami familiari e sociali sul territorio, quali condizioni ostative all’espulsione.

Il giudice può ordinare l’espulsione di uno straniero se questa misura non era inclusa nell’accordo di patteggiamento?
Sì, la Corte di Cassazione ha confermato che il giudice, in sede di applicazione della pena su richiesta delle parti, può disporre autonomamente la misura di sicurezza dell’espulsione anche se non rientra nell’oggetto dell’accordo.

Come deve essere motivata la pericolosità sociale che giustifica l’espulsione?
La motivazione può essere basata su elementi concreti e specifici, come i precedenti penali dell’imputato, la recidiva specifica ed infraquinquennale e l’essere sottoposto a una misura cautelare. Questi elementi, valutati complessivamente, possono dimostrare un pericolo di reiterazione del reato.

Quando deve essere sollevata la questione della propria situazione familiare per cercare di evitare l’espulsione?
L’imputato ha l’onere di rappresentare le eventuali condizioni ostative all’espulsione, come i legami familiari, al momento della richiesta di patteggiamento al giudice di merito. Tali questioni non possono essere presentate per la prima volta in sede di ricorso per cassazione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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