Espulsione Immediata: Quando è Legittima Secondo la Cassazione
L’espulsione immediata di un cittadino straniero dal territorio nazionale è una misura che solleva complessi interrogativi giuridici, specialmente quando si intreccia con procedimenti penali in corso o con situazioni di vita personale consolidate. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione offre importanti chiarimenti, ribadendo principi giurisprudenziali consolidati e delineando i confini tra i doveri dello straniero e i suoi diritti.
I Fatti del Caso
Il caso esaminato dalla Suprema Corte riguarda il ricorso presentato da un cittadino extracomunitario avverso una sentenza del Giudice di Pace. Il ricorrente si opponeva al suo allontanamento, sostenendo che la misura fosse illegittima per due ragioni principali: la pendenza di un procedimento penale a suo carico, che richiedeva la sua presenza per esercitare il diritto di difesa, e la sua convivenza stabile con una cittadina rumena sul territorio italiano.
L’analisi del ricorso e i limiti dell’espulsione immediata
Il ricorrente ha tentato di far valere le sue ragioni personali e processuali per contrastare il provvedimento di allontanamento. Tuttavia, la Corte di Cassazione ha ritenuto gli argomenti “manifestamente infondati”, allineandosi a un orientamento ormai consolidato. La decisione si fonda su una netta distinzione tra la tutela dei legami familiari e il rispetto degli ordini dell’autorità pubblica in materia di immigrazione.
Il Diritto di Difesa nel Processo Penale
Un punto centrale del ricorso era il presunto conflitto tra l’ordine di espulsione e il diritto di difesa. Il ricorrente sosteneva che l’allontanamento gli avrebbe impedito di partecipare al processo penale in cui era imputato. La Corte ha respinto questa argomentazione, richiamando una precedente sentenza (n. 25706/2008) secondo cui il sistema giuridico offre una soluzione adeguata. La facoltà, riconosciuta all’espulso, di rientrare temporaneamente nel territorio dello Stato per presenziare alle udienze e compiere gli atti necessari alla sua difesa è considerata una garanzia sufficiente. Questo meccanismo, secondo i giudici, fuga ogni dubbio di incostituzionalità della misura dell’espulsione immediata.
La Rilevanza della Convivenza “More Uxorio”
L’altro argomento difensivo si basava sulla convivenza del ricorrente con una cittadina dell’Unione Europea. Secondo l’imputato, questo legame affettivo avrebbe dovuto costituire un “giustificato motivo” per non ottemperare all’ordine di lasciare il Paese. Anche su questo punto, la Cassazione è stata categorica. Citando un altro precedente (n. 3599/2008), ha affermato che la mera convivenza “more uxorio” di un cittadino extracomunitario, anche se con un cittadino italiano o comunitario, non integra di per sé un giustificato motivo idoneo a legittimare l’inosservanza dell’ordine di espulsione emesso dal Questore. La situazione familiare, quindi, non è sufficiente a paralizzare l’efficacia di un provvedimento amministrativo di allontanamento.
Le Motivazioni della Cassazione
Le motivazioni dell’ordinanza si basano su una logica di bilanciamento degli interessi. Da un lato, c’è l’interesse pubblico al controllo dei flussi migratori e all’esecuzione dei provvedimenti di espulsione. Dall’altro, vi sono i diritti fondamentali dell’individuo, come il diritto di difesa e il rispetto della vita privata e familiare. La Corte ha ritenuto che la normativa vigente fornisca già un equilibrio adeguato. Il diritto di difesa è salvaguardato dalla possibilità di rientro temporaneo, mentre la vita familiare non può essere invocata come scudo per sottrarsi a un ordine legittimo dell’autorità, soprattutto in assenza di legami giuridicamente più strutturati, come il matrimonio o la genitorialità con un cittadino italiano.
Conclusioni
La decisione della Corte di Cassazione conferma un indirizzo rigoroso in materia di espulsione immediata. Essa chiarisce che né la pendenza di un processo penale né una relazione di convivenza possono, da sole, giustificare la permanenza illegale sul territorio nazionale. Per gli stranieri destinatari di un ordine di allontanamento, questa ordinanza sottolinea l’importanza di rispettare i provvedimenti dell’autorità, pena non solo l’esecuzione coattiva della misura ma anche ulteriori conseguenze penali. La sentenza ribadisce che le garanzie difensive sono tutelate attraverso specifici istituti procedurali, senza che ciò possa compromettere l’efficacia delle politiche di controllo dell’immigrazione. Infine, la dichiarazione di inammissibilità del ricorso comporta per il ricorrente la condanna al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria, a testimonianza della manifesta infondatezza delle sue argomentazioni.
Avere un processo penale in corso impedisce l’espulsione immediata?
No. Secondo la Corte, l’espulsione è legittima perché al soggetto viene comunque garantita la facoltà di rientrare in Italia per esercitare il proprio diritto di difesa nel processo.
La convivenza ‘more uxorio’ con un cittadino UE può fermare un’espulsione?
No. La sentenza chiarisce che la mera convivenza non costituisce un ‘giustificato motivo’ per non rispettare l’ordine del Questore di lasciare il territorio nazionale.
Cosa succede se il ricorso contro l’espulsione viene dichiarato inammissibile?
Il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di denaro alla Cassa delle ammende, come stabilito nel dispositivo della sentenza.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 2514 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 2514 Anno 2025
Presidente: COGNOME
Relatore: NOME COGNOME
Data Udienza: 05/12/2024
ORDINANZA
sul ricorso proposto da: NOME COGNOME nato il 01/01/1973
avverso la sentenza del 20/04/2022 del GIUDICE COGNOME di CATANIA
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere COGNOME;
Ritenuto in fatto e considerato in diritto
Rilevato che NOME COGNOME ricorre per cassazione contro il provvedimento indicato in intestazione;
Ritenuto che gli argomenti dedotti nell’unico motivo di ricorso sono manifestamente infondati, in quanto in contrasto con la consolidata giurisprudenza della Corte di legitti secondo cui il riconoscimento all’espulso, che sia anche imputato in un procedimento penale, della facoltà di rientro nel territorio dello Stato per l’esercizio del diritto di difesa è s fugare il dubbio di incostituzionalità dell’espulsione immediata (Sez. 1, Sentenza n. 25706 d 05/06/2008, Seck, Rv. 240457), mentre la circostanza, peraltro soltanto riferita dall’imputa che lo stesso al momento dell’espulsione convivesse già con una cittadina rumena è inconferente con il percorso logico della sentenza impugnata, in quanto “in tema di ingiustificata inosservan dell’ordine del questore allo straniero espulso di lasciare il territorio dello Stato, non i “giustificato motivo” la mera convivenza “more uxorio” del cittadino extracomunitario co cittadina italiana (Sez. 1, Sentenza n. 3599 del 04/12/2008, dep. 2009, PG in proc. Essafar Rv. 242518);
Rilevato, pertanto, che il ricorso deve essere dichiarato inammissibile con la condanna de ricorrente al pagamento delle spese del procedimento, nonché al versamento in favore della Cassa delle ammende di una somma determinata, in via equitativa, nella misura indicata in dispositivo;
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spes processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
Così deciso il 5 dicembre 2024.