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Espulsione illegale con patteggiamento: la Cassazione

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 4683/2024, ha stabilito l’illegittimità dell’ordine di espulsione di uno straniero condannato, tramite patteggiamento, a una pena di due anni di reclusione. La Corte ha chiarito che l’espulsione, quale misura di sicurezza personale, non può essere applicata se la pena patteggiata non supera i due anni. Di conseguenza, ha annullato la sentenza impugnata limitatamente alla parte relativa all’espulsione illegale, confermando nel resto la condanna.

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Pubblicato il 29 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Espulsione Illegale e Patteggiamento: la Cassazione Fissa i Limiti

La recente sentenza della Corte di Cassazione n. 4683 del 2024 affronta un tema cruciale nell’ambito del diritto penale e dell’immigrazione: i limiti all’applicazione della misura di sicurezza dell’espulsione in caso di patteggiamento. La pronuncia chiarisce quando un’ espulsione illegale può essere disposta, fornendo un importante principio di diritto a tutela delle garanzie procedurali.

I Fatti del Caso

Un cittadino straniero ricorreva in Cassazione avverso una sentenza del Tribunale di Monza emessa a seguito di patteggiamento. L’imputato era stato condannato a una pena di due anni di reclusione per reati di tentato furto in abitazione aggravato, resistenza a pubblico ufficiale e lesioni personali aggravate. Oltre alla pena detentiva, il giudice di primo grado aveva disposto anche la misura di sicurezza dell’espulsione dal territorio dello Stato.

Il ricorso si basava su due motivi, ma è il secondo, relativo all’espulsione, a diventare il fulcro della decisione della Suprema Corte, che lo ha esaminato d’ufficio.

L’Analisi della Corte e la Questione dell’Espulsione Illegale

La Corte di Cassazione ha prima di tutto dichiarato inammissibile il primo motivo del ricorso, ribadendo che l’impugnazione di una sentenza di patteggiamento è consentita solo per ragioni tassativamente previste dalla legge (art. 448, comma 2-bis, c.p.p.), tra cui non rientra la mancata valutazione delle condizioni per il proscioglimento immediato ex art. 129 c.p.p.

Il punto centrale della sentenza, tuttavia, riguarda la legalità della misura di sicurezza dell’espulsione. I giudici hanno rilevato d’ufficio l’illegalità di tale misura nel caso specifico. La Corte ha agito sulla base di un principio consolidato, che lega l’applicazione delle misure di sicurezza all’entità della pena patteggiata.

Le motivazioni

La motivazione della Corte si fonda sull’interpretazione dell’articolo 445, comma 2, del codice di procedura penale. Questa norma stabilisce che, con la sentenza di patteggiamento, non possono essere applicate misure di sicurezza personali, ad eccezione della confisca, quando la pena detentiva inflitta non supera i due anni.

Nel caso in esame, la pena concordata e applicata era esattamente di due anni di reclusione. Poiché l’espulsione dello straniero, ai sensi dell’art. 15 del D.Lgs. 286/1998, è a tutti gli effetti una misura di sicurezza personale, la sua applicazione era preclusa dalla legge.

La Corte ha specificato che una pena di due anni rientra nel limite di “non superiore a due anni”, rendendo di conseguenza l’ espulsione illegale. Non ricorrendo, inoltre, altre condizioni previste dalla legge (come quelle dell’art. 235 c.p.), la misura doveva essere annullata.

Le conclusioni

In conclusione, la Corte di Cassazione ha annullato senza rinvio la sentenza impugnata, ma solo limitatamente all’ordine di espulsione, che è stato eliminato. Il resto della sentenza, inclusa la pena di due anni di reclusione, è stato confermato. Questa decisione riafferma un importante limite a tutela dell’imputato nel contesto del patteggiamento: il rito premiale, che comporta una riduzione della pena, non può essere aggravato da misure di sicurezza personali se la sanzione detentiva si mantiene entro la soglia dei due anni. Si tratta di una garanzia fondamentale che bilancia l’efficienza processuale con i diritti dell’individuo.

È possibile applicare una misura di sicurezza come l’espulsione con una sentenza di patteggiamento?
No, non è possibile se la pena detentiva patteggiata non supera i due anni. La sentenza chiarisce che l’espulsione, in quanto misura di sicurezza personale, non può essere disposta in questi casi, come previsto dall’art. 445, comma 2, del codice di procedura penale.

Un ricorso per cassazione contro una sentenza di patteggiamento è sempre ammissibile?
No, la legge lo consente solo per motivi specifici e tassativi, come quelli relativi all’espressione della volontà dell’imputato, all’erronea qualificazione giuridica del fatto o all’illegalità della pena o della misura di sicurezza, secondo l’art. 448, comma 2-bis, del codice di procedura penale.

Cosa succede se una misura di sicurezza viene applicata illegalmente in una sentenza?
La Corte di Cassazione può rilevare d’ufficio l’illegalità e annullare la sentenza limitatamente a quella specifica parte, eliminando la misura. Nel caso di specie, la Corte ha annullato l’ordine di espulsione, lasciando invariata la pena detentiva di due anni.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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