Espulsione Cittadino Italiano: Quando la Misura di Sicurezza è Illegale
Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha riaffermato un principio fondamentale del nostro ordinamento: l’espulsione di un cittadino italiano dal territorio nazionale è una misura di sicurezza illegale. Questo caso evidenzia l’importanza della corretta applicazione della legge e i limiti entro cui può essere impugnata una sentenza di patteggiamento.
I Fatti del Caso: Dalla Condanna all’Appello
Il Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Monza aveva applicato, a seguito di patteggiamento, una pena di 2 anni e 4 mesi di reclusione e 600 euro di multa a un individuo per i reati di cui agli articoli 628 (rapina) e 493-ter del codice penale. Oltre alla pena detentiva, il giudice aveva ordinato anche la misura di sicurezza dell’espulsione a pena espiata.
Il difensore dell’imputato ha presentato ricorso per cassazione, contestando unicamente la parte della sentenza relativa all’ordine di espulsione. Il motivo del ricorso era semplice e dirimente: il suo assistito era cittadino italiano, e come tale non poteva essere soggetto a tale misura di sicurezza. La difesa ha allegato la documentazione comprovante la cittadinanza italiana a sostegno del proprio ricorso.
Il Divieto di Espulsione del Cittadino Italiano: La Decisione della Cassazione
La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, ritenendolo fondato. Il punto centrale della decisione ruota attorno all’articolo 448-bis, comma 2-bis, del codice di procedura penale. Questa norma stabilisce che le sentenze di patteggiamento possono essere impugnate in Cassazione solo per motivi specifici, tra cui “l’illegalità della pena o della misura di sicurezza”.
Nel caso in esame, l’applicazione della misura di sicurezza dell’espulsione era palesemente illegale. L’articolo 235 del codice penale, che disciplina l’espulsione dello straniero dal territorio dello Stato, non può essere applicato a un cittadino italiano. La cittadinanza rappresenta un ostacolo giuridico assoluto a questo tipo di provvedimento. Essendo stata provata la cittadinanza italiana del ricorrente, la misura disposta dal GIP era in violazione di legge.
Le Motivazioni della Corte
La Corte ha motivato la sua decisione sottolineando che l’appello rientrava pienamente nelle eccezioni previste dalla legge per l’impugnazione delle sentenze di patteggiamento. L’errore del giudice di primo grado non riguardava una valutazione di merito, ma un’errata applicazione della legge penale. L’illegalità della misura di sicurezza, derivante direttamente dallo status di cittadino italiano dell’imputato, ha reso necessario l’intervento correttivo della Suprema Corte.
Di conseguenza, la Corte ha annullato la sentenza impugnata “senza rinvio”, limitatamente alla parte relativa all’espulsione. Questo tipo di decisione significa che la questione è stata risolta in modo definitivo, senza bisogno di un nuovo giudizio, eliminando semplicemente la misura di sicurezza illegittima dalla sentenza originale.
Conclusioni: L’Importanza della Verifica della Cittadinanza
Questa pronuncia rafforza un principio cardine della protezione dei diritti dei cittadini. Serve come un importante monito per i giudici di merito a verificare con la massima attenzione lo status personale dell’imputato prima di applicare misure di sicurezza che, come l’espulsione, sono strettamente legate alla condizione di straniero. La decisione della Cassazione garantisce che i limiti posti dalla legge a tutela dei cittadini vengano rispettati, correggendo un errore che avrebbe avuto conseguenze gravi e illegittime sulla libertà personale dell’individuo.
È possibile disporre l’espulsione di un cittadino italiano come misura di sicurezza?
No, la sentenza chiarisce che la misura di sicurezza dell’espulsione non può essere applicata a un cittadino italiano, in quanto l’articolo 235 del codice penale la prevede esclusivamente per lo straniero.
Perché la Corte di Cassazione ha annullato la sentenza senza rinvio?
La Corte ha annullato la sentenza senza rinvio perché l’errore commesso era di pura legalità (l’applicazione di una misura di sicurezza vietata dalla legge) e la prova della cittadinanza italiana era stata fornita documentalmente, rendendo non necessari ulteriori accertamenti di fatto.
In quali casi si può ricorrere in Cassazione contro una sentenza di patteggiamento?
Secondo l’art. 448 bis, comma 2 bis, del codice di procedura penale, il ricorso è limitato a motivi specifici, tra cui il difetto di correlazione tra richiesta e sentenza, l’erronea qualificazione giuridica del fatto e, come nel caso di specie, l’illegalità della pena o della misura di sicurezza applicata.
Testo del provvedimento
Sentenza di Cassazione Penale Sez. 2 Num. 934 Anno 2024
Penale Sent. Sez. 2 Num. 934 Anno 2024
Presidente: COGNOME NOME
Relatore: COGNOME
Data Udienza: 07/12/2023
SENTENZA
sul ricorso proposto da:
BEN NOME COGNOME NOME ( CUI064LEHP) nato il 22/05/2002 GLYPH Ii-AP -° 4- 9
avverso la sentenza del 20/06/2023 dei GIP TRIBUNALE di MONZA
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
lette le conclusioni del Sostituto Procuratore generale NOME COGNOME che ha chiesto l’annullamento senza rinvio della sentenza impugnata limitatamente all’ordine di espulsione;
RITENUTO IN FATTO
Il Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Monza, con sentenza del 20 giugno 2023, applicava a NOME COGNOME imputato dei reati di cui agli artt. 628 e 493-ter cod. pen., la pena di anni 2 e mesi 4 reclusione ed C 600,00 di multa, ordinando l’espulsione dell’imputato pena espiata.
1.1 Avverso la sentenza prone ricorso per cassazione il difensore di NOME COGNOME COGNOME COGNOME chiedendo l’annullamento della sentenza nella parte in cui aveva disposto l’espulsione ai sensi dell’art. 235 cod. proc. pen., essendo il ricorrente cittadino italiano.
1.2 IL difensore osserva inoltre che la sentenza non aveva comunque considerato le condizioni di vita, di salute e familiari del ricorrente.
CONSIDERATO IN DIRITI -0
2.11 ricorso è fondato.
2.1 Ai sensi dell’art. 448 bis, comma 2 bis cod.proc.pen., entrato in vigore il 3 agosto 2017. “Il pubblico ministero e l’imputato possono proporre ricorso per cassazione contro la sentenza solo per motivi attinenti all’espressione della volontà dell’imputato, al difetto di correlazione tra la richiesta e la sentenza all’erronea qualificazione giuridica del fatto e all’illegalità della pena o d misura di sicurezza”; tale è il caso in esame, in cui è stata disposta l’espulsione dell’imputato in difetto dei presupposti della misura di sicurezza di cui all’art. 2 cod. pen., posto che il ricorrente è cittadino italiano, come risulta dall documentazione allegata dalla difesa al ricorso.
La sentenza impugnata deve pertanto essere annullata senza rinvio, con eliminazione della misura di sicurezza della espulsione
P.Q.M.
Annulla senza rinvio la sentenza impugnata limitatamente alla misura di sicurezza dell’espulsione che elimina
Così deciso il 07/12/2023