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Espulsione alternativa detenzione: ricorso inammissibile

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso contro un’ordinanza di espulsione alternativa alla detenzione. Il ricorso è stato ritenuto generico e volto a un riesame del merito. La Corte ha confermato la valutazione di pericolosità sociale del soggetto, basata sui suoi precedenti penali, e ha escluso pericoli per la sua incolumità nel paese d’origine.

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Pubblicato il 6 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Espulsione Alternativa alla Detenzione: Quando il Ricorso è Inammissibile

L’espulsione alternativa alla detenzione rappresenta uno strumento giuridico che consente di sostituire l’ultima parte di una pena detentiva con l’allontanamento dal territorio nazionale di un cittadino straniero. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce i presupposti di legittimità di tale misura e i limiti dell’impugnazione, sottolineando l’importanza della specificità dei motivi del ricorso e della corretta valutazione della pericolosità sociale.

I Fatti del Caso

Il caso esaminato riguarda un cittadino straniero destinatario di un decreto di espulsione emesso dal Magistrato di Sorveglianza come misura alternativa alla detenzione, dovendo egli scontare una pena residua inferiore a due anni. L’interessato proponeva opposizione avverso tale decreto, ma il Tribunale di Sorveglianza di Roma la respingeva con un’ordinanza. Contro questa decisione, il soggetto presentava ricorso per Cassazione, contestando la valutazione dei presupposti applicativi della misura.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile. I giudici di legittimità hanno ritenuto che l’impugnazione non individuasse specifici vizi di legge nel provvedimento del Tribunale di Sorveglianza, ma si limitasse a sollecitare un nuovo esame del merito dei fatti. Questo tipo di valutazione, tuttavia, è precluso in sede di Cassazione, il cui compito è verificare la corretta applicazione della legge e la logicità della motivazione, non riesaminare le prove.
Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

Le Motivazioni sull’Espulsione Alternativa alla Detenzione

La Corte ha basato la propria decisione su due pilastri fondamentali.

In primo luogo, ha evidenziato la genericità del ricorso. L’atto di impugnazione non contestava aspetti giuridici specifici dell’ordinanza, ma tendeva a provocare una rivalutazione nel merito, non consentita, dei presupposti che avevano portato all’espulsione.

In secondo luogo, la Cassazione ha confermato la correttezza della valutazione operata dal Tribunale di Sorveglianza. Quest’ultimo aveva correttamente escluso la sussistenza di pericoli per l’incolumità fisica del ricorrente in caso di rientro nel suo Paese d’origine, come richiesto dalla normativa sull’immigrazione (art. 19 T.U. Immigrazione). Inoltre, il giudizio sulla pericolosità sociale del soggetto è stato ritenuto ben fondato. La Corte ha sottolineato come l’anagrafe giudiziaria del ricorrente evidenziasse una condotta criminale protratta e ininterrotta fino al 2019, caratterizzata da reati anche violenti contro il patrimonio e la persona, oltre a episodi di ribellione all’Autorità e violazioni della disciplina sull’immigrazione. Questa reiterata condotta antigiuridica è stata considerata un indice affidabile della sua pericolosità sociale, giustificando pienamente la misura dell’espulsione alternativa alla detenzione.

Conclusioni

L’ordinanza in esame ribadisce principi consolidati in materia di impugnazioni e di misure alternative alla detenzione per cittadini stranieri. Sottolinea che il ricorso per Cassazione deve essere fondato su motivi di diritto specifici e non può trasformarsi in un terzo grado di giudizio sul merito. Inoltre, conferma che la valutazione della pericolosità sociale, elemento chiave per l’applicazione dell’espulsione, deve basarsi su elementi concreti e oggettivi, come i precedenti penali e la condotta complessiva dell’individuo. La decisione serve da monito: per contestare efficacemente un provvedimento di espulsione, è necessario articolare censure precise e pertinenti, dimostrando un errore di diritto o un vizio logico nella motivazione del giudice, e non semplicemente auspicando una diversa interpretazione dei fatti.

Quando un ricorso contro un’espulsione alternativa alla detenzione viene dichiarato inammissibile?
Un ricorso viene dichiarato inammissibile quando è generico, cioè non individua specifici errori di diritto nel provvedimento impugnato, ma mira a ottenere una nuova valutazione dei fatti, non consentita in sede di legittimità.

Come viene valutata la pericolosità sociale per giustificare l’espulsione alternativa alla detenzione?
La pericolosità sociale viene valutata sulla base del casellario giudiziale e della condotta complessiva del soggetto. Nel caso di specie, una lunga serie di reati, anche violenti, contro il patrimonio e la persona, e la violazione delle norme sull’immigrazione sono stati considerati sufficienti a fondare tale giudizio.

L’espulsione può essere disposta se il rimpatrio comporta rischi per la persona?
No, l’espulsione non può essere disposta se esistono pericoli per l’incolumità fisica della persona nel suo Paese d’origine, come previsto dall’art. 19 del Testo Unico sull’Immigrazione. Tuttavia, in questo caso, il Tribunale di sorveglianza aveva accertato l’assenza di tali pericoli.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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