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Esigenze cautelari: attualità e traffico di droga

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibili i ricorsi contro un’ordinanza cautelare per associazione a delinquere finalizzata al traffico di droga. La Corte ha confermato la validità della misura, ribadendo che il requisito di attualità delle esigenze cautelari non richiede l’imminenza del reato, ma una prognosi concreta di pericolosità, specialmente in contesti di criminalità organizzata capace di rigenerarsi.

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Pubblicato il 25 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Esigenze Cautelari: Attualità del Pericolo e Criminalità Organizzata

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 25934 del 2025, si è pronunciata su un tema cruciale della procedura penale: il requisito di attualità delle esigenze cautelari nel contesto di un’associazione finalizzata al traffico di stupefacenti. La decisione offre importanti chiarimenti su come valutare il pericolo di reiterazione del reato anche a distanza di tempo dai fatti contestati, specialmente in presenza di sodalizi criminali strutturati. Questa sentenza ribadisce che la capacità di un’organizzazione di rigenerarsi è un fattore determinante nella valutazione della pericolosità sociale.

I Fatti del Caso

La vicenda processuale ha origine da un’indagine su un’associazione a delinquere operante nel mercato della droga in un quartiere di Roma. L’organizzazione era stata descritta come altamente strutturata, con una chiara gerarchia, turni di lavoro per pusher e vedette, un linguaggio in codice e persino uno ‘stipendio’ giornaliero per gli affiliati. L’attività criminale contestata si era svolta principalmente tra maggio 2021 e febbraio 2022.

Inizialmente, il Giudice per le Indagini Preliminari (G.i.p.) aveva respinto la richiesta di misure cautelari, ritenendo insussistenti le esigenze cautelari, soprattutto in ragione del tempo trascorso dai fatti e della presunta disarticolazione del gruppo a seguito di arresti e sequestri.

Il Pubblico Ministero ha appellato questa decisione e il Tribunale della Libertà, in parziale accoglimento, ha disposto la custodia cautelare in carcere per alcuni indagati e misure meno afflittive per altri. Contro questa ordinanza, gli indagati hanno proposto ricorso per cassazione, lamentando principalmente la mancanza del requisito di ‘attualità’ del pericolo di reiterazione del reato.

La Valutazione delle Esigenze Cautelari da Parte della Cassazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibili tutti i ricorsi. I giudici di legittimità hanno innanzitutto ricordato che il loro compito non è quello di riesaminare i fatti, ma di verificare la correttezza giuridica e la logicità della motivazione del provvedimento impugnato. Nel caso di specie, la motivazione del Tribunale è stata ritenuta coerente, logica e priva di vizi di legge.

Il punto centrale della decisione riguarda l’interpretazione del requisito di attualità delle esigenze cautelari, introdotto esplicitamente dall’art. 274, lett. c), cod. proc. pen. come modificato dalla legge n. 47 del 2015.

Il Principio di Attualità delle Esigenze Cautelari

La difesa degli indagati sosteneva che il tempo trascorso (i fatti si erano conclusi nel febbraio 2022) e i cambiamenti nello stile di vita di alcuni di loro (lavoro, affidamento in prova) avessero fatto venir meno l’attualità del pericolo. La Cassazione ha respinto questa tesi, chiarendo che ‘attualità’ non significa ‘imminenza’ di commissione di un nuovo reato.

Il requisito dell’attualità impone al giudice di formulare una prognosi concreta sulla probabilità che l’indagato commetta ulteriori delitti. Questa prognosi non deve basarsi sulla previsione di una ‘specifica occasione’ per delinquere, ma su un’analisi complessiva che include:

* La personalità dell’indagato.
* Le modalità concrete del reato per cui si procede.
* Il contesto socio-ambientale.

La valutazione deve essere tanto più approfondita quanto maggiore è la distanza temporale dai fatti contestati.

Le Motivazioni della Cassazione

La Corte ha ritenuto che il Tribunale avesse correttamente applicato questi principi. La motivazione dell’ordinanza impugnata descriveva un’associazione criminale con una struttura organizzativa robusta e una notevole capacità di ‘rigenerarsi e riadattarsi’ anche dopo arresti e sequestri, cambiando le modalità di spaccio da ‘statiche’ a ‘dinamiche’ per eludere i controlli. Questa resilienza organizzativa è stata considerata un elemento fondamentale per ritenere ancora attuale il pericolo di reiterazione.

Secondo la Suprema Corte, in contesti di criminalità associativa, la pericolosità non si esaurisce con la conclusione dell’operatività del gruppo in un dato momento o con l’arresto di alcuni membri. La struttura stessa, se capace di sopravvivere e riorganizzarsi, mantiene vivo il pericolo. Di conseguenza, la valutazione del giudice non può limitarsi alla data dell’ultimo reato-fine, ma deve considerare la potenziale persistenza del vincolo associativo.

Il Tribunale, inoltre, aveva valutato le posizioni dei singoli indagati, superando in un caso la presunzione di adeguatezza della custodia in carcere (prevista per il reato di cui all’art. 74 d.P.R. 309/90) e applicando una misura meno grave, dimostrando così di aver condotto un’analisi specifica e non automatica.

Conclusioni e Implicazioni Pratiche

La sentenza in esame consolida un importante orientamento giurisprudenziale sul tema delle esigenze cautelari. Le conclusioni che possiamo trarre sono le seguenti:

1. Attualità non è Imminenza: Il pericolo di reiterazione del reato è ‘attuale’ non solo quando si prevede un crimine imminente, ma quando una prognosi basata su elementi concreti indica una probabilità effettiva e attuale che l’indagato torni a delinquere.
2. Rilevanza della Struttura Criminale: Nei reati associativi, la capacità dell’organizzazione di resistere agli interventi repressivi e di riorganizzarsi è un indice cruciale della persistenza della pericolosità sociale degli affiliati.
3. Valutazione Complessiva: Il decorso del tempo è un fattore da considerare, ma non è di per sé decisivo. Deve essere bilanciato con la gravità dei fatti, la personalità dell’indagato e, soprattutto, la natura e la forza del sodalizio criminale.

Quando si possono applicare le esigenze cautelari se è passato molto tempo dai fatti?
Anche se è trascorso del tempo, le misure cautelari possono essere applicate se il giudice, attraverso una valutazione approfondita e basata su elementi concreti, formula una prognosi di persistente pericolosità sociale. Il tempo decorso deve essere bilanciato con altri fattori, come la gravità dei reati e la personalità dell’indagato.

Cosa significa ‘attualità’ del pericolo di reiterazione del reato?
Secondo la sentenza, ‘attualità’ non significa imminenza di un nuovo reato, ma la sussistenza di una concreta e attuale probabilità che l’indagato torni a delinquere. Questa valutazione si basa su un’analisi della personalità del soggetto, delle modalità del reato e del contesto, senza la necessità di prevedere una specifica occasione futura per delinquere.

In caso di associazione a delinquere, la disarticolazione del gruppo esclude le esigenze cautelari?
No, non necessariamente. Se l’associazione dimostra una forte capacità di riorganizzarsi e rigenerarsi dopo arresti o sequestri, il pericolo di reiterazione può essere considerato ancora attuale. La resilienza della struttura criminale è un elemento chiave per valutare la pericolosità dei suoi membri, anche se l’operatività del gruppo appare momentaneamente interrotta.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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