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Esigenze cautelari: annullata misura senza rinvio

La Corte di Cassazione ha annullato senza rinvio l’ordinanza che applicava una misura cautelare a un imprenditore accusato di intestazione fittizia e riciclaggio. La decisione si fonda sulla carente motivazione del giudice di merito riguardo alle esigenze cautelari, in particolare sull’assenza di una valutazione concreta e attuale del pericolo di reiterazione del reato, valorizzando la condizione di incensurato dell’indagato e le dinamiche societarie successive ai fatti contestati.

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Pubblicato il 14 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Esigenze Cautelari: Quando il Pericolo di Recidiva non è Attuale

La recente sentenza della Corte di Cassazione n. 18418/2024 offre un’importante lezione sui limiti e i presupposti per l’applicazione delle misure restrittive della libertà personale. Il caso, relativo a reati di intestazione fittizia e riciclaggio, dimostra come la sussistenza di gravi indizi di colpevolezza non sia sufficiente a giustificare una misura se mancano concrete e attuali esigenze cautelari. Analizziamo insieme la vicenda e i principi affermati dalla Suprema Corte.

I Fatti del Caso

Un imprenditore veniva accusato di essersi prestato a fare da prestanome per un altro soggetto, indagato per narcotraffico internazionale. In particolare, gli veniva contestato di aver fittiziamente intestato a sé le quote di una società proprietaria di un ristorante, permettendo così al socio occulto di impiegare e trasferire somme di denaro di provenienza illecita.

A seguito di un primo annullamento con rinvio da parte della Cassazione, il Tribunale del riesame aveva confermato la misura cautelare (nella forma dell’obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria), ritenendo sussistenti i gravi indizi di colpevolezza e le esigenze di prevenzione.
L’imprenditore, tramite il suo difensore, presentava un nuovo ricorso in Cassazione, lamentando non solo vizi di motivazione sulla sussistenza dei reati, ma soprattutto la mancanza di concretezza e attualità del pericolo di reiterazione del reato.

La Valutazione delle Esigenze Cautelari

Il cuore della decisione della Cassazione risiede nel quarto motivo di ricorso, ritenuto fondato. La difesa aveva sottolineato come l’imputato fosse incensurato e che, dopo i fatti contestati, la quasi totalità delle quote societarie era stata ceduta, facendo emergere la partecipazione del presunto socio occulto. Queste circostanze, secondo la difesa, smentivano la possibilità concreta che l’imputato potesse commettere nuovamente reati simili.

La Corte di Cassazione ha accolto questa tesi, criticando aspramente la motivazione del Tribunale. I giudici di legittimità hanno ribadito un principio consolidato: il requisito dell’attualità del pericolo, previsto dall’art. 274 cod. proc. pen., non può basarsi su una mera ipotesi. Richiede, invece, una valutazione prognostica rigorosa sulla possibilità di condotte future, basata su un’analisi accurata di elementi specifici.

Gli Elementi da Valutare

Secondo la Corte, il giudice della cautela deve tenere conto di:
1. Modalità realizzative della condotta: come è stato commesso il reato.
2. Personalità del soggetto: se l’indagato ha precedenti o è incensurato.
3. Contesto socio-ambientale: l’ambiente in cui vive e opera l’indagato.
4. Distanza temporale dai fatti: il tempo trascorso dal momento del presunto reato.

Nel caso di specie, il Tribunale si era limitato a un’affermazione generica, senza confrontarsi con gli elementi specifici forniti dalla difesa, come la condizione di incensurato dell’indagato e l’evoluzione dei fatti societari che rendevano improbabile una reiterazione.

Le Motivazioni

La Suprema Corte ha affermato che i primi due motivi di ricorso, relativi alla gravità indiziaria, erano infondati, in quanto l’ordinanza impugnata aveva fornito una motivazione corretta e non illogica sulla sussistenza degli indizi. Tuttavia, ha ritenuto decisiva la censura relativa alle esigenze cautelari. Il Tribunale non ha fatto corretta applicazione dei principi di diritto, limitandosi a ritenere sussistente il pericolo di reiterazione e di fuga senza indicare ragioni adeguate a sostegno di tale prognosi negativa. La condizione di incensurato e la cessione successiva delle quote erano elementi che concorrevano a smentire la possibilità concreta di nuovi reati. Non emergendo dagli atti altri elementi che potessero giustificare il mantenimento della misura, la Corte ha concluso per l’annullamento senza rinvio dell’ordinanza. Con questa formula, la Cassazione non solo ha cancellato la decisione del Tribunale, ma ha anche dichiarato la cessazione immediata della misura cautelare, ponendo fine alla questione.

Le Conclusioni

Questa sentenza ribadisce un principio fondamentale dello stato di diritto: la libertà personale può essere limitata solo in presenza di presupposti rigorosi, concreti e attuali. La valutazione delle esigenze cautelari non può essere una clausola di stile, ma deve fondarsi su un’analisi approfondita e individualizzata, che tenga conto di tutti gli elementi del caso concreto, inclusi quelli a favore dell’indagato. Un pericolo meramente ipotetico o astratto non è sufficiente per giustificare una misura che incide su un diritto fondamentale del cittadino.

Quando una misura cautelare può essere annullata per mancanza di ‘attualità’ del pericolo?
Una misura cautelare può essere annullata quando il giudice non compie un’analisi accurata e una valutazione prognostica sulla concreta possibilità che l’indagato commetta nuovi reati. Questa valutazione deve basarsi su elementi specifici come le modalità della condotta, la personalità del soggetto, il contesto sociale e la distanza temporale dai fatti contestati. Un pericolo meramente ipotetico non è sufficiente.

Perché la Corte ha annullato la misura nonostante la sussistenza di gravi indizi di colpevolezza?
Perché i gravi indizi di colpevolezza sono solo uno dei due presupposti necessari per applicare una misura cautelare. L’altro, altrettanto fondamentale, è la sussistenza di specifiche esigenze cautelari (pericolo di fuga, inquinamento probatorio o reiterazione del reato). In questo caso, pur riconoscendo la validità degli indizi, la Corte ha ritenuto che mancasse una prova adeguata del pericolo concreto e attuale di reiterazione del reato.

Cosa significa ‘annullamento senza rinvio’ in questo specifico contesto?
Significa che la Corte di Cassazione non si è limitata a cancellare la decisione del Tribunale, ma ha risolto la questione in via definitiva. Ha dichiarato la cessazione immediata della misura cautelare dell’obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria, senza la necessità che un altro giudice riesaminasse il caso, poiché non erano necessari ulteriori accertamenti di fatto per decidere.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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