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Esigenze cautelari: annullata custodia per tempo

La Corte di Cassazione ha annullato un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per reati di narcotraffico associativo. La decisione si fonda sulla mancata valutazione, da parte del giudice, dell’attualità delle esigenze cautelari, soprattutto in considerazione del notevole tempo trascorso dai fatti contestati (risalenti al 2018) e della successiva disarticolazione del gruppo criminale.

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Pubblicato il 10 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Esigenze Cautelari e Tempo Trascorso: La Cassazione Annulla la Custodia

L’applicazione di una misura cautelare, specialmente la custodia in carcere, richiede una valutazione rigorosa del giudice non solo sulla gravità degli indizi, ma anche sulla concreta e attuale pericolosità del soggetto. Con una recente sentenza, la Corte di Cassazione ribadisce un principio fondamentale: le esigenze cautelari devono essere attuali e non possono basarsi su una valutazione cristallizzata al momento del reato, soprattutto se è trascorso un notevole lasso di tempo. Il caso in esame riguarda un individuo accusato di far parte di un’associazione per delinquere finalizzata al narcotraffico, la cui custodia è stata annullata proprio per un difetto di motivazione su questo punto cruciale.

I Fatti del Caso: L’accusa di Narcotraffico Associativo

Un uomo veniva sottoposto alla misura della custodia cautelare in carcere con l’accusa di aver partecipato a un’associazione dedita al narcotraffico, promossa e diretta dai vertici di una nota cosca mafiosa. Secondo l’accusa, il suo ruolo era quello di addetto alla commercializzazione al dettaglio dello stupefacente, che gli veniva assegnato mensilmente in quantitativi predeterminati. I fatti contestati risalivano al periodo tra gennaio e marzo 2018.

Il Tribunale del Riesame confermava l’ordinanza, ritenendo sussistenti sia i gravi indizi di colpevolezza, basati principalmente su intercettazioni telefoniche, sia le esigenze cautelari.

Il Ricorso in Cassazione: il focus sulle esigenze cautelari

La difesa dell’indagato proponeva ricorso in Cassazione, sollevando diverse questioni. Sebbene i motivi relativi alla gravità indiziaria e alla sussistenza delle aggravanti siano stati respinti, il punto decisivo dell’impugnazione ha riguardato la motivazione sulla permanenza del periculum libertatis.

La difesa sosteneva che il Tribunale non avesse adeguatamente motivato la persistenza della pericolosità sociale, dato che:
1. L’ultimo reato contestato risaliva al 2018, quindi a diversi anni prima dell’applicazione della misura.
2. L’associazione criminale era stata nel frattempo disarticolata a seguito dell’arresto dei suoi capi e promotori.

La valutazione sulla pericolosità e le esigenze cautelari

La Corte di Cassazione ha ritenuto fondato questo specifico motivo. Ha sottolineato come il requisito dell’attualità del pericolo, previsto dall’art. 274, lett. c), cod. proc. pen., richieda una valutazione prognostica sulla concreta possibilità di condotte future, basata su un’analisi accurata della fattispecie. Questa analisi deve essere tanto più approfondita quanto maggiore è la distanza temporale dai fatti contestati.

Le Motivazioni della Suprema Corte

La Corte ha giudicato la motivazione del Tribunale del Riesame come ‘ellittica’ e ‘apparente’. Il Tribunale si era limitato a valorizzare un unico precedente penale dell’indagato per droga risalente al 2016 e il fatto che lo stesso non svolgesse attività lavorativa. Secondo la Cassazione, questi elementi, da soli, non sono sufficienti per desumere l’attuale esistenza di un contesto associativo attivo e il perdurante apporto dell’indagato a tale contesto.

In particolare, il provvedimento impugnato non aveva adeguatamente considerato l’impatto della disarticolazione del gruppo criminale, un evento che avrebbe potuto recidere i legami dell’indagato con l’ambiente delinquenziale. La presunzione di persistenza delle esigenze cautelari, prevista per i reati di mafia, deve essere comunque vagliata alla luce di elementi concreti che possano smentirla, e il notevole tempo trascorso è uno di questi elementi.

Le Conclusioni: L’Importanza della Valutazione sull’Attualità del Pericolo

In conclusione, la Suprema Corte ha annullato l’ordinanza e ha rinviato il caso al Tribunale di Bari per un nuovo esame. Il giudice del rinvio dovrà effettuare una valutazione più approfondita e concreta sull’attualità delle esigenze cautelari. Dovrà verificare se, nonostante il tempo trascorso e i mutamenti nel contesto criminale, persistano solidi elementi per ritenere concreto il pericolo di reiterazione del reato. Questa sentenza riafferma che la libertà personale è un bene primario e ogni sua limitazione deve essere supportata da una motivazione robusta, attuale e non meramente presuntiva.

Quanto è importante il tempo trascorso dai fatti per mantenere una misura cautelare?
Secondo la sentenza, il tempo trascorso è un elemento rilevantissimo. Maggiore è la distanza temporale dai fatti contestati, più approfondita e rigorosa deve essere la motivazione del giudice sulla persistenza attuale del pericolo di reiterazione del reato per giustificare una misura cautelare.

La disarticolazione di un’associazione criminale influisce sulla pericolosità dei singoli membri?
Sì, la disarticolazione del gruppo criminale a seguito dell’arresto dei suoi vertici è un fattore che il giudice deve considerare attentamente, poiché può aver determinato l’interruzione dei legami tra l’indagato e il contesto delinquenziale, incidendo così sull’attualità della sua pericolosità.

L’essere disoccupato e avere un precedente penale sono sufficienti a giustificare la custodia in carcere?
No. La sentenza chiarisce che questi elementi da soli, specialmente se il precedente è datato, non sono sufficienti a sostenere un giudizio di attualità delle esigenze cautelari. Il giudice deve basarsi su elementi solidi e concreti che dimostrino un perdurante inserimento nel circuito criminale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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