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Esecuzione sentenza straniera: ricorso inammissibile

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un cittadino straniero contro la decisione della Corte d’Appello di eseguire in Italia una pena detentiva derivante da una condanna greca per favoreggiamento dell’immigrazione. Il motivo principale della decisione risiede nel principio del “giudicato parziale”: i motivi del ricorso erano già stati esaminati e rigettati in una precedente fase del giudizio, rendendo la loro riproposizione inammissibile.

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Pubblicato il 26 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Esecuzione Sentenza Straniera: Inammissibile il Ricorso che Ripropone Questioni Già Decise

Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha ribadito un importante principio processuale in materia di esecuzione sentenza straniera: non è possibile ripresentare in un nuovo ricorso motivi che sono già stati esaminati e rigettati in una precedente fase del giudizio. La Corte ha dichiarato inammissibile l’impugnazione, applicando il concetto di “giudicato parziale”, che rende definitive le parti della sentenza non toccate da un precedente annullamento.

I Fatti del Caso: Una Lunga Vicenda Giudiziaria

La vicenda riguarda un cittadino pakistano, condannato in Grecia a undici anni di reclusione per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, reato commesso nel 2010. Le autorità greche avevano emesso un Mandato di Arresto Europeo (MAE) per l’esecuzione della pena.

Il caso ha avuto un percorso complesso:
1. Prima Decisione (2022): La Corte d’Appello di Milano inizialmente aveva disposto la consegna del condannato alla Grecia.
2. Primo Ricorso in Cassazione (2022): La Suprema Corte aveva annullato con rinvio questa decisione. I motivi dell’annullamento riguardavano due aspetti cruciali: la possibile violazione dei diritti del condannato, in quanto cittadino di uno Stato terzo ma stabilmente residente in Italia, e il rischio di trattamenti inumani e degradanti nelle carceri greche.
3. Giudizio di Rinvio (2024): A seguito dell’annullamento, la Corte d’Appello di Milano, riesaminando il caso, ha rifiutato la consegna alla Grecia ma, in applicazione della normativa europea, ha disposto che la pena (ridotta a 10 anni) fosse eseguita in Italia.
4. Secondo Ricorso in Cassazione: Contro quest’ultima decisione, la difesa ha proposto un nuovo ricorso, sollevando dubbi sulla regolarità del processo greco, sulla definitività della sentenza, sulla prescrizione e sul principio della “doppia incriminazione”.

La Decisione della Corte di Cassazione e l’Esecuzione Sentenza Straniera

La Corte di Cassazione, con la sentenza in esame, ha dichiarato il secondo ricorso inammissibile. La decisione si fonda su un’argomentazione puramente processuale: i motivi sollevati dalla difesa erano, in sostanza, gli stessi già presentati e respinti nel corso del primo giudizio di cassazione.

Le Motivazioni: Il Principio del “Giudicato Parziale”

Il cuore della motivazione risiede nel principio del “giudicato parziale”. La Corte spiega che quando una sentenza viene annullata solo per alcuni motivi, le altre parti della decisione, che non sono state oggetto di annullamento o i cui motivi di ricorso sono stati rigettati, diventano definitive e non più discutibili.

Nel primo ricorso, la difesa aveva già sollevato questioni relative alla ritualità del processo greco. La Cassazione, in quella sede, aveva giudicato tali motivi infondati. Di conseguenza, quella parte della valutazione era ormai “coperta da giudicato”, ovvero era diventata incontestabile. Riproporre le medesime doglianze nel secondo ricorso costituisce una duplicazione inammissibile.

I giudici hanno chiarito che per “parti” della sentenza suscettibili di passare in giudicato non si intendono solo le decisioni su un intero capo d’imputazione, ma anche singole statuizioni con autonomia giuridica e concettuale. Pertanto, una volta che la Suprema Corte ha respinto un motivo di ricorso, questo non può essere più riproposto nelle fasi successive dello stesso procedimento.

Le Conclusioni: L’Importanza della Strategia Processuale

Questa sentenza offre una lezione fondamentale sulla strategia processuale nei giudizi di impugnazione. Evidenzia come il giudizio della Cassazione cristallizzi in modo definitivo le questioni esaminate. Un motivo di ricorso respinto è un capitolo chiuso. La dichiarazione di inammissibilità ha comportato, per il ricorrente, non solo la conferma della decisione impugnata, ma anche la condanna al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria. La decisione finale sull’esecuzione sentenza straniera nel territorio italiano diventa così definitiva.

È possibile riproporre in un secondo ricorso per cassazione motivi già esaminati e rigettati in un precedente giudizio?
No. La Corte di Cassazione ha chiarito che, in virtù del principio del “giudicato parziale”, le questioni già devolute e vagliate in una fase precedente del processo sono precluse e non possono essere nuovamente sollevate.

Cosa si intende per “giudicato parziale” in una sentenza?
Si intendono le statuizioni della sentenza che hanno un’autonomia giuridico-concettuale e che, non essendo state oggetto di annullamento, diventano definitive. Questo include non solo decisioni su un capo d’imputazione, ma anche specifici aspetti di una contestazione che sono stati esaminati e decisi.

Qual è la conseguenza della dichiarazione di inammissibilità del ricorso?
La dichiarazione di inammissibilità comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma di denaro in favore della Cassa delle Ammende, come stabilito dall’art. 616 del codice di procedura penale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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