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Esecuzione pena estera: no alla prescrizione albanese

La Corte di Cassazione ha stabilito che il diniego all’esecuzione di una pena italiana da parte di un’autorità giudiziaria straniera non comporta l’estinzione della stessa in Italia. Un condannato aveva richiesto di applicare la prescrizione secondo la legge albanese, che aveva rifiutato di dar corso alla sentenza. La Suprema Corte ha chiarito che, in assenza di un effettivo trasferimento del condannato, l’unica normativa applicabile per la prescrizione è quella italiana, che si basa sulla pena inflitta e non su quella residua. La decisione sull’esecuzione della pena estera resta quindi disciplinata dalle leggi nazionali.

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Pubblicato il 8 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Esecuzione Pena Estera: la Legge Italiana Prevale sulla Prescrizione Straniera

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 30715/2024, ha affrontato un’interessante questione riguardante l’esecuzione di una pena estera. Il caso riguardava la richiesta di un condannato di dichiarare estinta una pena detentiva sulla base di una decisione di un tribunale albanese, che aveva negato l’esecuzione della sentenza italiana ritenendola prescritta secondo la propria legislazione. La Suprema Corte ha respinto il ricorso, stabilendo principi chiari sulla prevalenza della legge italiana in materia di prescrizione della pena, anche in contesti di cooperazione giudiziaria internazionale.

I Fatti del Caso

Un cittadino albanese, condannato in via definitiva in Italia, si trovava nel suo paese d’origine. L’Italia, dopo aver inizialmente richiesto l’estradizione, vi rinunciava e chiedeva all’Albania di procedere all’esecuzione della pena residua, pari a quasi nove anni di reclusione. L’autorità giudiziaria albanese, tuttavia, negava la richiesta, dichiarando la non eseguibilità della pena per intervenuta prescrizione secondo la legge locale. Sulla base di questa decisione straniera, il condannato si rivolgeva alla Corte d’Appello italiana per ottenere la declaratoria di estinzione della pena. La Corte d’Appello respingeva l’istanza, portando il caso dinanzi alla Corte di Cassazione.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso infondato, confermando la decisione della Corte d’Appello. I giudici hanno chiarito che la pronuncia del tribunale albanese, limitandosi a negare il riconoscimento della sentenza italiana ai fini esecutivi, non ha alcuna efficacia automatica nell’ordinamento italiano. Di conseguenza, la pretesa punitiva dello Stato italiano non può considerarsi estinta.

Le Motivazioni: Perché la Prescrizione Albanese non si Applica in Italia

La sentenza si fonda su argomentazioni giuridiche precise, che delineano i confini della cooperazione internazionale e l’autonomia dell’ordinamento nazionale in materia esecutiva.

Inapplicabilità delle Convenzioni sull’esecuzione pena estera

Il ricorrente invocava la Convenzione europea sul trasferimento delle persone condannate (Strasburgo, 1983) e l’accordo bilaterale tra Italia e Albania. La Corte ha osservato che tali convenzioni si applicano solo quando avviene un effettivo accordo tra gli Stati per il trasferimento e l’esecuzione della pena. Nel caso di specie, l’Albania ha negato l’esecuzione. Pertanto, le norme convenzionali che attribuiscono allo Stato di esecuzione la competenza sulle decisioni relative alla pena non sono pertinenti. La procedura di cooperazione non si è perfezionata, lasciando intatta la potestà punitiva dello Stato di condanna (l’Italia).

Il Calcolo della Prescrizione secondo la Legge Italiana

Il punto centrale della difesa era la presunta violazione dell’art. 172 del codice penale italiano sulla prescrizione della pena. La Corte ha ribadito un principio consolidato: ai fini del calcolo del tempo necessario alla prescrizione, si deve considerare la “pena inflitta” con la sentenza di condanna, non quella “residuamente da scontare”. La tesi difensiva, che puntava a un termine di prescrizione più breve basato sulla pena residua, è stata quindi respinta in quanto contraria alla lettera della norma. La procedura di estradizione, poi abbandonata, è stata considerata irrilevante ai fini interruttivi della prescrizione.

Irrilevanza della Rinuncia all’Estradizione

Infine, la Corte ha specificato che la rinuncia dello Stato italiano alla procedura di estradizione non può essere interpretata come una rinuncia alla pretesa punitiva. Prova ne è il fatto che l’Italia ha successivamente attivato la procedura per l’esecuzione della pena in Albania. Il fatto che lo Stato albanese abbia poi valutato e respinto la richiesta dimostra che la rinuncia all’estradizione non preclude altre forme di cooperazione giudiziaria.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

Questa pronuncia rafforza l’autonomia dell’ordinamento giuridico italiano nella fase di esecuzione della pena. Stabilisce che una decisione straniera di non eseguibilità di una condanna italiana, basata su norme interne diverse (come quelle sulla prescrizione), non vincola l’Italia. La pena inflitta da un tribunale italiano rimane esigibile secondo le leggi italiane, a meno che non si perfezioni una procedura di cooperazione internazionale che, tramite accordo tra gli Stati, trasferisca effettivamente la competenza esecutiva. La sentenza offre quindi un importante chiarimento sui limiti del riconoscimento delle decisioni straniere e sulla continuità della potestà punitiva dello Stato italiano.

La decisione di un tribunale straniero che dichiara prescritta una pena italiana ha effetto automatico in Italia?
No, la decisione di un’autorità straniera che nega l’esecuzione di una sentenza italiana, ritenendola prescritta secondo la propria legge, non ha automatica operatività nell’ordinamento nazionale e non estingue la pretesa punitiva dello Stato italiano.

Ai fini della prescrizione della pena secondo l’art. 172 cod. pen., si considera la pena inflitta o quella residua da scontare?
Secondo la Corte, ai fini del calcolo del tempo necessario alla prescrizione, si deve considerare la “pena inflitta” in sentenza e non quella concretamente da scontare all’esito di eventuali altre cause estintive.

La rinuncia all’estradizione da parte dello Stato italiano equivale a una rinuncia alla pretesa punitiva?
No, la rinuncia alla procedura di estradizione non può essere intesa come un’abdicazione alla pretesa punitiva. Lo Stato può infatti perseguire altre forme di cooperazione giudiziaria, come la richiesta di esecuzione della pena nello Stato in cui si trova il condannato.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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