Errore sulla Legge Penale: Ignorare la Qualifica di Pubblico Ufficiale Non Salva dalla Condanna
L’ordinanza n. 4665 del 2024 della Corte di Cassazione affronta un tema cruciale nel diritto penale: la rilevanza dell’errore sulla legge penale in relazione alla qualifica di pubblico ufficiale. La Suprema Corte ha ribadito un principio fondamentale: l’ignoranza o l’errata interpretazione della qualifica giuridica di un soggetto non è una scusante valida quando si commette un reato, come quello di false dichiarazioni. Questa decisione chiarisce i confini del dolo e la non invocabilità dell’ignoranza della legge come difesa.
I Fatti del Caso: La Difesa Basata sull’Ignoranza
Il caso ha origine dal ricorso di un imputato condannato in primo e secondo grado per il reato di cui all’art. 495 del codice penale, ovvero per aver reso false dichiarazioni a un pubblico ufficiale. La linea difensiva del ricorrente si basava su un unico motivo: la presunta mancanza di dolo. In particolare, l’imputato sosteneva di non essere a conoscenza della qualità di pubblico ufficiale del soggetto che aveva ricevuto le sue dichiarazioni. Secondo la sua tesi, questa ignoranza avrebbe dovuto escludere l’elemento psicologico del reato, portando a un’assoluzione.
La Decisione della Corte di Cassazione
La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, dichiarandolo inammissibile per manifesta infondatezza. La Corte ha condannato il ricorrente al pagamento delle spese processuali e a una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende. La decisione si fonda su argomentazioni solide che riaffermano principi consolidati sia nella normativa che nella giurisprudenza di legittimità.
Le Motivazioni: L’errore sulla legge penale non è una scusante
Il cuore della decisione risiede nella qualificazione dell’errore commesso dall’imputato. La Corte ha spiegato che l’ignoranza della qualifica di pubblico ufficiale non è un errore sul fatto, ma un errore sulla legge penale. La nozione di “pubblico ufficiale” è definita dall’art. 357 del codice penale, una norma di natura penale. Di conseguenza, interpretare erroneamente tale nozione o ignorarla equivale a ignorare la legge penale stessa.
La Cassazione ha richiamato un precedente storico (sentenza n. 361/1971), secondo cui l’elemento psicologico del reato non viene meno se l’agente, pur non conoscendo le specifiche attribuzioni del soggetto, sa o dovrebbe necessariamente sapere che quest’ultimo sta esercitando una determinata funzione pubblica. L’errore sulla qualifica giuridica, che deriva da un’ignoranza o da una falsa interpretazione della norma, si risolve in un irrilevante errore di diritto.
In sostanza, per la configurazione del reato, è sufficiente che il cittadino percepisca che la persona con cui interagisce sta svolgendo un’attività di interesse pubblico, a prescindere dalla conoscenza del suo titolo formale. Qualsiasi errore su questo punto è un errore sulla portata della legge, che, secondo il principio ‘ignorantia legis non excusat’, non può essere invocato come scusante.
Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza
Questa ordinanza rafforza un principio cardine del nostro ordinamento: la responsabilità individuale di fronte alla legge. La decisione chiarisce che i cittadini non possono sottrarsi alle conseguenze delle proprie azioni adducendo un’ignoranza delle norme che definiscono i reati e i soggetti tutelati. In pratica, quando ci si relaziona con una persona che sta palesemente svolgendo una funzione di pubblico interesse (come un agente delle forze dell’ordine o un funzionario pubblico), non è possibile affermare di non sapere che si trattava di un pubblico ufficiale per giustificare false dichiarazioni. La sentenza serve da monito: è dovere del cittadino comprendere il contesto in cui agisce, specialmente quando interagisce con chi rappresenta l’autorità pubblica.
Posso essere assolto se non sapevo che la persona a cui ho mentito era un pubblico ufficiale?
No. Secondo la Corte, se sapevi o dovevi sapere che quella persona stava esercitando una funzione pubblica, anche senza conoscerne le specifiche attribuzioni, l’errore sulla sua qualifica giuridica è un errore sulla legge penale e non esclude la responsabilità.
Che cos’è un ‘errore sulla legge penale’?
È l’ignoranza o la falsa interpretazione di una norma penale. Nel nostro ordinamento vige il principio per cui l’ignoranza della legge non scusa, quindi questo tipo di errore non è generalmente considerato una valida difesa.
Perché il ricorso è stato dichiarato ‘inammissibile’?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché ritenuto ‘manifestamente infondato’. La tesi difensiva era in contrasto con principi consolidati della giurisprudenza e con il dato normativo, rendendo l’esame nel merito superfluo.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 4665 Anno 2024
Penale Ord. Sez. 7 Num. 4665 Anno 2024
Presidente: COGNOME NOME
Relatore: COGNOME NOME
Data Udienza: 18/01/2024
ORDINANZA
sul ricorso proposto da: NOME COGNOME nato il DATA_NASCITA
avverso la sentenza del 02/05/2023 della CORTE APPELLO di BOLOGNA
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
•
Rilevato che NOME ricorre avverso la sentenza della Corte di Appello di Bologna, che ha confermato la condanna del predetto imputato in ordine al reato di cui all’art. 495 cod. pen.;
Considerato che l’unico motivo di ricorso, con il quale il ricorrente denunzia la violazione e vizio di motivazione in punto di sussistenza del dolo con particolare riferimento alla mancata conoscenza della qualità di pubblico ufficiale del soggetto richiedente, è manifestamente infondato in quanto muove da una prospettazione del fatto diversa da quella ricostruita dal giudice di merito (pag. 2 sentenza impugnata) e inoltre postula tesi giuridiche contrastanti con il dato normativo e con la consolidata giurisprudenza di legittimità (sul punto, cfr. per tutte Sez. 6, n. 361 del 1/12/1971, dep. 1972, Monticone, Rv. 119917, secondo cui l’ignoranza della qualificazione giuridica di pubblico ufficiale della persona offesa non vale ad escludere l’elemento psicologico del reato quando l’agente, pur ignorandone le precise attribuzioni, sappia tuttavia – o debba necessariamente sapere – che essa esercita in atto una determinata funzione pubblica. La definizione di pubblico ufficiale di cui all’art. 357 cod. pen. ha natura di norma penale, non soltanto perché inserita nel codice penale, ma soprattutto perché deve ritenersi richiamata in ogni precetto di natura penale che prevede la figura del pubblico ufficiale quale soggetto attivo o passivo di reato. Pertanto, l’errore sulla qualità di pubblico ufficiale dell’offeso, che derivi da ignoranza o da falsa interpretazione della suddetta norma, non vale a scusare l’agente, risolvendosi in errore sulla legge penale);
Ritenuto, inoltre, che l’asserita inoffensività della condotta fa leva su assunti apodittici, quasi irridenti;
Rilevato, pertanto, che il ricorso deve essere dichiarato inammissibile, con condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende;
P. Q. M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e al versamento della somma di tremila euro in favore della cassa delle ammende.
Così deciso il 18/01/2024