Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 2 Num. 12664 Anno 2024
Penale Ord. Sez. 2 Num. 12664 Anno 2024
Presidente: COGNOME NOME
Relatore: COGNOME NOME
Data Udienza: 27/02/2024
ORDINANZA
sul ricorso proposto da: COGNOME nato il DATA_NASCITA
avverso la sentenza del 25/10/2023 del GIP TRIBUNALE di PERUGIA udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
RITENUTO IN FATTO
Il difensore di NOME COGNOME propone ricorso per cassazione avverso la sentenza del Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Perugia del 25 ottobre 2023 di applicazione della pena ai sensi dell’art. 444 cod. proc. pen. per il delitto di ricettazione e furto aggravato
1.1 Il difensore lamenta che il giudice avrebbe dovuto disattendere la richiesta di pena patteggiata e giungere ad una decisione improntata ad una diversa qualificazione giuridica del fatto, dovendosi ritenere sussistente l’ipotesi d reato di cui all’art. 712 cod. pen. e non quella di cui all’art. 648 cod. pen. indica nell’art. 129 cod. proc. pen.
CONSIDERATO IN DIRITTO
Il ricorso proposto è inammissibile.
2.1 Ai sensi dell’art. 448 bis, comma 2 bis cod.proc.pen., entrato in vigore il 3 agosto 2017. “Il pubblico ministero e l’imputato possono proporre ricorso per cassazione contro la sentenza solo per motivi attinenti all’espressione della volontà dell’imputato, al difetto di correlazione tra la richiesta e la sentenza, all’erron qualificazione giuridica del fatto e all’illegalità della pena o della misura sicurezza”; a tale proposito, si deve ribadire che secondo l’orientamento consolidato della giurisprudenza di legittimità, in tema di applicazione della pena su richiesta delle parti, la possibilità di ricorrere per cassazione deducendo, ai sensi dell’art. 448, comma 2 -bis, cod. proc. pen., l’erronea qualificazione giuridica del fatto contenuto in sentenza è limitata ai soli casi di errore manifesto, configurabile quando tale qualificazione risulti, con indiscussa immediatezza e senza margini di opinabilità, palesemente eccentrica rispetto al contenuto del capo di imputazione, con conseguente inammissibilità dell’impugnazione che denunci errori valutativi in diritto che non risultino evidenti dalla contestazione (vedi sez. 2, n. 14377 del 31/3/2021, Paolino, Rv. 281116 e Sez. 5, n. 33145 del 08/10/2020, PG/Cari, Rv. 279842).
Ai sensi dell’art. 616 c.p.p , con il provvedimento che dichiara inammissibile il ricorso, la parte privata che l o ha proposto deve essere condannata al pagamento delle spese del procedimento nonché, ravvisandosi profili di colpa nella determinazione della causa di inannmissibilità, al pagamento a favore della cassa delle ammende della somma di C 3.000,00, così equitativamente fissata in ragione dei motivi dedotti.
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di C 3.000,00 in favore della Cassa delle ammende.
Così deciso in Roma il 27/02/2024