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Errore di fatto: ricorso straordinario inammissibile

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 45832/2024, ha dichiarato inammissibile un ricorso straordinario per errore di fatto. Gli imputati sostenevano che la Corte avesse travisato le conclusioni dei giudici di merito riguardo la distinzione tra un’associazione a delinquere e un gruppo criminale transnazionale. La Corte ha chiarito che il rimedio del ricorso straordinario è limitato a sviste percettive e non può essere usato per contestare la valutazione giuridica dei fatti (errore di giudizio), confermando che i ricorrenti proponevano una diversa interpretazione e non un vero errore di fatto.

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Pubblicato il 12 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Errore di Fatto: Quando il Ricorso Straordinario alla Cassazione è Inammissibile

La recente sentenza della Corte di Cassazione, n. 45832 del 2024, offre un’importante lezione sulla distinzione tra errore di fatto ed errore di giudizio nel contesto del ricorso straordinario. Questo strumento, previsto dall’articolo 625 bis del codice di procedura penale, è un rimedio eccezionale e non una quarta istanza di giudizio. La Corte ha ribadito i suoi stretti limiti, dichiarando inammissibile un ricorso che, dietro l’apparenza di denunciare una svista percettiva, mirava in realtà a una nuova valutazione del merito.

I Fatti del Caso: L’Aggravante Transnazionale

Due imputati hanno presentato un ricorso straordinario contro una precedente sentenza della stessa Corte di Cassazione. Il punto controverso riguardava la sussistenza di una circostanza aggravante legata alla transnazionalità del reato associativo. Secondo i ricorrenti, la Corte aveva commesso un errore di fatto nel ritenere che i giudici di merito avessero distinto tra l’associazione a delinquere interna e un separato gruppo criminale organizzato operante all’estero. A loro avviso, le sentenze di primo e secondo grado avevano invece descritto una piena “immedesimazione” tra i due gruppi, il che avrebbe escluso l’applicabilità dell’aggravante.

La Decisione della Corte di Cassazione sull’errore di fatto

La Suprema Corte ha respinto la tesi dei ricorrenti, dichiarando il ricorso inammissibile. La decisione si fonda su un principio cardine della procedura penale: il ricorso straordinario per errore di fatto è concepito esclusivamente per emendare sviste materiali o errori di percezione nella lettura degli atti processuali. Non può, invece, essere utilizzato per contestare il ragionamento logico-giuridico e la valutazione delle prove operata dal giudice, che rientrano nell’ambito dell’errore di giudizio.

Le Motivazioni: La Differenza Cruciale tra Errore di Fatto ed Errore di Giudizio

La Corte ha spiegato in modo dettagliato le ragioni della sua decisione, tracciando una linea di demarcazione netta tra le due tipologie di errore.

Il Ruolo Limitato del Ricorso Straordinario

Il rimedio dell’art. 625 bis c.p.p. non consente di instaurare un “giudizio di legittimità sulla sentenza di legittimità”. Il suo scopo è funzionale a rimuovere vizi di percezione (ad esempio, aver letto una data sbagliata o un’affermazione per il suo contrario), non vizi del ragionamento. Qualora la decisione del giudice, pur partendo da una premessa potenzialmente errata, abbia un contenuto valutativo, si è di fronte a un errore di giudizio, escluso dall’ambito di applicazione del ricorso straordinario.

Valutazione vs. Percezione nel Caso Concreto

Nel caso specifico, i ricorrenti non hanno indicato una svista oggettiva della Corte, ma hanno proposto una loro differente interpretazione dei passaggi delle sentenze di merito. Essi sostenevano che la ricostruzione operata dai giudici di primo e secondo grado portasse a una conclusione diversa da quella raggiunta dalla Cassazione. Così facendo, però, non denunciavano un errore percettivo, ma chiedevano alla Corte di riconsiderare e rivalutare il significato di quelle sentenze. Questo tipo di richiesta esula completamente dalle finalità del ricorso straordinario, trasformandolo impropriamente in un ulteriore grado di giudizio di merito.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

La pronuncia in esame consolida un orientamento giurisprudenziale rigoroso sui limiti del ricorso straordinario per errore di fatto. Essa chiarisce che tale strumento non può diventare un pretesto per rimettere in discussione le valutazioni giuridiche della Corte di Cassazione. Per gli operatori del diritto, questa sentenza rappresenta un monito a utilizzare questo rimedio eccezionale solo in presenza di palesi e oggettive sviste percettive, documentabili ictu oculi, evitando di mascherare un dissenso sulla valutazione giuridica come un presunto errore materiale. La Corte ha condannato i ricorrenti al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della Cassa delle Ammende, sottolineando la necessità di un uso corretto e non dilatorio degli strumenti processuali.

Quando è possibile presentare un ricorso straordinario per errore di fatto contro una sentenza della Cassazione?
È possibile solo quando si è in presenza di un errore di percezione, ovvero una svista materiale nella lettura degli atti del giudizio di legittimità, che abbia influito sulla decisione. Non è ammesso per contestare il ragionamento o la valutazione giuridica della Corte.

Qual è la differenza tra un errore di fatto e un errore di giudizio secondo la Corte?
L’errore di fatto è una svista percettiva su un dato oggettivo (es. leggere un nome per un altro), mentre l’errore di giudizio riguarda la valutazione e l’interpretazione delle prove o delle norme giuridiche. Il ricorso straordinario ex art. 625 bis c.p.p. è ammesso solo per il primo.

Perché il ricorso in esame è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché i ricorrenti non hanno evidenziato un errore di percezione, ma hanno proposto una loro diversa interpretazione delle sentenze di merito, chiedendo di fatto una nuova valutazione che è propria dell’errore di giudizio e quindi esclusa dall’ambito del ricorso straordinario.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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