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Errore di fatto: quando il ricorso è inammissibile

Un magistrato, condannato per rivelazione di segreti d’ufficio per aver suggerito a un collega una via non istituzionale, presenta ricorso straordinario per errore di fatto. Sosteneva che la Corte avesse ignorato la sua motivazione: evitare che il fascicolo raggiungesse colleghi implicati. La Cassazione dichiara il ricorso inammissibile, specificando che la precedente decisione non era un errore di percezione, ma una corretta valutazione giuridica basata sulla piena consapevolezza dell’imputato di violare la procedura ufficiale.

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Pubblicato il 29 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Errore di Fatto in Cassazione: Analisi di una Decisione Cruciale

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 20331 del 2025, offre un importante chiarimento sui confini del ricorso straordinario per errore di fatto, distinguendolo nettamente dall’errore di valutazione giuridica. Il caso esaminato riguarda un magistrato condannato per il reato di rivelazione di segreti d’ufficio, per aver indotto un collega a non seguire la via istituzionale per una delicata segnalazione. La difesa ha tentato di scardinare la precedente condanna sostenendo che la Corte avesse travisato un elemento cruciale, ma l’esito è stato negativo.

I Fatti: La Rivelazione del Segreto e la Via “Alternativa”

La vicenda ha origine da un conflitto interno a un importante ufficio giudiziario. Un magistrato (intraneus), in possesso di informazioni riservate su presunti illeciti che coinvolgevano anche membri dell’organo di autogoverno della magistratura, si trovava in una situazione di stallo procedurale. Invece di seguire la via istituzionale, che prevedeva di rivolgersi al Procuratore Generale territorialmente competente, scelse di confidarsi con un collega più esperto (extraneus).

Quest’ultimo gli suggerì di non percorrere la via ufficiale, adducendo due principali ragioni:
1. La scarsa affidabilità della persona che all’epoca ricopriva il ruolo di Procuratore Generale.
2. Il rischio concreto che, seguendo l’iter formale, la segnalazione riservata sarebbe giunta proprio nelle mani di alcuni dei magistrati coinvolti, in quanto membri della commissione competente dell’organo di autogoverno.

Questo suggerimento ha portato alla condanna del magistrato extraneus per concorso in rivelazione di segreto d’ufficio, avendo rafforzato nel collega il proposito di disvelare illecitamente le notizie coperte da segreto.

Il Ricorso Straordinario per Errore di Fatto

Contro la sentenza di condanna della Cassazione, la difesa ha proposto un ricorso straordinario per errore di fatto, ai sensi dell’art. 625-bis del codice di procedura penale. L’argomento centrale era che la Corte avesse commesso un errore percettivo, ignorando la seconda e più specifica ragione del suggerimento: evitare che la notizia pervenisse ai diretti interessati. Secondo il ricorrente, la Corte si era concentrata unicamente sulla generica “inaffidabilità” del Procuratore Generale, omettendo di valutare un dato processuale che, se considerato, avrebbe potuto giustificare la condotta, almeno in termini di scriminante putativa dell’adempimento di un dovere (art. 51 c.p.).

La Decisione della Cassazione e l’errore di fatto

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile. La sentenza chiarisce che l’errore di fatto che legittima il ricorso straordinario deve consistere in un errore meramente percettivo, una “svista” nella lettura degli atti che conduca a una decisione diversa da quella che si sarebbe presa. Nel caso di specie, invece, la Corte non ha commesso alcun errore di percezione. I giudici della precedente sentenza avevano correttamente percepito e persino menzionato l’argomento difensivo, ma lo avevano ritenuto giuridicamente irrilevante.

La decisione, quindi, non si fondava su un fatto travisato, ma su una valutazione di diritto, ovvero sull’interpretazione della rilevanza delle giustificazioni addotte rispetto alla configurabilità del reato. Un errore di giudizio, per sua natura, non può essere censurato tramite il rimedio eccezionale del ricorso per errore di fatto.

Le Motivazioni

La Corte ha spiegato che l’elemento decisivo e assorbente per la conferma della condanna era stata la piena consapevolezza dell’imputato dell’illiceità della sua condotta. Questa consapevolezza era emersa chiaramente dalle sue stesse dichiarazioni dibattimentali, in cui ammetteva di conoscere la corretta via istituzionale ma di averla deliberatamente sconsigliata. Questa ammissione, secondo la Corte, dimostra in modo inequivocabile il dolo generico richiesto per il reato, rendendo “superflue” e “ininfluenti” tutte le altre ragioni o giustificazioni addotte.

Inoltre, la Corte ha sottolineato come la paura che gli atti finissero ai magistrati coinvolti fosse meramente ipotetica. La normativa dell’epoca, infatti, non prevedeva un automatismo nella trasmissione degli atti all’organo di autogoverno, ma lasciava al Procuratore Generale la facoltà di non ostenderne il contenuto. Pertanto, anche sotto questo profilo, la scelta di percorrere una via non istituzionale è stata ritenuta ingiustificata e illecita.

Le Conclusioni

La sentenza ribadisce un principio fondamentale della procedura penale: il ricorso straordinario per errore di fatto è uno strumento eccezionale, limitato a correggere sviste materiali e non a rimettere in discussione le valutazioni giuridiche della Suprema Corte. La decisione di un giudice, basata su un fatto correttamente percepito ma valutato in modo ritenuto errato dalla parte, costituisce un errore di giudizio non emendabile con questo mezzo. La consapevolezza di agire contro una procedura stabilita dalla legge è un elemento psicologico che, una volta provato, può assorbire e neutralizzare altre giustificazioni soggettive, confermando la sussistenza del dolo e la responsabilità penale.

Quando un ricorso straordinario per errore di fatto è ammissibile?
È ammissibile solo quando la Corte di Cassazione è incorsa in un errore puramente percettivo, ovvero una svista o un equivoco nella lettura degli atti processuali, e tale errore è stato decisivo per la formazione della sua volontà, portando a una decisione che altrimenti non sarebbe stata presa.

Qual è la differenza tra errore di fatto ed errore di giudizio secondo la Corte?
L’errore di fatto è un errore di percezione su un dato materiale (es. leggere una data sbagliata). L’errore di giudizio, invece, è una valutazione giuridica errata di un fatto che è stato correttamente percepito. Il ricorso straordinario è previsto solo per correggere il primo, non per contestare il secondo.

Perché la Corte ha ritenuto irrilevante la giustificazione dell’imputato di voler evitare che la notizia arrivasse ai magistrati coinvolti?
Perché la Corte ha considerato “decisiva” e “assorbente” la provata consapevolezza dell’imputato di agire illecitamente, deviando dalla via istituzionale che conosceva. Questa consapevolezza, che dimostra il dolo del reato, ha reso superflua ogni altra giustificazione, la quale non poteva comunque legittimare la violazione della legge, tanto più che il rischio paventato era ritenuto meramente ipotetico.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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